PLUTARCO CHE VITE

PLUTARCO CHE VITE LATINI E GRECI PLUTARCO CHE VITE Platone, che sapienza n-plus-ultra le antichità o, e Sofocle... ONDUTTORE: Giunti alla maturazione natalizia, i frutti librari dell'anno si dispongono agli opportuni processi di addomesticamento ludico e quizzificatorio, per stemperarne quel sapore esoterico e gradualmente creare le condizioni perché li si possa accogliere con un soddisfatto «Carramba, che regalo!». Eccoci dunque al nostro Supernatalotto, che chiama a convergenza classici e jack-pot nella convinzione che il futile (i classici?) possa tornare utile a un sacrosanto profitto. Un cimento da chirurgo plastico, che affidiamo al nostro esperto (autore già del noto II libro dei sogni, Adelphi 1975), in grado di affrontare ogni grande epifania onirica del passato e interpretarcela in chiave di cabala. Prof. Artemidoro: Se parliamo di cabala, il mio primo numero non può che essere Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio, pubblicate con il greco a fronte a cura di Luigi Moraldi in quei Classici Utet che hanno frattanto ultimato l'altra ciclopica impresa delle Vite parallele di Plutarco: questa storia ebraica dalle origini al 66 d. C. è un autentico monumento culturale finora assolutamente irreperibile sul mercato. Indispensabile poi, per la splendida traduzione del curatore Andrea Rodighiero, puntare su Sofocle, Edipo a Colono (greco a fronte, introd. di G. Serra), economico e prezioso al contempo. Ma nel lotto dei classici spiccano in quest'annata due capolavori proposti da Mondadori-Fondazione Valla. Per gusto numerologico comincerò col piazzarne in terza sede la meravigliosa fuga di voci ebraico-cristiana costituita da Origene, Omelie sul cantico dei cantici: in quel nonplus-ultra dei cantici biblici, il grande esegeta greco del III secolo scorge l'allegoria non solo delle nozze fra Cristo e Chiesa, bensì anche di quelle che conducono l'anima perfetta a conquistare il Logos divino; le sue due omelie sopravvivono nella traduzione latina di San Girolamo, e gli apparati di Manlio Simonetti coronano la catena di dottrina e poesia in un perfetto approdo al giorno d'oggi. Nuovo connubio di dottrina e poesia nel gemello, e nostro quarto libro, il Fedro di Platone: altro volo altissimo di un'anima a contemplare il mondo delle Idee, stavolta su una biga i cui cavalli sono uno perfetto e uno indocile (donde le difficoltà del viaggio); la maiuscola cura è di Giovanni Reale, e chi vorrà restare su questa «lunghezza» potrà chiudere la colonna con il Tutti gli scritti di Platone da lui curato per Rusconi, o il suo nuovo saggio Platone, Alla ricerca della sapienza segreta, Rizzoli. La mia cinquina si definisce però con Poesia d'amore latina (Catullo, Properzio, Tibullo e il suo corpus, con testo a fronte: a cura di Paolo Fedeli) perché non vorrei fare troppi torti né ai latini né alla leggerezza. Conduttore: Già ma guardi che le colonne sono due. Prof. Artemidoro: Telegrafico, allora, nella seconda suggerisco di puntare su: 1. l'integrale o di Esiodo o di Tucidide della Einaudi-Gallimard; 2. Virgilio, Eneide appena uscito da Marsilio (tradotto da M. Ramous, introdotto da G. B. Conte); 3. l'utile e bello Quintiliano della Bur Rizzoli (La formazione dell'oratore, tre volumi); 4. il I volume di Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, Mondadori-Valla; e infine 5., da veglione, i fuochi artificiali simbolico-allegorici di uno spettacolare testo mediolatino: Teodulo, Ecloga, Il canto della verità e della menzogna, a cura di F. Mosetti Casaretto edito in Firenze da quella Sismel-Edizioni del Galluzzo che per la gioia degli specialisti ha appena licenziato l'edizione critica della Leggenda aurea di Jacopo da Varazze, a cura di G. P. Maggioni. Conduttore: Forza allora, dopo «i cinque», il «più uno». Prof. Artemidoro: Dunque, tenuto il debito conto di duplicità della scheda, bonarietà greco-latina della materia, variabile maschile/femminile del pubblico, nonché della volubilità della sorte con le infinite combinazioni cui dà luogo, ritengo vincenti: la biografia critica di un grande poeta neogreco che campì le proprie rèveries omoerotiche sullo sfondo dell'antichità classica e bizantina: Robert Liddell, Kavafis e il notevole saggio di Paola Lupo Lo specchio incrinato, Marsilio, che ripercorre Storia e immagine dell'omosessualità femminile dai tìasi di Saffo fino al millennio il cui congedo (e chissà mai con quali numeri e consigli) ci accingiamo a giocare. Alessandro Fo Origene e il non-plus-ultra dei cantici biblici, le antichità giudaiche di Flavio, e Sofocle...

Luoghi citati: Colono, Firenze, Varazze