«Mille sezioni aperte nel week-end»
«Mille sezioni aperte nel week-end» «Mille sezioni aperte nel week-end» Così Veltroni lancia il «partito vicino alla gente» ROMA. 1999, un anno con noi. Lo slogan nuovo di Botteghe Oscure, che ha registrato un 1998 da tracollo, con 610 mila iscritti in meno, e 200 mila tessere non rinnovate, è inalberato dietro il palco. Veltroni, Folena, Passuello, Tedesco e Izzo seggono pero al tavolo di presidenza in una quinta arredata come il salotto di una famiglia borghese. E' la prima direzione nazionale di Botteghe Oscure che si tiene in un teatro, La Cometa che a Roma sta giusto girato l'angolo del palazzone. E la scena è un po' la rappresentazione di quel che dovrebbe diventare il nuovo partito-società di Veltroni. Lui dice «la vecchia macchina organizzativa non c'è più, dobbiamo realizzare un'apertura politico-culturale, e questo attiene alle idee, ma anche agli spazi». E intanto, lo dice appunto da un salotto di famiglia: il partito deve tornare vicino alla gente, apparentarsi con una so- cietà che è cambiata più di quanto la politica abbia saputo fare. Dunque, mille sezioni aperte durante il prossimo week-end. E «operazione-verità» sul reale stato dell'arte degli iscritti alla Quercia: i dati forniti sono impressionanti. E anche per questo, i quattro partiti che compongono i Democratici di Sinistra «non saranno più separati in casa»: tesseramento unico, sul quale sono d'accordo i Laburisti di Valdo Spini, i Comunisti unitari di famiano Crucianelli, i repubblicani vicini a Giorgio Bogi, mentre i Cristiano sociali nicchiano. Operazioneverità, però, ha tenuto a precisare Veltroni, «non una carrozzeria nuova su un partito che fummo chissà quanto tempo fa». Infatti, tra i molti progetti in cantiere, di cui si occuperà la segreteria prossimamente, c'è anche «la carta dei diritti degli iscritti», il volano che dovrebbe cambiare l'approccio alla politica. Il nuovo numero due della Quercia, Pietro Folena, ha poi illustrato le quattro campagne del rinnovamento: la scuola e i saperi, compresa la formazione; la liberalizzazione del lavoro, la mescolanza etnico-culturale che avrà la prima uscita pubblica con la manifestazione europea a Roma contro il razzismo del 24 aprile prossimo; la partecipazione politica, con una campagna di autofinanziamento, idea questa che a Veltroni è venuta anche dopo il suo recente incontro con Schroeder a Bonn. «Noi siamo ancora il secondo partito di sinistra europeo, dopo la Spd», ha infatti raccontato in direzione nazionale. L'area del «progetto», che prevede anche un «reclutamento» di forze intellettuali, è affidata a Giorgio Ruffolo, il quale nel suo intervento ha dato atto a Veltroni di «aver fatto molti passi in avanti» lungo il crinale del socialismo, «perché non si può essere socialisti europei e mettere da parte il socialismo italiano». Ai suoi colleghi della direzio- ne nazionale, Veltroni ha anche parlato di politica nazionale: va bene che Enrico Franceschini per i Popolari abbia dato il via libera al mettere assieme, per le prossime europee, il simbolo del suo partito più quello dell'Ulivo. E la coalizione deve aprirsi a una nuova fase, anche lei, chesia «meno istituzionale e più sociale». Ma la maggioranza di governo, che beninteso è solidissima, non può chiedere alla Quercia di annullare la propria identità. «Io tifo per i partner della coalizione, ma il quadro deve essere di minor frammentazione», ha detto Veltroni. E per questo, barra a dritta sulla legge elettorale: «La discussione sulla scarsa partecipazione dei cittadini all'ultima consultazione elettorale è sterile, personalmente non saprei dire se per la democrazia è meglio se va a votare il 5 per cento degli elettori in più e però si torna a un sistema che non dà stabilità». Come dire che il bipolarismo deve stare a cuore a tutti nell'Ulivo, non solo a Botteghe Oscure. [ant. ram.l Per fronteggiare la fuga di iscritti (duecentomila tessere non rinnovate) quattro campagne «del rinnovamento» Walter Veltroni Pietro Folena
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