Legge gufi-ribaltoni, via libera

Legge gufi-ribaltoni, via libera Legge gufi-ribaltoni, via libera La norma passa alla Camera S'accende lo scontro al Senato ROMA. La Camera approva la legge «antiribaltone» coi voti del Polo, ma la maggioranza perde i voti dell'Udr, che alla fine vota contro invece di astenersi come annunciato. Una decisione che non mancherà di ripercuotersi nei delicati equlibri interrii della maggoranza. A favore si sono espressi Ds, Ppi, Fi, Verdi, An e Ccd. Contrari Lega, Rinnovamento Italiano, socialisti dello Sdi, comunisti di Cossutta e di bertinotti e, appunto l'Udr. Il provvedimento approvato, fortemente voluto dal Polo e altrettanto violentemente osteggiato da Udr e Lega, stabilisce che il Consiglio regionale è sciolto quando viene messo in crisi il rapporto fiduciario con la giunta a causa di un mutamento della maggioranza consiliare. Ma il punto chiave - la vera e propria novità dell'unico articolo - è la durata temporale della sua applicazione, che viene estesa all'intero quinquennio della legislatura reagionale e non solo più ai primi due anni, come prevedeva la legge in vigore. Per l'azzurro Franco Frattmi, «il segnale politico è chiarissimo e significativo»: «Vorrei vedere con quale coraggio i segretari regionali di Ppi e Pds ora oseranno ribaltare la situazione in Calabria e Campania», dice soddisfatto. L'esigenza di una nuova norma era nata infatti dopo che le giunte di centro-destra di Campania e Calabria erano andate in crisi in seguito alle dimissioni degli assessori cossighiani, i quali premevano per nuovi equilibri, analoghi a quelli trovati a Roma dopo il passaggio dell'Udr nella maggioranza di centro-sinistra. Una crisi a cui il Polo aveva reagito duramente. L'Udr ha fin dall'inizio contestato la linea ds secondo la quale le giunte regionali non devono necessariamente riprodurre la coalizione di governo. Una posizione che all'Udr Angelo Sanza era apparsa quanto meno «strana»,«visto che arriva dopo che in Sicilia i Ds hanno incassato con un sostanziale ribaltone la presidenza della giunta». Sanza aveva addirittura minacciato consegienze sub rapporti di maggioranza» se i ds si fossero ostinati nelle lo posizioni a favore della legge -che il segretario della Quercia Walter Veltroni era stato fra i primi a proporre - e contrari a una omogeineità fra alleanze nazionali e locali. Un colloquio fra il segretario udr Mastella e il ds Folena sembrava aver portato a un compromesso. Folena aveva concesso la possibihtà di un appoggio della Quercia alle nuove giunte in Calabria e Sicilia. «L'Udr aveva addirittura partecipato alla stesura del secondo comma», racconta il diessino Antonio Soda. E al Ppi aveva promesso la sua astensione. Poi le cose sono precipitate. E il Ppi l'ha presa malissimo. (Avete tradito di nuovo», ha detto in aula il popolare Palma, dopo che Giorgio Rebuffa aveva annunciato il voto contrario. Ma i più irritatti di tutta la vicenda sono i cossighiani. Il provvedimento è stato calendarizzato infatti in aula al Senato il 13 gennaio. Prima del ddl sull'obbligo scolastico, così come ha chiesto il Polo. Una decisione che ha fatto in> bufalire il capogruppo Roberto Napoli che parla di «grave irresponsabilità e di ostruzionismo», [m. g. b.]

Luoghi citati: Calabria, Campania, Roma, Sicilia