Berlusconi di Enrico Singer

Berlusconi Berlusconi «La sinistra torna alle sue radici» ROMA. Onorevole Berlusconi, D'Alema dice di non condividere «l'etica americana della punizione dei cattivi». Soprattutto se a stabilire chi sono i cattivi è sempre l'America... «Non mi sorprende. Anche in politica estera, come in quella intema, tutto si tiene. Le posizioni, le azioni: tutto discende da una concezione del mondo. Loro sono quelli dei sit-in sotto l'ambasciata americana. Sono quelli che scrivevano America con la k e che hanno sempre combattuto la politica americana. Sono quelli che gridavano Nixon boia, che protestavano in piazza e che definivano la Nato un mostro, uno strumento della politica militarista degli Usa. Adesso D'Alema sceglie altri toni, altre formule. Ma non ha cancellato del tutto il suo passato. La storia, le radici tornano sempre a galla. Per questo non mi meraviglia quello che ha detto nell'intervista al vostro giornale». E lei che cosa pensa americana? della strategia «Per me gli americani sono il popolo che è venuto in Europa e che ci ha salvato dal nazismo, da una catastrofe che poteva essere definitiva. Il popolo che ha dato a noi e all'Europa la libertà. Anche questa è una concezione del mondo. Io non potrei mai essere antiamericano. Come, credo, che D'Alema non riuscirà mai ad essere a favore degli Stati Uniti. Nel caso di Saddam, poi, mi sembra che anche l'Onu abbia giudicato "cattivo" quel regime. Non solo gli americani. I rapporti dell'Onu dimostrano che l'Iraq sta costruendo armi che rappresentano un pericolo. Non si possono chiudere gli occhi di fronte a questa realtà». D'Alema dice che se si vuole applicare una giustizia internazionale bisognerebbe colpire tutti i «cattivi»... «Anche questa l'ho già sentita. Così, visto che colpire tutti i "cattivi" del mondo non si può o non si vuole, allora non sarebbe giusto colpirne intanto uno per spingerlo a rispettare le decisioni della comunità internazionale. E' sempre una questione di concezione del mondo. Molte volte ci attribuiscono rozzezze che non ci appartengono. La verità è che noi siamo schierati da una parte perché riteniamo giusta la difesa dei valori di libertà così come abbiamo, in politica intema, la nostra concezione dello Stato. Altri sono schierati da un'altra parte e poi si ritrovano Ocalan in Italia. 0 meglio: tutti noi, poi, grazie alla loro politica, ci ritroviamo Ocalan in Italia». Perché? «Lo ha ammesso anche Bertinotti. Ocalan è venuto in Italia perche sapeva, o gli avevano detto, che da noi c'è un governo post-comunista. Un governo che lo avrebbe in qualche modo accolto». Ma che ora sembra impaziente di liberarsene... «Prima di tutto mi chiedo ancora come faceva il governo a non sapere che Ocalan stava per prendere quell'aereo Mosca-Roma. Adesso se ne vuole liberare? Anche questo non mi sorprende. Il governo è pieno di contraddizioni. Si regge su forze politiche che hanno posizioni lontane. C'è anche Cossutta che è andato a trovare il comunista russo Ziuganov». Ma D'Alema non è andato a Mosca... «Qualcuno, però, mi ha riferito che nei momenti di intimità lui stesso si definisce "un vecchio bolscevico". Sarà soltanto una battuta. Ma di che cosa ci meravigliamo?». Enrico Singer