Blair: stiamo facendo un favore al mondo

Blair: stiamo facendo un favore al mondo «Sarebbe meraviglioso se Saddam fosse rovesciato, purtroppo non possiamo garantirlo» Blair: stiamo facendo un favore al mondo «Inflitti tremendi danni» IL PREMIER BRITANNICO SLONDRA IGNOR primo ministro, il Ramadan è iniziato ma gli attacchi continuano... «Abbiamo cercato di tener conto della sensibilità musulmana. Questo è uno dei motivi che ci hanno indotto ad avviare l'azione prima dell'inizio del Ramadan». Ciò vuol dire che finirà presto? «Non voglio addentrarmi in aspetti operativi, ma vorrei dire chiaramente che non ce l'abbiamo con il popolo iracheno, ma con Saddam Hussein. Abbiamo l'atto il possibile per limitare le vittime civili. Questa non è una campagna contro il popolo iracheno o l'integrità territoriale dell'Iraq, ma tesa a contenere la minaccia che Saddam pone ai suoi vicini arabi». Ma i vicini arabi non appoggiano l'operazione. «Credo che riconoscano che il responsabile è Saddam, perché hanno sofferto molto per mano sua. E' stato Saddam ad iniziare la guerra contro l'Iran, durata otto anni e che ha l'atto un milione di vittime. Poi ha invaso il Kuwait, e ne è stato respinto solo con la forza. Ed ha intrapreso le azioni più spaventose contro il suo stesso popolo, uccidendo migliaia di persone. Comprendo la sensibilità dei Paesi arabi, ma penso che essi capiscano bene perché abbiamo intrapreso questa azione». Vuol dire che in privato le dicono che la appoggiano? «No, ma bisogna ricordare la durissima dichiarazione rilasciata recen- temente dal Consiglio db' cooperazione del Golfo. Noi abbiamo preso ora l'iniziativa perché Saddam ha disatteso tutte le promesse di collaborare con l'Onu. Abbiamo tentato di tutto per evitarlo. Abbiamo negoziato per 15 mesi. Ad ottobre Saddam ha interrotto la cooperazione quando abbiamo iniziato a scoprire che stava tentando di sviluppare armi chimiche e biologiche. Poi a febbraio ci siamo astenuti dall'azione militare perché Saddam ha promesso che avrebbe assolutamente cooperato con gli ispettori, che avrebbe consegnato i documenti, avrebbe permesso di interrogare i suoi responsabili, e che saremmo arrivati a scoprire tutto il suo programma di armamenti. Ma non ha mantenuto nessuna promessa e ad ottobre ha interrotto ogni collaborazione. Il 14 novembre eravamo pronti a colpire, ma ci fermammo, perché ancora una volta Saddam dichiarò all'ultimo momento che era pronto a collaborare. E quella volta lo avvertimmo che, in caso contrario, avremmo agito. Questo è quanto: abbiamo intrapreso quest'azione con il più profondo rincrescimento, con un enorme senso di responsabilità, ma l'abbiamo fatto perché crediamo davvero che la stabilità del mondo sarà a rischio se si permetterà a quest'uomo di usci¬ re ancora dalla sua gabbia e di minacciare la regione». Dice di agire in base al diritto internazionale, ma gli altri membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu non sono d'accordo, e si ha l'impressione di una vendetta anglo-americana contro Saddam. «Non è così. Anche i Paesi che nel Consiglio di sicurezza non condividono l'azione militare, condividono il fatto che Saddam è una minaccia, che l'Onu deve ispezionarne gli arsenali ed avere i mezzi per frustrarne le mire militari. E nessuno, nella comunità internazionale, contesta il fatto che egli abbia mancato alla sua parola ripetutamente». Non c'è il rischio che l'attacco rafforzi Saddam, che la popolazione si schieri con lui contro il nemico esterno? «Il popolo iracheno sa chi è respon- sabile della sua povertà. Saddam ha trasformato il suo Paese in un complesso paramilitare per i suoi scopi. E' circondato dalla Guardia repubblicana, guardata con terrore dall'intera popolazione. Negli ultimi anni ha speso 1,2 miliardi di dollari (duemila miliardi di lire) per costruire i suoi palazzi privati! E' un leader corrotto che reprime e terrorizza la sua gente. Ora stiamo riducendo sensibilmente il suo poten- ziale militare, i suoi sistemi di controllo e di comando, il suo sistema di difesa antiaerea, e quindi la minaccia che egli pone ai suoi vicini». Siete vicini al raggiungimento di questi obiettivi? «Siamo sulla buona strada. Abbiamo inflitto tremendi danni al sistema di difesa antiaerea, alla sua produzione missilistica, alla sua capacità di lanciare aerei telecomandati che possono portare armi chimiche o biologiche, ai suoi sistemi di comando e di controllo, alla Guardia repubblicana. Ed abbiamo accuratamente tentato di evitare danni alla popolazione». Ma abbiamo visto tutti le immagini degli ospedali colpiti... «Mi scusi la franchezza, ma Saddam ha una leggendaria capacità di distorcere i fatti a fini propagandistici, e mostra le immagini che vuol mostrare. Ovviamente non posso pretendere che in una campagna di questo genere non ci siano vittime civili, e me ne dispiaccio profondamente. Ma pensi a quante vittime ci furono l'ultima volta che Saddam uscì dalla sua gabbia...» Manterrete la minaccia militare all'infinito? «Dobbiamo elaborare la strategia futura, ma manterremo la pressione diplomatica e militare necessaria. Sarebbe meraviglioso se Saddam fosse rovesciato. Noi non possiamo garantirlo, non possiamo impegnarci a farlo, ma finché egli resterà al potere, sarà sempre un pericolo». Copyright Bbc-La Stampa «La stabilità sarà a rischio se si permetterà ancora a quest'uomo di uscire dalla gabbia» «E' un tiranno corrotto che reprime e terrorizza la sua gente. Una minaccia» II primo ministro britannico Tony Blair

Persone citate: Saddam Hussein, Tony Blair

Luoghi citati: Iran, Iraq, Kuwait