La maratona degli scrittori di Mario Baudino

La maratona degli scrittoriA dicembre la grande stagione delle presentazioni in libreria celebra i suoi fasti. Ma servono davvero? La maratona degli scrittori SONO passati gli anni, ma l'episodio non va dimenticato: accadde alla libreria «Paesi Nuovi» di Roma, durante la presentazione di un libro firmato dall'allora ministro Carlo Donat-Cattin. Accanto a lui Francesco Compagna, che ne aveva fatto la prefazione, e Franco Marini. Compagna esordi più o meno con queste parole: «Non ho letto il libro, ma l'ho prefato volentieri», data l'importanza del cattolicesimo sociale rappresentato da Carlo Donat-Cattin, cui dedicò un discorso di grandissimo apprezzamento. Poi Marini. «Non ho letto il libro, ma...». E giù lodi. Infine il ministro: «Io il libro non l'ho scritto, perché è opera di un "negro" e siamo in campagna elettorale. Però vi parlerò del cattolicesimo sociale». Fu un caso leggendario di franchezza, monumento a quel rituale spesso ammantato di falsa coscienza che è la presentazione in libreria, tra paroloni, accostamenti vertiginosi e libri non letti o scorsi rapidamente mezz'ora prima. La presentazione è quasi impopolare quanto i premi letterari, parlarne male è d'obbligo, farsela organizzare quando esce il proprio libro lo è altrettanto. Nessuno sembra crederci, pochi ci rinunciano, mentre proprio in questi giorni il rito tocca il culmine, come ogni anno. A partire da novembre e fino a poco prima di Natale la grande stagione delle presentazioni celebra i suoi fasti, non solo in Italia. In America una rivista specializzata come il Publishers Weekly ha dedicato a questo fenomeno un'inchiesta sul numero del 23 novembre, nel momento in cui autori, editori e librai erano ai nastri per il rush finale. Sono emersi dati interessanti: la sola catena Barnes & Nobles organizza oltre 6000 eventi a livello nazionale, e ne ospita almeno altri 18 mila nelle sue librerie. I librai di medie proporzioni hanno uno o più dipendenti che si dedicano solo a questo. Divergono i giudizi: chi la considera una sorta di «tassa» di cui farebbe volentieri a meno (ma non può), chi la considera un'attività fondamentale. Tutti però, dalla California a New York, sono alla ricerca di so luzioni per ridurre i costi e aumentare il pubblico. Perché se il «tour d'autore» ha una funzione, non è tanto quella di vendere subito molte copie quando di accostare il maggior numero di persone alla libreria. E la stessa esigenza, fatte le debite proporzioni vale anche in Italia. Abbiamo più di mille presentazioni l'anno, ma i problemi sono diversi e più gravi, come ci spiega Giuliano Vigini, maestro dei numeri e della bibliografie con la sua Editrice Bibliografica. Le librerie con dimensio ni sufficienti per ospitare incon tri veri e propri sono poche, meno di 200, per cui si accentua una specie di forbice. Gli editori tendono a organizzare le manifestazioni per gli autori di più largo mercato in luoghi alternativi, dai teatri ai club alle associazioni; ai librai restano spesso le iniziative relativamente «piccole», culturalmente raffinate e magari «difficili», o di taglio locale. Eppure sono importanti: perché mai come oggi serve «comunicare» per vendere, e soprattutto, aggiunge Vigini «comunicare in modo nuovo». Molto dipende dall'autore, che deve sedurre il pubblico e non considerare il passaggio in libreria come un dovuto omaggio al proprio narcisismo. Poi, magari, ci sono tre persone sparute che lo guardano adoranti: rischi del mestiere. Ma può an- che esserci una folla immensa, come è accaduto a Napoli, nella storica saletta rossa della Libreria Guida (quella di via di Portalba), dove quest'anno l'arrivo di Rosemarie Altea, furbissima best seller New Age stravenduta da Sperling & Kupfer, ha scatenato scene poco usuali. «Troppa gente dappertutto, che si stringeva all'autrice, voleva toccare, vedeva angeli volare nell'aria, parlava con i figli morti - ci racconta Angela Viro, responsabile del settore editoriale dell'associazione Guida, che organizza presentazioni in tutte le librerie del gruppo -. Noi eravamo imbarazzatissimi». La Altea no, naturalmente. Parlava con tutti, con¬ vinceva tutti, tra le lacrime di una folla che credeva ciecamente a ogni sua parola. Altro che cattolicesimo sociale. «Sembrava di essere a Carramba che sorpresa)). Ogni presentazione ha, del resto, la sua storia, il suo colore. Passione a Napoli (non solo per la Altea, ma anche per Augias o Busi), e un po' d'America a Roma, dove la libreria di Ripetta, a due passi da piazza del Popolo, ha scelto da tempo il sistema dell'accoglienza totale per il pubblico, con spazi ampi, divani, bar. L'altro giorno Cesare Garboli ci ha festeggiato i 70 anni, e anche questa è una variante dell'incontro con l'autore. C'è un ospite quasi fisso, Vittorio Gassman, che abita poco lontano. E come ci racconta Marco Rossi, responsabile della libreria, fu proprio qui che un pubblico piuttosto abbondante e motivato, sempre quest'anno, si permise il lusso di «correggere» Andrea Camilleri: lo scrittore parlava dei suoi libri, ma la gente riteneva di conoscerli meglio di lui. Era marzo, poco prima che scoppiasse il boom del commissario Montalbano. La libreria in questo caso permetteva di capire che cosa sarebbe di lì a poco accaduto, come una sonda che in genere non manda alcun segnale ma ogni tanto si rianima. Tutto sta a consultarla nel momento in cui rivela una tendenza in atto, non quando la sancisce semplicemente. «Il nostro Sepùlveda porta 2000 persone in qualsiasi posto, ma proprio questo dimostra che non ne avrebbe bisogno» ci ricorda Luigi Spagnol dalla Longanesi. Per lui il modello più promettente è proprio quello americano del «tour» d'autore, magari evitando le grandi città e battendo a tappeto la provincia. La presentazione è un servizio. Fa parte della qualità della libreria, sottolinea Romano Montroni, responsabile delle librerie Feltrinelli. «Una libreria di qualità non può non fare incontri». A patto di leggersi prima i libri. Mario Baudino Dall'America all'Italia nessuno sembra crederci, pochi ci rinunciano. Da migli incontri coi lettori sono oltre mille ogni anno tra successi e scivolate La maratona degli scrittori