I' odissea del mendicante ex terrorista
I' odissea del mendicante ex terrorista Arrestato il suo sfruttatore. La vittima aveva militato in Autonomia Operaia I' odissea del mendicante ex terrorista Picchiato a sangue perché l'elemosina è scarsa IL CLOCHARD RIVOLUZIONARIO u ROMA NA volta sognava la rivoluzione proletaria, adesso il sogno è una buona elemosina. Il problema è che spesso neanche un desiderio così minimalista si realizza e allora sono guai. Mauro Paesotto, 39 anni, ex terrorista pentito, attualmente mendicante, è stato selvaggiamente picchiato dal suo sfruttatore perché le 30 mila lire raccolte in un giorno per le strade dei Castelli romani erano troppo scarse. Lo hanno salvato i carabinieri di Frascati, l'altro ieri sera. Il pestaggio si stava svolgendo non lontano dalla caserma e la coincidenza è stata per lui una fortuna: alcuni militari sono riusciti a immobilizzare Mauro Michelotto, 32 anni, senza fissa dimora come la sua vittima. Paesotto era ridotto male e infatti è stato ricoverato in ospedale per trauma facciale, frattura del naso e di alcune costole. Ne avrà per 35 giorni. Ai carabinieri ha raccontato di essere finito tre me- si fa nelle grinfie di Michelotto, che lo costringeva a chiedere l'elemosina girando per i negozi. Il nome di Mauro Paesotto, originario di Saonara (vicino a Padova), è collegato a uno dei periodi più bui della recente storia del Veneto, quello del troncone di Autonomia Operaia, dei processi per gli attentati attribuiti al movimento e delle inchieste sui contatti con le Br, tra la fine degli Anni 70 e l'inizio degli 80. Paesotto, che aveva cominciato la militanza nel «Collettivo politico di Padova centro», arrivò al processo «7 aprile» da pentito, dopo essere stato arrestato nel febbraio dell'82 con le accuse di associazione sovversiva, banda armata, e detenzione di armi. La scelta di collaborare con la giustizia isolò Paesotto, che al processo fu preso di mira dai vecchi compagni e accusato con gli altri pentiti di tradi¬ mento. Aveva svolto il ruolo di corriere d'armi all'epoca del «collettivo di Padova centro» e del sequestro del generale americano Dozier, quando si occupò - raccontò lui stesso - del trasferimento da un nascondiglio a un altro di tre pistole e di un mitra «Sten». «Non fu una scelta voluta», dice adesso. «Da una parte c'era l'esasperazione, la rivolta giovanile che ogni tanto rende- va la contestazione l'ine a se stessa, dall'altra i "grandi professori" che facevano la teoria e mandavano avanti quelli come me. 11 peggiore è stato Toni Negri. Oggi loro hanno un lavoro, una casa, una famiglia: quello che io non ho più». Così rivive i suoi anni di piombo Paesotto e aggiunge: «Non ho una lira e non so cosa farò quando mi faranno uscire dall'ospedale. Vorrei un qualunque lavoro onesto per recupe- rare la dignità e ricostruire la mia vita. Ma soprattutto vorrei abbracciare mio figlio: non lo vedo da quattro anni: sarebbe come avere un miliardo». Il figlio P., vive con l'ex moglie Katia a Maccarese. «Non ho più avuto notizie di loro - dice e sarebbe il più bel regalo rivedere il bambino. Ma non credo alle favole». L'altro ieri era il primo giorno che Paesotto e il suo compagno-carnefice cercavano fortuna a Frascati. «Ho conosciuto Michelotto quattro mesi fa, a Padova, - ricorda -, Occupavamo abusivamente una casa in via Tommaseo, di fronte alla fiera. Dopo due settimane, la polizia ha sgomberato lo stabile. Michelotto mi ha convinto a venire a Roma, perche diceva che io la conosco bene. Poi, mi ha convinto a venire a Frascati. Ho raccolto 30 mila lire: mi ha detto che non valevano la spesa del treno e i soldi spesi in un bar per una pastarella e un bicchiere di vino ed è stato allora che mi ha picchiato». ir. cri.] Mauro Paesotto, 39 anni, ex terrorista pentito
Persone citate: Castelli, Dozier, Mauro Michelotto, Mauro Paesotto, Michelotto, Toni Negri
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