Nell'arena torna (a 62 anni) El Cordobés
Nell'arena torna (a 62 anni) El Cordobés Si era ritirato nell'81, la corrida a favore delle popolazioni centroamericane devastate dall'uragano Mitch Nell'arena torna (a 62 anni) El Cordobés A Siviglia: «Non deluderò, sono pronto a lasciarci la pelle» MADRID NOSTRO SERVIZIO L'appuntamento è per domenica prossima alle 12, nella «Real Maestranza» di Siviglia: Manuel Benitez Perez, «El Cordobés», 62 anni, il più straordinario mito della storia della «fiesta», torna nell'arena a tre anni dalla sua ultima corrida. Insieme con altri sei noti «matadores», «il ciclone di Palma del Rio», come lo chiamavano gli aficionados negli Anni 60, parteciperà ad una corrida benefica a favore delle popolazioni del Centro-America devastate dall'uragano «Mitch». Un solo toro, del prestigioso allevatore Navarro Carriquiri. E a Siviglia già non si parla d'altro. «Non ci sono quasi più biglietti benché i prezzi vadano dalle 2000 pesetas (25 mila lire) per i posti "al sol" alle 5000 della "barrerà" - spiega il bigliettaio della «Maestranza», la più prestigiosa arena del mondo dopo la «Monumentai de las Ventas» di Madrid -. Sono vent'anni che non vediamo il Maestro». Lui, El Cordobés, agricoltore miliardario, sposato con la francese Marina, padre di cinque figU riconosciuti (e del matador Manuel Diaz, 26 anni, che però non ha mai riconosciuto benché sia una sua goccia d'acqua) si sta allenando per far onore alla sua storia. Da due settimane il torero più famoso del mondo negb Anni 60-70 con ben 841 corride alle spalle, il matador che riaccese la passione per la «fiesta», l'inventore del celeberrimo «salto della rana», il Maestro che rivoluzionò il «toreo» avvicinandosi come mai prima era successo alle tremende corna dei «Miura», si allena nella palestra Carmen di Cordova. I suoi mitici capelli biondi che lo avevano fatto soprannominare «El Melenas», il capellone, sono ormai grigi, il suo corpo appesantito. Ma El Cordobés ce la sta mettendo tutta per tornare in forma: boxe, squash, ping-pong, aerobica. «Vado a Siviglia per lare onore alla mia stoiia e sono pronto a lasciarci la pelle. Può darsi che molti dicano che sono matto. Ma io non mi sono mai ritirato dalla "fiesta". Sono sempre stato un torero anche se non scendo più nell'arena - ha detto sulle colonne di «Abc» il matador che è stato una leggenda e un punto di riferimento sociologico della Spagna franchista -. Non m'importa se ritorno per un festival benefico. Vado alla "Maestranza" a far vedere chi sono. Voglio dire di più: c'è un 99 per cento di possibilità che trionfi. Perché quello che facciamo per le famiglie dell'America Centrale è molto importante». Il matador che faceva impazzire tutta la Spagna e che si è ritirato definitivamente nell'81 (a parte due corride nel '93 e nel '95) non dice se ritornerà ancora in futuro nell'arena. Burbero come sempre, continua: «Io non sono propenso a prodigarmi. Se c'è una causa più che giustificata come quella di domenica, non ho nessun problema a ritornare. Senza eccessi, però. Mi piace vivere in campagna. E torno a ri¬ badire che non mi sono mai ritirato. Le uniche corna che mi hanno fatto paura sono quelle che ho conosciuto nella mia gioventù, quelle della fame. Io morirò torero». El Corbobés, laureatosi matador nel '63 a Cordova (da qui il suo soprannome), visse una adolescenza durissima. Prima perse la madre, poi il padre, morto di tubercolosi dopo anni di galera franchista. Le sue difficoltà per sbarcare il lunario - fece anche il muratore - spiegano la immensa popolarità sfruttata poi dal dittatore Franco, che se lo portava a caccia. Domenica, sfiderà il suo vero «toro», il suo mito. Gian Antonio Orìghf Manuel Benitez Perez, conosciuto in tutto il mondo come «El Cordobés» durante una delle sue ultime corride
Persone citate: Cordova, Gian Antonio Orìghf Manuel, Manuel Benitez, Manuel Diaz, Miura, Navarro, Perez
Luoghi citati: America Centrale, El Cordobés, Madrid, Siviglia, Spagna
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