«Doppio simbolo alle europee»

«Doppio simbolo alle europee» Incontra Veltroni. A Cossiga: rinunci alla pregiudiziale antiulivista Prodi: l'Ulivo e ipopolari insieme ROMA. Chi lo ha incontrato negli ultimi giorni, parla di Romano Prodi come di un uomo rinfrancato, allegro e su di giri come non era da mesi. Con questo spirito, l'ex premier ha riunito ieri il consiglio nazionale dell'Ulivo, per ribadire l'idea del listone unico di centro per le Europee. In subordine, come scelta più realista, Prodi rilancia la soluzione del doppio simbolo sulla scheda. A due condizioni: impegno formale per «ridurre al massimo la dispersione delle liste elettorali» e lavoro comune per definire «le linee portanti del programma». Come modello suggerisce la «margherita» che ha portato il centro a conquistare il municipio di Trento. I popolari, cui il Professore ha rimproverato ieri «il silenzio» sulle sue proposte di «accorpamento del centro», hanno confermato in serata l'intenzione di affrontare le urne sotto l'ombrello dell'Ulivo. Niente di più, però: «Un'alleanza con Di Pietro ci porterebbe verso il rischio di una scissione», dice Franco Marini, rilanciando a sua volta l'idea di un'alleanza a tre con Cossiga. Prodi, cui peraltro l'idea di andare alle Europee insieme con sindaci e dipietristi continua a non dispiacere, davanti all'Udr apparentemente non chiude la porta, ma, dopo aver usato a porte chiuse parole dure nei confronti di Cossiga, in pubblico pone una condizione secca: «Noi non abbiamo preclusioni personali contro nessuno. Ma è chiaro che, prima di qualsiasi dialogo, Cossiga e i suoi devono rinunciare esplicitamente alla pregiudiziale antiulivista che ha fatto cadere il mio governo». II vertice di ieri ha aperto anche un altro problema all'interno del movimento. Il documento conclusivo, approvato «senza voti contrari e con tre sole astensioni», traccia la strada «verso la costituzione di un soggetto politico operante nel quadro della democrazia bipolare secondo un modello federativo dotato di propri organismi». Un'affermazione che ha dinamento nazionale per un chiarimento immediato: «Sappiamo della tua riluttanza, date le difficoltà politiche attuale scrivono in una lettera - ma riteniamo che proprio questa sia la ragione che rende urgente la riunione dell'organismo politico fondamentale dell'Ulivo». Strategie di lunga durata a parte, l'Ulivo guarda soprattutto al futuro prossimo. A partire dal sostegno al referendum di Segni e Di Pietro, che Prodi conferma nonostante i malumori dovuti alla sua partecipazione alla manifestazione di lunedì al fianco di Veltroni, Fini e Casini. Quella di lunedì sarà la prima uscita pubblica di Prodi insieme con Veltroni, suo vice ai tempi di Palazzo Chigi. I due, che non si vedevano dal giorno della crisi, si sono incontrati ieri mattina. Un faccia a faccia in privato più che cordiale («Se l'Ulivo fosse morto, tu saresti già venuto sulla sua tomba», ha scherzato il Professore), anche se sul piano politico il discorso è apparso ancora interlocutorio. Il segretario dei Ds, stando alle indiscrezioni, ha cercato di dissuadere Prodi dal formare il listone con Di Pietro e Rutelli. L'ex premier ha glissato, confermando a Veltroni di aver chiesto a Marini di lavorare insieme «per aggregare tutte le forze che non si riconoscono nella Quercia». In serata le prime reazioni da Piazza del Gesù: «Prodi si rende conto che sulla lista comune Dini e Boselli hanno già risposto di no? - replica il capo della segreteria politica Severino Lavagnini -. Noi comunque uno sforzo lo faremo lo stesso». Per il presidente del partito Gerardo Bianco, «non ci saranno passi indietro. Alle Europee andremo con Prodi, senza per questo chiudere agli altri». Compresa l'Udr: «Speriamo ci siano anche loro - conferma Bianco -. L'aut aut di Prodi? Mi pare chiaro che, nel momento in cui accettassero di presentarsi al voto anche con il simbolo dell'Ulivo, tutte le pregiudiziali cadrebbero da sole». Guido Tiberga provocato la reazione immediata di un nutrito gruppo di ulivisti a Palazzo Madama, dai diessini Salvi e Angius alla diniana Fumagalli Cantili, dal popolare Elia al verde Pieroni. I senatori, 17 in tutto, hanno chiesto a Prodi la convocazione del coor- «Doppio simbolo alle europee» L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi

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