Un virus da trentamila miliardi

Un virus da trentamila miliardi INCHIESTA. Aerei sicuri? Bancomat garantiti? Aziende e banche riprogrammano i loro pc Un virus da trentamila miliardi Corsa contro il tempo per curare i computer SE va male siamo rovinati. Allo scattare della mezzanotte del 31 dicembre 1999 il «baco del Millennio» potrebbe far impazzire i computer del pianeta e trasformare le celebrazioni per la fine del secolo in un terribile incubo. Il peggiore degli scenari minaccia aerei in volo cieco, treni privi di controllo, città al buio, telefoni muti, ascensori bloccati. Inutile pensare di chiedere aiuto con il cellulare, anche quello potrebbe aver smesso di funzionare. Le strade tornerebbero all'oscurità, al silenzio di tempi dimenticati. E nella confusione del momento qualcuno potrebbe anche non pensare subito alla possibilità che il suo conto in banca si sia autoestinto, che la pensione e lo stipendio possano essere finite chissà dove, e che sulle bollette di gennaio il saldo da pagare rischi di avere poco a che fare con la realtà. Nello spazio di un secondo, il sistema informatico potrebbe aver messo in ginocchio una civiltà di cui è arbitro e motore. La minaccia è terribile quanto annunciata. Ha innescato un costoso e frenetico processo di riorganizzazione dei sistemi, oltre che un bizzarro inseguirsi di commenti e pareri culminati con gli inevitabili parallelismi fra i drammi che segnarono l'avvento dell'anno Mille e la notte di San Silvestro che ci attende fra poco più di dodici mesi. C'è persino chi rispolvera antiche profezie su una «nuova» vigilia di Fine del Mondo, anche se nei fatti il caso è serio ma non grave, perché il nemico è noto e l'offensiva per eliminarlo è già partita. Un esercito di tecnici sta riscrivendo i programmi di tutti i calcolatori. Si lavora sodo, e i generali dell'antivirus sono ottimisti. Il loro impegno, garantiscono, farà sì che gli aerei atterrino e decollino regolarmente, che la luce non si spenga, e che le banche non abbiano più difficoltà del solito nel gestire risparmi e pagamenti. La promessa, insomma, è che il veglione del Duemila sarà solo e soltanto una festa. Si stima che l'Italia spenderà almeno 30 mila miliardi per impedire che i computer cancellino virtualmente il ventesimo secolo. Un decimo della somma sarà sborsata dal sistema bancario, comparto fra i maggiormente esposti al virus. «Non sono soldi buttati dalla finestra - sottolinea il Professor Angelo Raffaele Meo del Politecnico di Torino -; si tratta di investimenti e dunque di creazione di opportunità di lavoro. Non c'è da credere a chi dice che il baco del Millennio condurrà alla recessione». Inoltre, aggiunge, i sistemi informatici sono pieni di difetti e l'apparato è abituato a correggerli in condizioni di emergenza. Questo è un po' più grosso del solito, eppure non c'è da essere catastrofisti. E' tranquilla l'Enel che ammette l'esistenza di «una questione potenzialmente devastante» ed esclude l'ipotesi di un trionfo delle tenebre. Le centrali elettriche sono in buona parte controllate da computer, come del resto le questioni gestionali, bollette incluse. L'Ente è impegnato sul fronte Millennio dal 1996, ha passato al setaccio le applicazioni che regolano il suo apparato, pulendo igrandi elaboratori e i singoli personal computer. Alla fine, il conto sfiorerà i dieci miliardi. E' il prezzo dell'evitato black out. Garantita la corrente elettrica a livello nazionale, e sperando che le muncipalizzate facciano sino in fondo il loro dovere, non ci saranno sorprese per semafori (seguono un timer a minuti), gli elettrodomestici (basta la corrente), e quasi tutta l'alta fedeltà. Qualcuno avanza dubbi sui riscaldamenti centralizzati, mentre i telefoni squilleranno. Telecom Italia prevede di completare l'adeguamento e i relativi test entro il giugno del 1999, col 60% del software in esercizio per gennaio. L'ex sorella del gruppo Iri, l'Alitalia, è tranquillizzata dall'esperienza. I primi problemi li ha avuto nel 1985 quando nei magazzini hanno cominciato ad arrivare pezzi di ricambio con durata superiore ai quindici anni. Il responsabile che ha seguito la ristrutturazione riferisce che la parte operativa interna (biglietti, gestione posti, informazioni) è in regola e a gennaio sarà accettata senza contraccolpi la prima prenotazione per il nuovo secolo. La compagnia di bandiera - che ha stanziato 7 miliardi solo per i costi esterni - assicura che l'elettronica di bordo è stata sostituita e aggiornata. L'incognita resta nei cieli, dove i controllori di volo rispondono a regole sovranazionali. Su di loro sta facendo pressione l'Icao, l'organizzazione Onu dell'aviazione civile mondiale, che ha annunciato per giugno un rapporto in cui saranno elencati i buoni e i cattivi del «bug». I vettori dei Paesi bocciati si troveranno in un mare di guai. Ordinaria (e difficile) amministrazione per le Ferrovie. La minaccia del virus del Duemila arriva nel momento in cui l'azienda sta rielaborando la struttura informatica per modificare un servizio pronotazioni in buona misura arretrato. E' qui, ol¬ tre che nella gestione dell'orario, che le Ferrovie rischiano di più. «Nel 1999 avremo un nuovo sistema spiegano fonti dell'Ente - e il problema sarà aggirato». Non ci sono numeri precisi sui costi: un dato che viene considerato ragionevole è di 15 miliardi solo per il software applicativo. Oltretutto, passaggi a livello e scambi solo regolati «sull'ora del giorno» più che «sul giorno dell'anno». Il cambiamento di data dovrebbe risultare ininfluente. Si vola. Si viaggia. Si vive come sempre. Tony Blair lancia l'allarme sulla distribuzione che potrebbe incepparsi e sul rischio dell'indisponibilità di molti generi alimentari. Le associazioni di categoria minimizzano. Bene. Ma si potrà pagare? «Senza il ripensamento informatico potevamo anche chiudere la banca» confessa un esperto della Crt: il passaggio del secolo avrebbe ubriacato il cervellone centrale rendendo impossibili operazioni banali e no, i prelievi col bancomat come i pagamenti delle forniture e delle bollette, il con¬ trollo degli assegni come quello dei conti correnti. L'istituto torinese, come tutti gli altri sotto la costante pressione della Banca d'Italia, ha affrontato il problema costituendo nel 1995 un gruppo di lavoro per il Millennio e la transizione all'Euro. Il saldo: 10 miliardi, iva compresa. Via Nazionale vigila con qualche preoccupazione perché ha l'impressione che l'opinione pubblica non sia informata. Sta preparando una pubblicazione per l'anno nuovo e sul Bollettino economico ha cominciato a fare bilanci: al 30 giugno 1998, solo il 20% delle banche con un proprio centro di elaborazione aveva già adeguato le procedure; Bankitalia stùna che si arrivi al 60% a fine mese. Il sistema italialiano è comunque in ritardo rispetto alla concorenza internazionale e qualche margine di incertezza per la circolazione del denaro persiste. In cambio, almeno stando alle comunicazioni ufficiali, dovrebbero arrivare le pensioni. L'Inps lavora sul vhus da fine '97; a giugno un gruppo di ùnprese capitanato dalla Finsiel si è aggiudicato la gara per rimettere ordine nei computer dell'istituto. «Per novembre '99 saremo in regola. E comunque non c'è mai stato il rischio di un mancato pagamento degli assegni né di errori traumatici dal punto di vista dei contributi perché tutto avviene su base mensile». I questi mesi l'Inps sta allargando i campi di memoria aggiungendo i due byte diemnticati spulciando 12,5 milioni di istruzioni da rivedere, modificare o sottoporre a test. La spesa è di 8 miliardi (Euro compreso). Procedono di comune intesa il ministero delle Finanze (27 miliardi di investimenti più 13 per le Fiamme Gialle) e il Tesoro (6 miliardi): la contabilità nazionale e le entrate del Paese sembrano al sicuro. Ventuno amministrazioni pubbliche hanno presentato progetti «antibug» per 107 miliardi. Il Ministero dell'Industria coordma. Resta da attendere il grande salto e misurarsi preventivamente con le piccole difficoltà in famiglia. Se, come pare, non si fermerà il mondo, il personal casalingo potrebbe avere dei problemi. Che fare? In assenza di esigenze di collegamento col mondo esterno (Internet non modifica lo scenario), dovrebbe bastare una retrodatazione del catenario interno per far finta di niente. Ma va dà se che non servirà a ringiovanire. Marco Zatterin (2.continua) Alitalia al lavoro «Nessun problema» Inps: siamo a posto COME NASCE? All'alba dell'informatica, i programmatori si trovarono alle presa con una ristrettezza di memoria oggi inimmaginabile. Per risparmiare due "byte", derisero di utilizzare solo sei caratteri {e non otto) per indicare le date. Cosi ii 18 dicembre 1 998 risulta essere 18.12.98 e non 18.12.1998. IL "BUG" IN CINQUE PUNTI a Per un computer io scorrere dei giorni non è il tempo che passa ma un numero che cresce. Cosi il passaggio dei secolo sarà dot 31.12.99 allo 01.01.00. Il vizio de I l'intero : processo è che, in assenza di interventi, per il computer l'ultimo «00» non indica il Duemila, bensì il 1900. m LI CONSieUINZI La scomparsa virtuale di un secolo ha la potenzialità di azzerare una parte dei grandi computer e di mandare in tilt gli altri. L'effetto su tutte le macchine e gli apparati regolati da processi informatici ò potenzialmente micidiale. CHB FAR» Con l'eccezione delle macchine più nuove, tutti i computer sono a rìschio. Aziende e amministrazioni publiche a livello mondiale stanno pulendo e riprogrammando miliardi di "file". La spesa complessiva ò stimata in tre milioni di miliardi di lire. Il risultato non può essere sicuro. COME SI CHIAMA li nóme più comune e «baco dèi Duemila», denominazione che deriva dall'inglese "Millennium Bug", dove "Bug" è il termine indicato genericamente per definire tutti gli errori di programmazione, in gergo si usa anche «Y2K»: significa "Year 2 Key", dove "Key* indica la chiave del problema, cioè lo «000». Allo scattare del Duemila tutti i computer potrebbero impazzire per colpa d'un errore di programmazione Si studia la ricetta per evitare, una catastrofe globale

Persone citate: Marco Zatterin, Professor Angelo, Raffaele Meo, Tony Blair

Luoghi citati: Italia, Torino