L'illusione di un golpe

L'illusione di un golpe L'illusione di un golpe L'opposizione resta debole e divisa TEL AVIV. A partire dalla Guerra del Golfo (19911 i servizi segreti americani hanno elaborato di concerto con la opposizione irachena almeno sei piani diversi per destabilizzare il regime di Saddam Hussein: in media, uno all'anno. I risultati devono essere stati deprimenti se ancora l'ottobre scorso il comandante delle forze armate americane nella zona irachena, generale Anthony Zinni, ha licenziato in tronco i suoi collaboratori incaricati di rovesciare il Presidente iracheno esclamando che «non c'è alcuna opposizione in grado di sostituire Saddam». Contro il regime baathista di Saddam si misurano - in parte dal territorio iracheno, in parte dalle zone protette dalle forze alleate nel Nord dell'Iraq e in parte dall'esilio - 73 diverse organizzazioni politiche che vanno dai nostalgici della monarchia ai comunisti, dagli integralisti sciiti agli indipen, dentisti curdi. «Gran parte della loro energia | viene esaurita in polemiche interi ne» concordano vari esperti di questioni irachene. Negli ultimi sette anni, la Cia le ha finanziate complessivamente con 100 milioni di dollari. Altri 97 milioni di dollari sono stati stanziati quest'anno all'opposizione irachena quando il Congresso ha approvato lo «Iraq Liberation Act» il cui scopo - spiegò allora Bill Clinton - «è di dare al popolo iracheno una leadership che lo rappresenti davvero e che lo rispetti». Fra gli interlocutori più noti degli Stati Uniti vi è il Congresso Nazionale Iracheno (Ine), mia organizzazione che raggruppa un ventaglio di formazioni minori guidata dal carismatico ex-banchiere Ahmad Chalabi. Secondo alcuni osservatori, dal 1995 le attività dell'Ine si sono ridotte in modo drastico. Dal 1996 - con l'aiuto della Cia - si è cominciato a parlare dell'Accordo nazionale iracheno (Inai, composto da ex ufficiali iracheni disertori basati ad Amman. Un tentativo di colpo di Stato compiuto dall'Ina nel giugno 1996 su iniziativa della Cia e del MI-6 britannico si concluse in un fallimen¬ to perché fra gli asseriti disertori vi erano doppiogiochisti che avvertirono Saddam in tempo. Cento ufficiali furono in seguito fucilati in Iraq. Nelle zone curde nel Nord deD'Iraq gli Stati Uniti appoggiano il Partito democratico curdo di Massud Barazani e l'Unione patriottica del Kurdistan di Jallal Talabani. Solo di recente queste due formazioni sono riuscite a trovare una precaria intesa, negoziata in persona da Madeleine AÌbright. Queste formazioni hanno poco in comune con i leader sciiti di ispirazione integralista raccolti nel Sud dell'Iraq. Un modello studiato all'inizio di quest'anno dagli strateghi di Washington ammetteva che i bombardamenti delle infrastrutture militari e strategiche irachene non potranno da soli rovesciare Saddam (anzi, rischiano di accrescerne il prestigio) e prefigurava lo «schiacciamento» del «sindaco di Baghdad» con insurrezioni sempre più vaste nel Nord, nel Sud (nella zona di Bassora) e nell'Ovest.

Persone citate: Ahmad Chalabi, Anthony Zinni, Bill Clinton, Madeleine Aìbright, Massud Barazani, Saddam Hussein, Talabani