Dall'usura all'evasione cinque mesi di sospetti

Dall'usura all'evasione cinque mesi di sospetti Dall'usura all'evasione cinque mesi di sospetti INDAGINE SUL PRESULE TNAPOLI ORNA la Guardia di finanza, a Largo Donnaregina, nelle stanze della Curia, dove in agosto, con clamore, la giustizia si presentò per la prima volta al cardinale di Napoli Michele Giordano. Allora il blitz, lo scandalo di un arcivescovo indagato, il sospetto infamante che il denaro della Chiesa avesse in parte finanziato una banda di usurai, provocarono un incidente diplomatico, coinvolsero governo e Vaticano. Oggi, la nuova indagine vede il presule quasi rassegnato agli sviluppi di un'inchiesta partita all'inizio di quest'anno, quando la piccola procura di Lagonegro raccolse le prime denunce delle vittime degli strozzini. I guai giudiziari di monsignor Giordano cominciano a febbraio, quando i giudici potentini accendono i riflettori sul fratello, Mario Lucio, sospettato di aver fatto da intermediario in un vasto giro d'usura che coinvolge anche Filippo Lemma, l'ex direttore dell'agenzia del Banco di Napoli di Santarcan- gelo, il paese in cui è nato il cardinale e dove vive la sua famiglia. I magistrati danno il via agli accertamenti bancari e patrimoniali senza risparmiare lo stesso arcivescovo, le cui utenze telefoniche vengono intercettate per alcuni giorni. Ma la svolta arriva il 22 agosto, quando le auto delle Fiamme Gialle si infilano sgommando nel cortile della Curia. Due giorni dopo, l'arresto del fratello. I pm sono lì per perquisire lo studio del cardinale e notificargli una informazione di garanzia con una gravissima ipotesi di reato: associazione per delinquere finalizzata all'usura. Monsignor Michele Giordano reagisce con veemenza, invoca le sue prerogative, cita il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per criticare la procura di Lagonegro, parla di «tintinnar di manette». Quando gli uomini della Guardia di finanza si accingono a perquisire gli uffici della curia, invita a entrare i giornalisti che assediano il palazzo, li chiama a testimoni dell'abuso che - appellandosi al Concordato - a suo avviso la magistratura sta compiendo. E il suo segretario particolare, monsignor Salvatore Ardesini, qualche giorno più tardi arriva a presentare un esposto contro i giudici di Lagonegro per le modalità, ritenute intutilmente severe, di un interrogatorio. Ma il governo riconosce la legittimità dell'operato dei magistrati e dagli ambienti vaticani arrivano critiche circoscritte alla «spettacolarizzazione» dell'indagine. Che va avanti, seguendo il «vorticoso giro» di titoli tra il cardinale e il fratello, e tira in ballo anche i due figli di Mario Lucio Giordano, Angelo e Giovan Battista, entrambi iscritti a settembre nel registro degli indagati. A loro sono intestati alcuni assegni delle Opere di Religione, l'istituto che amministra beni di provenienza ecclesiale e che avrebbe pagato loro consulenze per prestazioni professionali. Ma sul finire dell'estate è la procura circondariale di Napoli ad interessarsi indirettamente di monsignor Giordano. Questa volta si parla di abusi edilizi a palazzo Montemiletto, un edificio delle Opere di Religione della curia arcivescovile napoletana. 1 vigili urbani mettono i sigilli a sette miniappartamenti ristrutturati dalla società «Gls Investimenti», di cui sono soci i nipoti del cardinale. I giudici di Lagonegro chiedono gli atti dell'indagine, ma mostrano attenzione anche per un'altra inchiesta che risale al 1995, quella sulle cosiddette «chiese-officine». Il procedimento, tuttora aperto e affidato al pm Giuseppe Nicastro, riguarda le chiese sottoposte a vincolo dalla soprintendenza, sia di proprietà della curia sia del Comune: con sopralluoghi a tappeto gli investigatori accertarono che alcune erano state trasformate finanche in garages e officine e avviarono verifiche sulle autorizzazioni. Anche in quel caso monsignor Giordano si appellò al Concordato e in una lettera al procuratore mostrò sorpresa per un'indagine estesa «addirittura all'intero patrimonio ecclesiastico della diocesi». Mariella Cirillo A destra un'immagine della curia di Napoli. Sotto il cardinale Michele Giordano

Luoghi citati: Lagonegro, Montemiletto, Napoli