« La mia vita: arte e donne »

« La mia vita: arte e donne » Il critico e deputato rivela: creerò una fondazione « La mia vita: arte e donne » Sgarbi: ho scelto la politica per parlare ONOREVOLE Vittorio Sgarbi, perché fa il deputato? «Per alcune buone ragioni. Il deputato e lo storico d'arte sono i miei principali divertimenti. Grande divertimento scoprire un'opera d'arte, e nel lavoro parlamentare la parola è fondamentale. Inoltre la parola educa, la parola persuade». Si considera un educatore? «No, non voglio educare. A me piace andare avanti, non voglio insegnare. Solo in campagna elettorale talvolta uno è pedagogico, per cercare di strappare il consenso. Il voto degli elettori è la conferma delle tue capacità. E' per questo che nel '90 ho cominciato con la politica». E la televisione? «E' stata una risposta a un paradosso di Giorgio Bocca, che disse tanti anni fa di me: "Peccato che uno così bravo a parlare usi un'arma superata come quella della parola". Si era in un tempo in cui la tv non era centrale come oggi. Io sono stato il primo a trasmettere il mio pensiero in tv». Lei alla fin fine chi è? «Sono un critico polemista eccentrico, forse ipercritico, e il mio godimento maggiore è dare luogo e spazio alle parole». Lei però, oltre che parlare, scrive. «Sì, faccio lo scrittore d'arte, un po' come era Ugo Ojetti». Ma lei ama anche le opere d'arte, oltre che le parole. E' un collezionista febbrile, appassionato. «Il collezionismo è un'altra questione. Nei primi Anni Ottanta, quando da letterato diventai critico, cambiò la mia vita. Pino a 18 anni vedevo la poesia solo nelle parole, poi diventai allievo di Arcangeli a Bologna, che fu capace di fare appassionare noi studenti con il suo racconto sull'arte. Però la natura materiale dell'opera d'arte cominciò a prendermi solo nel '76: fu a casa di Mario Lanfranchi, marito di Anna Moffo poi nel '78, che guardando la sua collezionemi accorsi che un privato poteva entrare nella storia possedendo certi dipinti o certe sculture. Io cominciai a comprare libri con i soldi che guadagnavo dalle mie collaborazioni ai giornali e costruii una biblioteca d'arte che oggi è di più di 60 mila volumi. Poi nell'83-'84 capii che si potevano comperare quadri e sculture e così comperai per caso, vedendolo seminascosto in una vetrina, il San Domenico di Nicolò dell'Arca, lo scultore più raro che esista. Fu il destino che mi permise di aprirmi così al colle zionismo. Tutto quello che ho gua dagnato l'ho trasformato in spirito». Lei investe tutto in arte? «Non investo perché non vendo. L'arte ha un valore indefinibile. Le opere d'arte sono cose diversissime dalla loro materia, il loro plusvalore è solamente spirituale».». Ma lei ama il denaro? «No, mi fa schifo. Io compero solo cose che trovo, cose che non ci sono». E che ne fa della sua collezione? «Farò una fondazione, che segnerà il gusto di un critico di fine secolo». Appena può lei con una Mercedes attraversa l'Italia. Se possibile, con una o più donne. «Il viaggio è un elemento fondamentale. La politica porta a fare comizi, la ricerca dei quadri porta ad andare in giro. Il viaggio, perché sia divertente, bisogna farlo con più persone. Io parto con il mio assistente, una ragazza, un'altra ragazza, insomma la comitiva è per me il modo di viaggiare». Lei è un vitellone? «No. Però ho il senso della vitalità espansiva». Ma non dorme mai? «Dormo qualche ora la mattina, tra le 6 e le 11». E che fa di notte? «Continuo il viaggio del giorno, fino ad arrivare». Mangia poco? «Solo da mezzanotte in poi, quando non si può più fare altro. Poi leggo i giornali e i libri dalle due alle sei di mattina». E le donne? «0 vengono con me oppure mi aspettano o le raggiungo». Non è un'organizzazione semplice quella delle donne. Chi ci pensa? «Me la organizzo io. Penso che una gran parte dell'attività amorosa si svolga nel sonno». Cioè lei dorme sempre con una donna? «Frequentemente. Ma credo che a una certa ora della notte la prima persona vicina ti attrae. Io non credo nella fedeltà. Lascio andare l'istinto durante il sonno». Che differenza c'è tra lei, Casanova e Don Giovanni? «Casanova era appassionato delle donne, io sono più appassionato del divertimento come Don Giovanni. Io non voglio sedurre le donne, ma mi piace la vitalità. Quando volevo sedurle parlavo loro, adesso sono troppo noto e quindi sono diventato passivo. Non posso più dire a una donna "ti amo"». Ma lei ha dei sentimenti? «Si ama soprattutto durante l'adolescenza. Solo un grande sfigato con una vita vuota ha l'amore come pensiero dominante nella vita adulta». Lei è debole o forte? «Sono forte, perché ho mille cose da fare. Però so benissimo che cosa sono i sentimenti. Penso che il maniaco sessuale sia il monogamo». E i figli? «Sono un nichilista assoluto. Posso essere solo un padre naturale. Voglio bene all'umanità. Ho un figlio e certo non posso non amare chi vuole essere amato da me». Gli lascerà i suoi quadri? «No. Le ho detto, farò una fondazione. Gli lascerò altre cose». Ma si sente responsabile? «No». Lei quindi è irresponsabile? «No. Ritengo che essere padre sia irresponsabile. Pensi uno che guadagna un milione e mezzo al mese e ha otto figli». E sposarsi? «Mai. Meglio prete che marito». Ha una morale? «E' la somma di tante e di tutte le morali. Non sopporto quelli che dicono "tu devi fare"». Si considera un provinciale? «Non in senso negativo. Lo sono perché sono nato a Ferrara, e sento molto forte il mio collegamento con il mondo padano e il fiume. Come ha dimostrato Fellini, chi sta in una città toma a quei luoghi lontani della provincia». La nostra politica è provinciale? «Meridionale, in tutti i sensi. Corretta a Milano da Tangentopoli, e dalla Lega. Tutti i politici erano meridionali, da Moro a Andreottla Lega era l'alternativa nordicaPoi i magistrati di Mani pulithanno tnato fuori la cultura deglonesti, per punire la politica meridionale. Ma anche oggi i politicsono meridionali, pensi a Mastella, Cossiga, D'Alema». Ma sono bravi? «O bizantini o volti alla visione del potere consolatorio e rassicuranteE non democratico». E Berlusconi? «E' un protoleghista come uomo d'affari e un post-leghista come politico». Perché lei ha scelto la destra? «Mi sono accorto dell'opportunismo della sinistra nello strumentalizzare l'azione dei magistrati». Di Pietro è un suo amico? «E' il punto più basso e di minor moralità della politica italiana». Lei chi vuole come Presidentedella Repubblica? «Palmella o la Bonino in subordine». Qual è la sua parola preferita? «Quella che mi dà maggiore soddisfazione è "passione". Forse anche "vitalità" e, per certi versi, dolcezza». Alain Elkann Come Don Giovanni adoro il divertimento ma l'idea fìssa dell'amore è da poveretti Posso essere solo un padre naturale ma a mio figlio non posso non volere bene p p SposarmiFMai Assolutamente, meglio prete che marito ip j Sono diventato per caso collezionista il giorno in cui trovai una rara statuetta p ij l critico e deputato rivela: SposarmiFMai ssolutamente, meglio rete che marito ip j FERcreerò Il critico d'arte e parlamentare ttorio Sgarbi : Cogno§ Nome;„„„: Cittadii \ Staio c'obfay FERRARA : Cognome: ...SGARRI § Nome;. ymsmsL „„„.8 MAGGIO 1952 ITAMANA . FERRARA CELIBE : Cittadinanza i \ Staio c'v./o DEBUTATO. E CRITICO D'ARTE 'obfay, COLLEZIONISMO Il critico d'arte e parlamentare Vittorio Sgarbi

Luoghi citati: Bologna, Ferrara, Italia, Milano