Gli studenti scendono in piazza di Indro Montanelli

Gli studenti scendono in piazza Ci sarà anche il ministro Belillo. Nella maggioranza scontro laici-cattolici sull'obbligo scolastico Gli studenti scendono in piazza Oggi corteo a Roma per la scuola pubblica ROMA. Indro Montanelli e Rossana Rossanda, Giorgio La Malfa e i Cobas, Rifondazione comunista, Giorgio Bocca e Paolo Sylos Labini, Aldo TortoreOa, Gloria Buffo e i centri sociali, e ancora sindacalisti, parlamentari socialisti e verdi, insegnanti del Cidi, genitori del Cgd e del Mce: all'assemblea al cinema Brancaccio di stamattina ci saranno tutti, tutti quelli che hanno aderito al cartello della «società laica e plurale», sull'onda del «manifesto laico» promosso da un gruppo di intellettuali (Galante Garrone, Montanelli, Bocca, Sylos Labini, appunto) e dalla rivista «Critica liberale». Tutti insieme, uniti dalla comune volontà di difendere la scuola pubblica e non solo, visto che si parlerà anche di bioetica e di famiglia, di Stato e società laica «aggrediti» dal confessonalismo di fine millennio. Una manifestazione «ideale e ideologica» che precederà di poche ore la dimostrazione per la scuola pubblica indetta dagli studenti che percorrerà le vie della capitale il pomeriggio e vede l'adesione di Rifondatori e cossuttiani, verdi e socialisti con le loro organizzazioni giovanili, sindacalisti Cgil, ragazzi e parlamentari dei Ds a titolo personale, visto che né il maggior sindacato né il primo partito della sinistra se la sono sentita di aderire ufficialmente. E «con gli studenti, con gli insegnanti, con i genitori, con tutti i cittadini italiani che vogliono che la Costituzione venga rispettata, che venga garantito il diritto allo studio per tutti, ma soprattutto che venga salvaguardata una scuola laica e pluralista» anche la ministra degli Affari regionali Katia Belillo. Gli studenti della rete autogestita e dei collettivi denunciano «l'inadeguatezza della scuola dell'obbligo», accusata di perpetuare l'antica selezione «di classe». Ma non c'è dubbio che la giornata «di lotta» è stata organizzata con treni speciali e pullman da tutta Italia per contrastare la «parità» fra scuole statali e non statali voluta dai cattolici. E infatti il Ppi critica «la manifestazione contro la legge di parità che di fatto è contro tutta la scuola italiana». Mentre il segretario della Quercia Walter Veltroni, che nel rilancio del partito ha messo al primo posto la campagna sul «Sapere» (scuola, università e ricerca) chiede all'opinione pubblica di giudicare il governo - di cui è parte organica - dai fatti concreti. Dal palazzo politico non mancano tuttavia notizie di nuovi attriti. E il ministro della Pubblica Istruzione Berlinguer ha un bel gettare acqua sul fuoco, sostenendo che ((tutti i partiti della maggioranza sottolinea il ministro - hanno convenuto che bisogna sostenere il diritto allo studio per gli alunni di tutte le scuole, statali e non statali». All'interno della maggioranza riesplode lo scontro, questa volta sull'obbligo scolastico. Proprio stamani i suoi capigruppo dovranno decidere cosa fare dell'ordine del giorno presentato da Roberto Napoli dell'Udr e, a quanto pare, appoggiato anche dal ministro Berlinguer su cui i laici della maggioranza hanno alzato le barricate. L'ordine del giorno mira a permettere che l'innalzamento dell'obbligo scolastico in esame a Palazzo Madama possa essere garantito non solo dalla scuola statale ma anche dagli istituti di formazione professionale. Un'ipotesi gradita ai cattolici, visto che aprirebbe la strada a inevitabili finanziamenti delle scuole private. Ma quando si è saputo che Berlinguer era sotto pressione da parte di Udr e Ppi i laici, primi i Ds, hanno messo un freno. «A questo punto è meglio che sull'obbligo venga approvato così com'è il testo della Camera», dice il senatore ds Luigi Biscardi. [m. g. b.] Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer

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