Dopo 62 anni l'obelisco torna a Axum
Dopo 62 anni l'obelisco torna a Axum Fu portato dall'Etiopia nel '37 per celebrare i 15 anni della marcia su Roma Dopo 62 anni l'obelisco torna a Axum Stanziato un miliardo per il rientro della stele ROMA. Entro la fine del 1999 l'obelisco di Axum tornerà in Etiopia. Il Senato ha infatti approvato un emendamento alla legge di bilancio che stanzia un miliardo finalizzato all'attuazione del trattato di pace con l'Etiopia del 10 febbraio '47. Le risorse sono state trovate tagliando le spese postali del ministero del Tesoro di pari importo. L'obelisco di Axum è una stele di 24 metri attualmente collocata all'inizio della Passeggiata archeologica a Roma, davanti alla sede della Fao, che all'epoca era la sede del ministero per l'Africa italiana. La stele fu prelevata dai militari italiani su ordine di Benito Mussolini il 28 ottobre 1937 per celebrare i 15 anni della marcia su Roma. La sua restituzione, prevista nel trattato di pace del '47, entro 18 mesi dall'accordo stesso, e confermata successivamente nell'intesa sottoscritta dai due paesi nel '56, non è mai stata effettuata, anche per mancanza dei fondi necessari al trasporto. Il monumento è una stele funeraria a sezione rettangolare decorata con raffigurazioni di finestre e porte e rappresenta per gli etiopici un simbolo di grande importanza. La effettiva restituzione del monumento è stata concordata tra i due Paesi nel corso di una serie di incontri quest'anno. Ora con lo stanziamento dei fondi necessari al trasporto e alla reinstallazione in Etiopia l'obelisco potrà tornare, dopo 62 anni, nel Parco Archeologico di Axum. Nel novembre '97, anche il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, ha sostenuto che la restituzióne all'Etiopia dell'obelisco di Axum e «un atto assoluta- mente dovuto». Negli stessi giorni, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, ha anche ipotizzato che la nave che riporterà la stele a Axum torni con un monumento - questa volta donato - da innalzare a Roma, al posto dell'obelisco: «Per sessant'anni, la stele di Axum è stata un monumento alla guerra coloniale. E' giusto restituirla. Ma sarebbe molto bello sostituirlo con un monumento alla pacificazione». Anche il duca Amedeo d'Aosta, a suo tempo, ha voluto precisare qualcosa a proposito della stele. Nel 1969, quando i rapporti tra l'Italia e l'Etiopia del negus Hailè Selassiè erano ancora molto testi, fu proprio lui a imbastire per conto della Farnesina una delle prime trattative per la restituzione del bottino di guerra. Con questo risultato: «Il Negus rimase fermo sulla restituzione del Leone di Giuda, simbolo più alto del Paese, che in effetti l'anno dopo fu riportato in Etiopia, ma rinunciò all'obelisco di Axum». Il duca ricorda che il Negus disse: «Consideratelo un mio dono agli italiani». Ma l'Etiopia del dopo-Selassiè non riconosce il «regalo» e la promessa del Negus non vale pili, [r. hit.] L'obelisco di Axum e Mussolini che lo trasferì a Roma dall'Etiopia
Persone citate: Amedeo D'aosta, Benito Mussolini, Francesco Rutelli, Hailè Selassiè, Mussolini, Negus, Oscar Luigi Scalfaro
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