Amar offre all'Età la «pace di Natale» di Gian Antonio Orighi

Amar offre all'Età la «pace di Natale» Il premier ha per la prima volta proposto dialoghi diretti con il cartello elettorale dei separatisti Amar offre all'Età la «pace di Natale» Carcere basco per 21 separatisti MADRID NOSTRO SERVIZIO A tre mesi esatti dalla storica tregua «indefinita ed incondizionata» proclamata dalla organizzazione indipendentista basco-spagnola Età, dopo aver autorizzato lo scorso 3 novembre contatti diretti con i terroristi, José Maria Aznar ha compiuto ieri tre giganteschi passi avanti nel processo di pace. Il premier ha trasferito nelle galere della Penisola 21 tra i più sanguinari terroristi «etarras», finora rinchiusi nelle durissime carceri delle isole Canarie di Ceuta e Melilla (le due colonie spagnole sul Mediterraneo marocchino) e delle isole Baleari. Poi ha, per la prima volta, proposto dialoghi diretti con Eh, il cartello elettorale dell'Età. Infine ha valutato positivamente i contatti segreti già mantenuti con i terroristi. I trasferimenti dei killer che devono scontare 10 mila anni di galera, eseguiti ieri mattina, sono fondamentali nella strategia di Aznar. Tra gli «etarras» c'è nientemeno che il capo storico Juan Lorenzo Lasa Michelena, nome di battaglia «Txikierdi», 43 anni, numero due dell'Età dal '74 all'85, nove morti ammazzati e 300 anni di galera sulle spalle, l'indiscusso capo del «mako», il «fronte carcerario interno» dei 535 terroristi in galera. Fu proprio l'Età che lo designò, in un comunicato del luglio del '96, come uno dei suoi sette negoziatori con Madrid. E la direzione strategica dell'Età deve avere, prima di trasformare la tregua da indefinita a definitiva, il «placet» di «Txikierdi», finora isolatissimo e senza contatti a Melilla. II premier, tre ore dopo la nota ufficiale dei trasferimenti del ministero degli Interni, ha comunicato alle 13 al Paese la valutazione dell'esecutivo, la quarta dalla tregua. Serissimo come sempre, in un intervento di solo 6 minuti radiotele trasmesso da tutti i media, ha fatto il regalo di Natale ad una Spagna che è vissuta sotto l'incubo quotidiano di attentati dal '68, con un bilancio di 800 vittime. Segno dei tempi, anche il linguaggio è cambiato. Neanche una volta Aznar ha definito l'Età, come faceva prima della tregua, «banda terrorista e mafiosa». «Dal 3 novembre il governo ha attuato in modo preciso e discreto per comprovare se la situazione creata dalla tregua indefinita continua a mantenere possibilità di consolidarsi in definitiva - ha esordito Aznar -. Sia chiaro che il governo non ha intenzione di trasformarsi in interprete della volontà dell'Età. Solo a questo gruppo compete definire la portata delle sue decisioni. La fine della violenza non è un obiettivo del mio partito né un diktat umiliante per l'Età nella contropartita di un prezzo politico (l'indipendenza dei Paesi Baschi spagnoli e francesi che l'Età persegue dal '58, ndr)». «Il processo di normalizzazione corrisponde a tutte le forze politiche basche senza eccezione (cioè anche ad Eh, 14 deputati su 75 nelle Regionali basche del 25 ottobre scorso, ipotesi sinora sempre rifiutata sdegnosamente dall'esecutivo, ndr). Prendere possesso di un seggio è sempre preferibile ad impugnare le armi - ha proseguito Aznar -. Riteniamo che continuino ad esistere le possibilità di consoli- dare la tregua e su queste possibilità il governo continuerà ad esercitare pienamente le sue responsabilità. Consideriamo anche che sia conveniente rinforzare il dialogo con i partiti politici e con tutte le forze del Parlamento basco». I nazionalisti baschi, nonostante la grande apertura di Aznar, considerano insufficienti i 21 trasferimenti poiché vorrebbero che tutti i 535 «etarras» scontassero le pene in Euskadi. Eh parla di «grande presa in giro». I socialisti, il maggior partito d'opposizione, appoggiano il governo però lamentano di non essere stati consultati. Ma è il primo Natale senza la minaccia incombente di attentati. E la pace comincia davvero ad essere, se non vicina, almeno all'orizzonte. Gian Antonio Orighi Ma i nazionalisti chiedono di più «Rischia di essere una presa in giro» Le «aperture» annunciate con un messaggio in diretta radio-tv I Premier spagnolo José Maria Aznar

Persone citate: Aznar, José Maria Aznar, Juan Lorenzo

Luoghi citati: Madrid, Paesi Baschi, Spagna