Una Vìa Crucis di protesta contro i voli di Malpensa di Gianfranco Quaglia
Una Vìa Crucis di protesta contro i voli di Malpensa Gli abitanti dell'Ovest Ticino invadono i check-in Una Vìa Crucis di protesta contro i voli di Malpensa «Di notte troppi aerei sulle nostre teste Ormai non riusciamo più a dormire» MALPENSA DAL NOSTRO INVIATO La «Via Crucis» della protesta arriva fra i banchi del check-in. Alle 9,30 di una domenica prenatalizia, gli alberi addobbati che sfavillano nel tormentato aeroporto di «Malpensa 2000». Tre ore di manifestazione, con le croci di legno portate in testa al gruppo, i sacchi neri dell'immondizia, vuoti ma gonfiati, e gli slogan ripetuti a toni elevati. Tanto da soffocare la voce dell'annuncio dei voli: «Vergogna, vergogna, voghamo dormire. Avete fatto l'aeroporto, tenetevi gli aerei...». Le hostess dei check-in guardano silenziose, stupiti i passeggeri in partenza. Un po' stralunati quelli in arrivo da Los Angeles, Tokyo. Volantinaggio anche per i giapponesi che chiedono la traduzione: no, non è un «Merry Christmas» all'italiana. E neppure un'occupazione, anche se ne ha tutta l'aria, ma solo un presidio continuato. Così spiegano i 150 manifestanti arrivati dai Comuni del Novarese, che avevano annunciato la singolare protesta natalizia contro il sorvolo delle rotte di «Malpensa 2000», colpevoli di troppo rumore e di togliere il sonno. Ci sono anche amministratori pubblici, come il sindaco di Varallo Pombia (Novara), Stefano Boggio: «Nelle città si prendono prwedimenti contro l'inquinamento, per noi nessuna attenzione. Nei prossimi mesi attueremo altre fonne di protesta, ancora più incisive». Ce l'hanno fatta, finalmente, quelli del Covest (Comitato Ovest Ticino) ad arrivare quasi vicino al cuore di «Malpensa 2000». La levata di scudi contro il sorvolo prosegue da mesi. A fine ottobre oltre un migliaio di abitanti, sindaci in testa, aveva bloccato le vie d'accesso davanti al Terminal Uno, proprio il giorno dell'apertura dell'aeroporto. Le piste erano il vero obiettivo, ma il cordone delle forze dell'ordine aveva permesso 0 sit-in solo all'esterno. Ieri la pacifica invasione davanti ai check-in. Marina Ughetta, coordinatrice del Comitato di protesta, ha organizzato tutto per bene, preparato anche i nastri rossi che racclùudono i sacchi dell'immondizia, per ribadire il disagio della gente-spazzatura del Piemonte costretta a subire: ((Avremmo voluto riempirli di palloncini gonfiati e alzarli in volo nell'area par- tenze, non ci è stato concesso. Ma lo scopo è stato raggiunto ugualmente». Tre ore di visibilità, solo qualche disagio per i passeggeri in partenza, nessun ritardo nei voli. Ma la direzione dell'aeroporto teme, adesso, un replica domenica prossima quando a Malpensa 2000 dovrebbero arrivare quelli della sponda lombarda. Che ieri hanno preso le distanze dal Covest, aprendo di fatto sulle rotte quasi una «guerra dei poveri». I Comuni di Somma Lombardo e Lonate PozzoIo, immediatamente sotto il tiro dei decolli e degli arrivi, non offrono più solidarietà alle genti della sponda piemontese. Per Gerolamo Bergamaschi, presidente del Cuv (Consorzio urbanistico Malpensa) la protesta attuata ieri mattina dai piemontesi è strumentale in quanto il rumore prodotto dagli aerei in decollo, oltre i 65 decibel, ricade per il 90% sui Comuni lombardi. «Non è vero - ribatte Gian Carlo Cantù, fra gli animatori del Covest ! - vogliamo un'equa distribuzione delle rotte. Gli aerei passano sopra le nostre teste e i campanili, ci rendono la vita impossibile». Ieri la rabbia gridata all'interno dell'aeroporto con l'assedio ai check-in. Ma fuori da «Malpensa 2000» prosegue anche la battaglia legale, con appelli a D'Alema, ai ministri Ronchi, Treu, Binai, ai commissari europei per i Diritti dell'Uomo e per i Trasporti. Il Covest del Piemonte contesta anche lo studio realizzato dal centro ricerche Battelle di Ginevra per conto della Sea nel '97: «Le incongnienze contenute sono sufficienti a invalidare qualsiasi conclusione». E Marina Ughetta: «Si induce il lettore a credere che i risultati siano riferiti a dati a regime, mentre si riferiscono al '96 quando gli aerei in partenza e arrivo erano soltanto settanta, oggi sono oltre 500». Sull'altro versante la Sea, proprietaria di Malpensa: «Le rotte non dipendono da noi» ripete il presidente Giuseppe Bonomi. E da chi? Nei giorni scorsi la prima sezione del tribunale civile ha respinto la richiesta di risarcimento presentata da 45 proprietari di case di Lonate Pozzolo (Varese) che lamentavano danni morali e biologici. Responsabili - secondo i giudici - sarebbero le compagnie aeree. Gianfranco Quaglia Un momento della protesta attuata ieri a Malpensa 2000
Luoghi citati: Ginevra, Lonate Pozzolo, Los Angeles, Novara, Piemonte, Somma Lombardo, Tokyo, Varallo Pombia, Varese
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