Il giro del mondo in pallone

Il giro del mondo in pallone E' partita dal Marocco la mongolfiera del miliardario inglese Branson Il giro del mondo in pallone Tre settimane sfidando i venti e la guerra L'ULTIMA SFIDA A 10 MILA METRI ORE setto e 30 del mattino. Colonna sonora i tamburi berberi e il soffio dei generatori. Star una colonna di oltre 50 metri che, gonfiandosi d'aria calda, assomiglia sempre di più a un fungo colorato. A fissare la scena organizzata ieri a Marrakesch c'era il barbuto Richard Branson, il più celebre e tele-fotogenico businessman inglese, proprietario della Virgin: «Non ho certo desideri di morte, ma amo sfidare me stesso. I miei figli, Sani e Holly, condividono questo entusiasmo e anche mia moglie Joan ha cominciato ad abituarsi all'idea. Sa bene che non mi sarei imbarcato in questa impresa se non fossi certo di farcela». Accanto a lui un altro miliardario-sognatore, l'americano Steve Fossett, e lo svedese Per Lindstrand. Insieme stanno tentando la circumnavigazione in pallone della Terra, l'ultimo record possibile nella storia quasi centenaria dell'aviazione. Nonostante l'emozione pesava un inevitabile senso di déja vu, perché Branson è al terzo tentativo e Fossett addirittura al quinto. E nulla impedisce di pensare che anche stavolta qualcosa vada storto e l'iscrizione nel libro dei primati sfumi di nuovo. In più c'è la guerra - l'operazione «Desert Fox» - a minacciare le possibilità di successo: è vero che, secondo le ultime informazioni dello staff, l'«Ico Global» dovrà passare a un centinaio di chilometri a Nord dell'Iraq, ma il momento scelto non è certo il più propizio e nessuno può giurare sulla saggezza dei venti a cui la mongolfiera si affida. Il problema è che i tre sono in lotta contro il tempo. Ci sono altri cinque equipaggi che stanno per decollare (le date non sono state ancora comunicate, forse per aumentare suspence e confusione). Una flotta silenziosa, che mira a sfruttare la stagione più propizia per i «jet stream», le correnti d'alta quota capaci di spingere a grande velocità da Ovest verso Est, senza scali intermedi. Branson e Fossett contano di farcela in appena 18 giorni, vincendo gli imprevisti meteorologici, i capricci della tecnica e gli ostacoli politici che finora si sono coalizzati contro questi pionieri tanto chic. Fossett ne sa qualcosa perché, all'ultima prova, è precipitato nel Pacifico e ha rischiato di essere divorato dagli squali. Quando, un paio di mesi fa, Branson l'aveva chiamato sullo yacht per proporgli cavallerescamente il «tour» oltre le nuvole, lui aveva borbottato un «no, grazie» e si era risistemato sulla sdraio ad abbronzarsi. Ma la notte porta consiglio e il giorno dopo ha frettolosamente digitato il numero di cellulare del patron della Virgin e l'ha informato di aver cambiato idea: stava per raggiur. gerlo al campo allestito in Marocco. «Mi sono lasciato convincere perché questo volo dovrebbe essere ragionevolmente sicuro», ha poi spiegato e un Branson in vena di gentilezze ha aggiunto: «Steve è sicuramente uno degli uomini più esperti al mondo in questo settore». Il piano prevede il sorvolo dell'Algeria e della Libia, fino a spingersi in Medio Oriente: Siria, Turchia (possibilmente stando lontani dall'Iraq) e poi l'Iran e l'India per arrivare in Cina e continuare sull'Oceano Pacifico, gli Usa, l'Atlantico e, finalmente, la Gran Bretagna, dove l'atterraggio è previsto intorno al 1° gennaio '99, nel giardino della residenza di «Mr. Virgin». Correranno a 400 all'ora, sospesi a 10 mila metri di quota e rinchiusi in una capsula pressurizzata che è un concentrato di tecnologie, ma che è tutt'altro che confortevole. Solo nella striminzita area cen¬ trale si può stare in piedi. Negli altri punti - nella cabina di pilotaggio e nella zona inferiore destinata al sonno - si fa fatica perfino a stirare le gambe. Saranno tre settimane in pallone senza privacy e - per quanto sorprendente - senza vista sull'infinito. Gli oblò aperti nel cilindro d'alluminio di appena tre metri di diametro sono minuscoli e il trio Branson-Fossett-Lindstrand passerà la maggior parte del tempo con gli occhi fissi sugli schenni colorati dei computer e su quelli di due telecamere. Faranno la storia (sperano), ma la vivranno banalmente, come se si svolgesse in televisione. L'unico panorama «vero» lo vedranno puntando lo sguardo in alto, oltre la cupola trasparente: così potranno controllare lo stato dei generatori e dei bruciatori sospesi sopra di loro. Per svagarsi avranno un ben fornito lettore di compat disc («gadget» d'obbligo per uno che ha fondato una casa discografica). All'esterno sei serbatoi di propano da una tonnellata ciascuna alimenteranno l'energia necessaria a tenere in aria «Ico Global» che, naturalmente, non possiede motori di propulsione. «E' evidente che la strumentazione di bordo è ben diversa da quella di un aereo: quando si è alla mercé dei venti, l'unico modo per governare la mongolfiera ò quello di salire o di scendere per intercettare le correnti più favorevoli», spiegano gli ingegneri che l'hanno progettata. Ecco perché le informazioni meteorologiche elaborate dai computer sono essenziali per mantenere la fatidica media dei 400 all'ora. Il paradosso dell'impresa è che Branson, per quanto danaroso, ha dovuto cercare uno sponsor, l'Ico Global appunto, e quindi ha rinunciato a fare pubblicità al proprio impero. Ma i miliardi necessari sono tanti e non c'era scelta. Anche gli avversari hanno trasformato le loro «navi» in un bizzarro patchwork di sigle e nomi. Lo svizzero Bertrand Piccard, che partirà dalla Svizzera con l'inglese Brian Jones, ha ribattezzato il suo pallone «Breitling Orbiter 3», in onore della ditta di orologi, mentre lo «Spirit of Peace» di Jacques Soukup, Charles Williams e Mark Sullivan si chiama così perché il finanziatore è un'influente leader della Chiesa episcopale americana. E' stata lei a pretendere che sulla cabina ci fosse una preghiera di sua invenzione: «Voli così in alto che Dio ha benedetto la tua risata». Gabriele Beccaria Ha «bruciato» altri 5 equipaggi che puntano allo stesso record Il segreto sta nel saper sfruttare le forti correnti d'alta quota Il businessman è al terzo tentativo «Non ho cèrto desideri di morte ma voglio sfidare me stesso» L'OBIETTIVO Circumnavigare per la ' prima volta il gloto in mongolfiera à IN QUANTO TE M POS 18 giorni circa J?i L'EQUIPAGGIO f , Richard Branson, . A^l Steve Fossette fpM Per Lindstrand ; LA ROTTA « Dopo il decollo dal WL Marocco, verranno 1(2 sorvolati Algeria, Libia, li Siria, Turchia, Iran, India, ™ Cina, Oceano Pacifico, Usa,, Oceano Atlantico e Gran Bretagna, dove è previsto l'atterraggio L'IMPRESA DELL «ICO GLOBAL» GLI ALTRI SFIDANTI PRONTI AL VIA Lo svizzero Bertrand 2 L'americano Piccard partirà dalla Kevin Uliassi Svizzera con l'inglese decollerà dà; Brian Jones sui con il «J Reni «Breitling Orbiter 3»:■'->' L'americano 3 I britannici Andy Elson Kevin Uliassi é Colin Prescott decollerà dagli Usa . partiranno dalla Spagna con il «J Reriee» a bordo del ■ ' «Cable and Wireless» 4 H trio americano-australiano John Wallington, Donald,':. Liniger e'Ben Martin, decollerà dall'Australia ' con il «Re/Max» . 5 II trio americano-britannico Jacques Soukup, Charles Williams e MarkSullivan partirà daglf Usa con lo «Spirit of Peace» :■:■;■^X■^:■;■^:■:■:■:■;■^:■:v:■:■:^^v:■■■:■:o:■:■:■:^■:■:■:■:■:■^:■:-:■:■:■ Branson (al centro) con i compagni Fossett e Lindstrand