L'anno d'oro di Tim di Luigi Grassia

L'anno d'oro di Tim Imi-San Paolo diventa il secondo azionista L'anno d'oro di Tim L'assemblea premia soci e dirigenti Raggiunti i 14 milioni di clienti TORINO. Imi-San Paolo che diventa d'un balzo azionista numero due di Tim è la novità più interessante emersa ieri dalla doppia assemblea (ordinaria e straordinaria) del gigante italiano dei telefonini. Il gruppo bancario, che ancora al 30 giugno risultava assente o marginale nell'azionariato Tim, a dicembre ha messo assieme una quota vicina al 2% sommando l'I,09 detenuto dalla Banca d'intermediazione mobiliare Imi e lo 0,82 che è nel portafoglio di San Paolo fondi. Tutte positive le notizie da Tim, a partire dal dato (atteso) sul numero dei clienti che è esploso negli ultimi dodici mesi da 9 a 14 milioni. Se la casa madre Telecom ha navigato per tutto il '98 nella bufera, la ricca provincia dei telefonini non se n'è proprio accorta. E la differenza si nota anche dalla durata delle assemblee: quello che per l'ex gruppo di Rossignolo sarà ricordato come l'anno delle riunioni-fiume, si è concluso per Tim con un incontro che in un'ora e 40 minuti ha mandato a godersi felici le Feste tanto gli azionisti (grazie al buy-back deliberato) quanto i dirigenti (premiati da una stock-option). Il buy-back, che è il riacquisto sul mercato di azioni proprie in modo che i soci beneficino di un aumento dei listini, era di competenza dell'assemblea ordinaria, che lo ha deciso per le sole risparmio. Nell'arco di 18 mesi ne verrà comprato un massimo di 300 milioni, a un prezzo tra le 50 lire (che è il valore nominale) e le 10 mila, per un importo complessivo non superiore ai 1200 miliardi. Invece l'assemblea straordinaria è stata convocata per apportare allo statuto alcune mo- difiche di adeguamento alla legge Draghi e per approvare la stock-option, che è la facoltà per i dirigenti di comprare azioni a un prezzo di favore. In concreto il consiglio di amministrazione potrà, in un periodo massimo di 5 anni, aumentare a pagamento in una o più volte il capitale sociale con conseguente emissione di azioni ordinarie a favore dei dirigenti per un massimo di 2 miliardi, mediante l'emissione di 40 milioni di azioni ordinarie del valore nominale di 50 lire cadauna. Il presidente Berardino Libonati (che è stato riconfermato nella carica) ha spiegato che «buy-back e stock-option concorrono a rendere, sotto il profilo societario, Tim più compatta e contemporaneamente più aperta alle esigenze del mercato». L'amministratore delegato Umberto De Julio e il direttore generale Rocco Sabelli hanno aggiunto che il buy-back punta a «rivitalizzare il corso delle azioni di risparmio». Il discorso di Libonati allassemblea ò stato infiorato di superlativi: «Tim è una realtà esaltante - ha detto -. Conoscerla e contribuire a guidarla è un'esperienza splendida. In tema di telefonia mobile abbiamo assistito quest'anno al rafforzamento concorrenziale del mercato, ma la concorrenza si vince ancora prima di affrontarla prevedendo ed elaborando idee vincenti. Questo è ciò che Tim ha fatto e sta facendo ancora più in questo fine anno e l'accelerazione sarà crescente, in una prospettiva di aumento di valore per gli investitori». L'amministratore delegato De Julio ha sottolineato l'espansione internazionale del gruppo: «In un mercato globale, Tim ha lavorato e sta lavorando per essere sempre più un'azienda globale con l'obiettivo di 10 milioni di clienti all'estero nel 2000». Le più significative acquisizioni del '98 consistono, ha ricordato, in due licenze regionali di telefonia mobile in Brasile (Tele Celular Sur e Tele Nordeste Celular) e nella creazione della joint-venture «Amena» in Spagna. Luigi Grassia L'amministratore delegato Dejulio

Persone citate: Berardino Libonati, De Julio, Libonati, Rocco Sabelli, Umberto De Julio

Luoghi citati: Brasile, San Paolo, Spagna, Torino