D'Alema ha dato inizio alla revisione della Nato
D'Alema ha dato inizio alla revisione della Nato D'Alema ha dato inizio alla revisione della Nato L'INTERVISTA A LA STAMPA IROMA raid americani sull'Iraq hanno contribuito ad alzare il velo sulla riflessione in corso a Palazzo Chigi sul ruolo della Nato nel nuovo secolo. Nell'intervista pubblicata ieri sul nostro giornale Massimo D'Alema ha messo dei paletti: «Il problema è la legittimità dell'uso della forza, per gli Usa deve limitarsi ad essere coerente con la Carta dell'Onu per buona parte degli europei deve essere autorizzata dal Consiglio di Sicurezza». Parole notate in mattinata in più d'una ambasciata europea dove si è mormorata la parola «svolta». Nelle stesse ore, intervenendo a Montecitorio, D'Alema faceva un altro passo avanti, proponendo al Parlamento «un confronto sulla politica estera in vista del vertice della Nato a Washington dove si discuteranno questioni rilevantissime, come il nuovo concetto strategico». Gli addetti ai lavori confermano che quello di D'Alema assomiglia ad un annuncio: in vista del summit per i 50 anni dell'Alleanza Atlantica il governo italiano sta lavorando, in sintonia con alcuni partner europei, ad un pacchetto di proposte che saranno discusse in Parlamento. «Siamo entrati in una fase di ripensamento dell'intera architettura di sicurezza euro-atlantica - spiega Umberto Ra¬ nieri, sottosegretario agli Esteri per l'Europa - che riguarda l'allargamento della Nato, il mandato per i suoi interventi, la sicurezza comune europea ed il ruolo dell'Osce». Fra gli obiettivi di questo «ripensamento» c'è quello di evitare che, come dice D'Alema, «la Nato eserciti un monopolio mondializzato della forza svincolato da regole capaci di legittimarne l'uso» e quindi far passare il principio che gli interventi Nato fuori-area dovranno essere autorizzati dall'Onu. «Il cuore della questione - conferma il sottosegretario agli Esteri, Rino Serri - è la legittimità degli interventi fuori area della Nato». Per il governo la Nate «è e deve rimanere un'alleanza difensiva, come prevede l'articolo 5 dello statuto, nei limiti della sua area e non può essere lei stessa fonte di legittimità per azioni di forza fuori dai confini». Questa la proposta dell'Italia per il «nuovo concetto strategico», tesa a suggellare la supremazia del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. «Se così non fosse - aggiungono alla Farnesina - gli Stati Uniti potrebbero spingere la Nato a compiere raid come quelli sull'Iraq». L'Italia è in contatto con i partner europei su questi temi: si sente in sintonia con Parigi ed ha registrato con soddisfazione gli interventi del ministro degli Esteri tedesco, Joshka Fischer, sulla necessità del linkage Nato-Onu. Giorgio La Malfa, segretario del Pri e di provata fede atlantica, concorda: «Ha ragione D'Alema quando pone il problema della base legale degli interventi ma av- viene già che l'Onu autorizzi sempre la Nato fuori area. Per questo i raid americani sull'Iraq sono del tutto legittimi». La strada fino al summit di Washington è ancora lunga ed anche il Dipartimento di Stato sta lavorando al «nuovo concetto strategico» con proposte che sono, come ammette D'Alema, «divergenti». L'amministrazione Clinton pensa infatti ad una Nato che in futuro estenda il concetto di «dilèsa»: non più solo del territorio ma anche dagli interessi di sicurezza. Seguendo l'esempio di quanto avvenuto in Kosovo, quando si decise di agire senza il formale via libera Onu. Inglesi e spagnoli sono d'accordo con Washington. Il presidente del Consiglio D'Alema
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