LA PESTE BRUNA DI KLAUSS MAN di Luigi Forte

LA PESTE BRUNA DI KLAUSS MAN TEDESCHI LA PESTE BRUNA DI KLAUSS MAN / versi sommersi di Celan no vita in Mùller a un evento teatrale che si avvale di tuia grande tensione verbale. E non ERSONALMENTE preferisco vagabondare fra i libri, scegliere qui e là, lasciare che la curiosità mi spinga lontano. Amo stelle vaganti e non il pianeta letteratura con percorsi già costruiti. Eppure mi sentirei di consigliare per una scoperta ad ampio raggio i due volumi della Storia della civiltà letteraria tedesca curata per l'Utet da Marino Freschi, con ottimi collaboratori anche stranieri. Sono una ricca strenna con un non piccolo merito: l'aver accostato ai tanti autori, dal Medioevo ai giorni nostri, riflessioni e saggi su musica, psicoanalisi e marxismo. Un buon suggerimento interdisciplinare coniugato con l'attenzione alle varie specificità nazionali, dall'Austria alla Svizzera tedesca. E giacché il marxismo è ormai fuori moda, perché non sposare 1'«inattualità» con alcune pièces del grande drammaturgo della ex Rdt Heiner Miiller, Lo stakanovista e altri testi (con una postazione di Roberto Menin). Le scoperte non mancano. Per esempio, un pessimismo e una visione tragica della storia da far rivoltare sia il vecchio Ulbricht che -Honecker nella tomba. C'è ancora aria brechtiana qua e là, ma in atmosfera plumbea, tra frammenti di realtà e autobiografia, scene di struttura cabarettistica (come nella Battaglia) e percorsi onirici. Mito e storia, cronaca pohtica e ideologia dan- no vita in Mùller a un evento teatrale che si avvale di tuia grande tensione verbale. E non di rado a un inevitabile cupezza teutonica. Meglio cambiar latitudine e lasciarsi coinvolgere nelle avventure dei due ebrei Sasa e Lev nel romanzo dello svizzero Leon de Winter, Lo spazio di Solokov, che come sceneggiatore ha una mano felice nel costruire le proprie storie e nell'inventare situazioni improbabili. Qui, c'è anche un pizzico di giallo, ma quello che si cerca alla fine è una risposta ai molti interrogativi sulla propria identità (come già nel precedente SuperTex del 1996). Ma l'ebraismo quest'anno si è presentato in tutta la sua drammaticità e bellezza con le Poesie di Paul Celan, tradotte con estrema raffinatezza da Giuseppe Bevilacqua. E' un libro di rara intensità, che raccoghe l'intera opera lirica del grande poeta di Czernowitz, che nell'Olocausto perse ambedue i genitori. Poesia lacerante e ardua che parla dei «sommersi» nella lingua dei loro stessi aguzzini. Un testo di segreta, commovente meditazione. Se poi si vuole accedere a uno spaccato di vita culturale in modo diretto, sul filo delle riflessioni di mi singolare, significativo testimone, allora è consigbabile La peste bruna. Diari 1931-1935 del figlio di Thomas Mann, il suicida Klaus. Inavvertitamente si scivola nei drammatici mesi tra la fine della Repubblica di Weimar e l'avvento al potere del nazismo. Con scrittura rapida, nervosa Klaus ripercorre la propria quotidianità in un racconto di forte tensione. Per i nostalgici di una moderna epopea invece arriva a proposito la prima parte dell'opera di Fazil' Iskander, Sandro di Cegem, con il suo fondale caucasico, i suoi coloriti protagonisti popolari e soprattutto la straordinaria vena satirica. E' lo scontro tra la vita, attraversata da tipi umani bizzarri e incantevoli, e la cupezza del potere, l'orrore delle sue follie. Geniale è qui il ritratto grottesco di Stalin. Le pagine di Iskander hanno il fluido ritmo della grande narrativa russa e una nostalgia tutta moderna venata di humour e scaturita dalla penna di un impertinente contemporaneo la cui opera integrale, per il forte carattere critico satirico, ha visto la luce solo dopo la perestrojka. Luigi Forte Per uno sguardo d'insieme: la civiltà letteraria germanica, dal Medioevo a oggi 19. Spaccalegna

Luoghi citati: Austria, Svizzera, Weimar