Psycho III, l'assassino vero di Gabriele Romagnoli

Psycho III, l'assassino vero ERICANI Psycho III, l'assassino vero MYRA Davis, di Los Angeles, è morta due volte nel bagno. La prima al cinema, la seconda a casa sua. Nella morte numero uno faceva la controfigura. Aveva lasciato una scrittura da ballerina per una parte (si fa per dire) in un film di Hitchcock. Si annunciava uno di quelli molto discussi: la protagonista veniva uccisa nel primo tempo, addirittura. Moriva Myra Davis, in verità, controfigura di Janet Leigh nella scena in cui viene pugnalata da Anthony Perkins nella doccia del «Bates Motel». Il film era «Psycho», Myra ci mise la schiena e, indimenticabile, la mano che si attaccava alla tenda della vasca e la strappava via insieme con l'ultimo sospiro di vita. Ci fosse un Oscar per le controfigure, avrebbe avuto la nomination. Da allora, raccontò, aveva paura a farsi la doccia quando era sola in casa. La morte numero due la colse all'età di 71 anni. L'assassino la stuprò, prima di ucciderla. Era il 1988. La polizia di Los Angeles indagò, ma non trovò nessuno psycho-killer da mettere dentro. Chiuse il fascicolo: the end. Nella primavera scorsa, quasi contemporaneamente, i giornali della California pubblicarono la notizia che il regista Gus Van Sant stava finendo di girare il remake del più noto film di Hitchcock, con Anne Heche (senza controfigura) nella parte che fu di Janet Leigh e quella del misterioso stupro e omicidio, tra le pareti di casa, di una donna sessantenne di nome Jean Orloff. La scientifica le trovò addosso tracce umane che, con l'analisi del Dna, permisero di risalire a Kenneth Hunt, 31 anni, giardiniere della vittima, con una passione per le donne mature. Un detective ne studiò il passato e si accorse che era stato giardiniere anche di Myra Davis. Bingo. E, morale della storia, al cinema come nella vita: evitare i remake. Gabriele Romagnoli

Persone citate: Anne Heche, Anthony Perkins, Bates, Hitchcock, Janet Leigh, Jean Orloff, Kenneth Hunt

Luoghi citati: California, Los Angeles