I BEI TIPI DELLO STIVALE di Mirella Serri

I BEI TIPI DELLO STIVALE COSTUMI I BEI TIPI DELLO STIVALE Identità, maschere, manie SPORCHI, litigiosi, loquaci e contemporaneamente incapaci di comunicare tanto da andare «al teatro per conversare e in compagnia per stare zitti», così Lord Byron connotava negativamente gli italiani. E poi, ancora, pigri, opportunisti, indifferenti. E ancora oggi l'elenco dei vizi nazionali è assai esteso. Se vogliamo capire le ragioni di questa nostra mentalità dominata dall'assenza di senso civico, dal rifiuto di ogni tipo di responsabilità, dobbiamo guardare al modello affermatosi nei secoli nella società e nel costume: quello della Grande Madre. E' questa la pietra filosofale per interpretare tanti eventi del Novecento, dal fascismo alla mafia alle Brigate rOS- se: ce lo spiega Antonio Gambino nel suo Inventario italiano. Il giornalista e saggista ricostruisce, mediante le testimonianze di storici, politici, scrittori, un secolare modo di essere in cui prevale l'immagine materna, protettiva, indulgente, disponibile al perdono. E' la negazione di ogni principio educativo «paterno» che spingerebbe invece all'azione e al riconoscimento dei limiti e delle regole. Ma vizi e virtù di una nazione si individuano anche osservando e catalogando le scelte dei suoi intellettuali. Giulio Ferroni, nel bel manualetto, La scena intellettuale. Tipi italiani, traccia l'identikit dell'uomo di cultura, da Dante ai nostri giorni più recenti. Quello che lo studioso definisce «l'intellettuale eroico», prende avvio con il divin poeta e segna per secoli la scena letteraria. Ma oggi ha lasciato D posto a «tipi intellettuali» ■ Ferroni individua, negli ultimi cinquant'anni, ben 66 tipologie -, ovvero vuote maschere, prive di vitalità e di tensione critica. Questa mancanza di energia, di spirito critico e di avventura forse è dovuta al dilagare di luoghi comuni, all'appiattimento sul bla-bla del politically correct che imperversa nel Bel Paese. E allora fondamentale per capirci e per autorappresentarci, per penetrare nell'universo dei tic, delle manie, degli errori e soprattutto delle stupidaggini nazionali, è Paesaggi italiani con zombi di Alberto Arbasino. Ma i veri protagonisti del nostro tempo non sono scrittori, letterati o artisti - ovvero gli eroi da tavolino -, bensì i personaggi dediti all'azione, gli eroi negativi, fanatici dotati di grande carisma e innamorati del principio di morte. E' la tesi della statunitense Robin Morgan in un'affascinante ricerca: «Il demone amante. Sessualità del terrorismo». La studiosa, in un variegato percorso tra psicologia, politologia, antropologia, ricostruisce storie di terrorismo, dalla Palestina all'Irlanda del Nord, cercando di analizzare l'attrazione fatale che la violenza ha esercitato sul gentil sesso in questa seconda metà del Novecento. Un periodo storico in cui, in Italia e in generale nel mondo, le donne si sono date da fare come formiche operose armate soprattutto di «santa pazienza». E' l'opinione di Marta Boneschi nel saggio dal tito- lo esplicito Santa pazienza. Ixi storia delle donne italiane dal dopoguerra a oggi. L'autrice ripercorre tante sconfitte ma anche e soprattutto tante conquiste femminili. In barba a Pasolini che alla fine della seconda guerra decretava: «Fortunate le donne che hanno vissuto l'esperienza straordinaria di essere serva e regina, schiava e angelo». A Dioniso, dio dell'ebbrezza, dell'eros e della sovversione, è dedicato uno dei più affascinanti viaggi nella cultura occidentale: Il dio dell'ebbrezza di Elémire Zolla. Il famoso anglista ed esperto di filosofie orientali rintraccia la presenza della scatenata divinità in tutto il mondo, dall'antica Grecia all'India e i numerosi autori, dai classici ai contemporanei. Il rapporto con il «dionisiaco» può essere vitale, ma anche estremamente rischioso. Oggi, avverte lo studioso, il mito del divino gaudente sopravvive e abita ancora tra noi. Al suo servizio, adesso, non più menadi sfrenate e libidisone baccanti, ma il popolo della notte che si ritrova nelle discoteche. Mirella Serri Sà 28. Il sarto

Persone citate: Alberto Arbasino, Antonio Gambino, Ferroni, Giulio Ferroni, Lord Byron, Marta Boneschi, Pasolini, Robin Morgan

Luoghi citati: Dioniso, Grecia, India, Irlanda Del Nord, Italia, Palestina