CONTRO LA NOIA GIOCA LA SFIGA di Giorgio Calcagno

CONTRO LA NOIA GIOCA LA SFIGA UMORISMO CONTRO LA NOIA GIOCA LA SFIGA Sorrisi yiddish e Eco di ironia I sono libri che non consiglieremo mai agli amanti della noia, li farebbero infuriare. E' vero che i quaresimalisti annidati nella nostra editoria hanno cercato di estirparli uno per uno. Ma qualcosa, malgrado tutto, si infila nelle maglie della rete, i devoti del soporifero devono essere messi in guardia. Il primo libro da fuggire, prendetene nota, è Sfiga all'Ok corrai, di Stefano Battezzagli! Libro perverso, dove la tentazione del divertimento serpeggia quasi a ogni riga. Quel Franti del gioco di parole ha messo assieme una masnada di suoi pari, che con minimi spostamenti di lettere riescono a scardinare il nostro Fra i contributori più linguaggio pericolosi, c'è una sciaguratissima Alessandra Berardi, che inventa un pranzo di Babele truccando i titoli dei film: Caviale al tramonto, la minestra sul cortile, Un uovo da marciapiede, Per favore non mordermi sul pollo; fino all'estremo oltraggio del Settimo mirtillo, come Dessert (dei Tartari). Sarai castigato, Bartezzaghi, ci hai fatto godere troppo. E Moni Ovadia? Ahi Moni Ovadia, speriamo lo puniscano i suoi correligionari, che non dovrebbero perdonargli la grandinata di barzellette yiddish raccolte in Così giovane e già ebreo. L'irriverenza non ha limiti, coinvolge perfino i maestri della sinagoga. «Un rabbino, tornando a casa un pomeriggio, sorprende sua moglie a letto con un altro uomo: "Lea, dovresti vergognarti! Si comincia così e si finisce per fumare di Shabbat!"». Ma c'è poco da sperare dai suoi correligionari, che da millenni hanno imparato a sorridere su se stessi. Potrebbe andare meglio, ai cultori del triste, con De Rege varietà di Nicola Fano, una biografia di due comici finiti male, morti dimenticati. Non ci si faccia troppo assegnamento, dietro la storia si allunga il ricordo di gag rimaste immortali, che hanno esilarato tre generazioni. E bisogna difendersi anche dall'autobiografia di Esule Sella, Il gioco dell'oco, ricostruita - acrobazia delle acrobazie - anagrammando in duemila modi diversi il nome dell'autore. Ma almeno Umberto Eco sarà serio, con i suoi saggi Tra menzogna e ironia. Perché, voi vi fidate di Eco? Parla di Manzoni, di Cagliostro, vi aggancia con le sue analisi semiologiche e poi vi mette tutti nel sacco, con il capitolo su Campanile. Non fidatevi per niente, qui c'è da divertirsi come davanti alle pagine di Campanile stesso. E allora? Non c'è che da contare sul jolly: un sostanzioso libro sul confronto fra le religioni nel mondo, scritto da un pastore protestante, Shafìque Keshayjie. Il massimo dell'austerità, per serate di vigilia. «Ahi lo giudicio uman come spesso erra!», ammoniva l'Ariosto. E ammoniva bene. Il libro si intitola II Re, il Saggio, il Buffone non per caso. Il tema è alto, gli argomenti profondi, si va alle ragioni ultime; ma quel buffone è sempre lì, a fare da controcanto. Che perfino Dio ci voglia sorridenti? Giorgio Calcagno 12. Il Cappellaio