I piloti: che bello bombardare

I piloti: che bello bombardare I piloti: che bello bombardare Ma è vietato colpire le fabbriche chimiche WASHINGTON.Un'azione «molto eccitante e molto difficile». Così il comandante Mike Shoemaker, 38 anni, veterano della guerra del Golfo e capo di una delle squadriglie di cacciabombardieri della portaerei americana Enterprise racconta la sua missione sull'Iraq. Ha guidato una formazione di 16 aerei, compresi alcuni F-16 decollati dal Kuwait. Un attacco in cui i piloti «hanno imparato molto», anche se «devono state molto allerta», ha spiegato Shoemaker. «Ero un po' nervoso quando sono entrato nello spazio aereo iracheno. Ma dopo aver sganciato una bomba da mil- le libbre su una postazione militare mi sono sentito più fiducioso», ha detto il tenente Will Powers, 29 anni, pilota di un FA-18, e ha aggiunto: «Una base della difesa terra-aria irachena ha continuato a spararci addosso, ma noi abbiamo volato a un'altitudine molto elevata e sicura». Un altro pilota di FA-18, il tenente Chris Claflin, 32 anni, ha sottolineato che «è un'operazione molto diffici¬ le, perché» devi stare attento agli altri aerei per non schiantarti contro di loro. E intanto guardi nello schermo visore notturno i bersagli da colpire, che a volte sono nascosti sotto la sabbia. E intanto il nemico ti spara. Hai solo un paio di minuti per colpire il bersaglio, e questo può rendere le cose ancora più difficili». Il comandante Scott Fisher, da 10 anni pilota di cac¬ cia, ha riferito di aver sganciato una bomba da 2300 libbre con il suo F-l-4: «Ho visto una grande esplosione sul mio schermo, e sono stato sicuro di aver centrato il bersaglio», ha detto, e ha rivelato che come rito portafortuna prima di ogni decollo guarda la foto di sua moglie e dei suoi figli. Dagli attacchi Usa e britannici sono comunque «curiosamente» esclusi i siti delle presunte fabbriche di armi chimiche o di agenti biologici che sono all'origine del blitz. Lo hanno detto fonti del Pentagono citate dal «New York Times». Secondo queste fonti, la scelta è stata fatta per evitare che nubi tossiche si diffondano sulla popolazione civile irachena. Il Pentagono ha detto che gli attacchi sferrati finora hanno preso di mira siti militari, di intelligence e batterie antiaeree. Il capo di stato maggiore delle forze armate americane Henry Shelton ha detto che sono state deliberatamente risparmiate fabbriche che potrebbero produrre armi di distruzioni di massa, ma anche semplici prodotti commerciali. Alla «Nbc» il ministro della difesa William Cohen aveva affermato che i militari «non vogliono correre il rischio di colpire qualche struttura che possa liberare un agente che infliggerebbe danni orribili a gente innocente». I due responsabili hanno più volte ribadito che il bersaglio della missione è la struttura militare irachena. «Non ci facciamo illusioni su quanto sia difficile distruggere la produzione di armi chimiche o batteriologiche», ha sottolineato Cohen. [r. es.l «Ho sganciato e ho visto l'esplosione sul mio schermo. Il rischio? Scontrarci fra di noi» Un pilota Usa fa il segno della vittoria dopo essere ritornato da una missione

Persone citate: Chris Claflin, Cohen, Henry Shelton, Mike Shoemaker, Scott Fisher, Shoemaker, Will Powers, William Cohen

Luoghi citati: Iraq, Kuwait, Usa, Washington