Scatta l'allarme terrore

Scatta l'allarme terrore Si teme un attacco di Bin Laden, tutte le misure di sicurezza potenziate anche in Italia Scatta l'allarme terrore Chiuse 40 ambasciate Usa in Africa NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Ai due fronti riconosciuti su cui Bill Clinton è impegnato in queste ore - quello di Saddam Hussein e quello dell'impeachment - c'è da aggiungerne un terzo: quello delle organizzazioni terroristiche che potrebbero decidere di intervenire per «vendicare» l'Iraq colpendo qualcuno delle centinaia di «obiettivi» americani sparsi per il mondo. Nessuno sa con esattezza quanto questa possibilità sia reale, ma certamente a Washington viene presa molto sul serio, come dimostrano i drastici provvedimenti presi. Da ieri praticamente tutte le ambasciate americane in Africa sono chiuse, lo ha deciso il dipartimento di Stato, «alla luce - ha detto un suo funzionario - delle numerose minacce ricevute di recente e dell'ancora maggiore situazione di pericolo che potrebbe scaturire dalle operazioni in Iraq». Gli Stati Uniti hanno 46 ambasciate in Africa, ma tre di esse - in Congo, in Somalia e nella Guinea Bissau - sono chiuse già da mesi, cioè all'indomani degli attentati di agosto alle sedi diplomatiche di Nairobi e Dar es Salam, perché considerate poco sicure. L'ordine di ieri ne ha raggiunte altre 40, sicché in questo momento nell'intero continente africano ci sono soltanto tre ambasciate americane funzionanti: quelle in Sud Africa, nella Nigeria e nel Burkina Faso. «Una situazione senza precedenti», ha commentato a bocca aperta uno dei giornalisti che stava raccogliendo queste informazioni, e il funzionario del dipartimento di Stato ha replicato asciutto: «Il problema qui non è quello dei precedenti ma quello della prudenza». «Non posso dire - ha poi continuato - le ragioni specifiche per cui siamo arrivati a questa decisione, ma posso dire che è stata soppesata con la massima attenzione». Ma forse ciò che il funzionario non poteva dire è ciò che il «New York Times» aveva detto mercoledì, prima dell'attacco all'Iraq, e cioè che erano state intercettate delle conversazioni telefoniche di Osama Bin Laden, il miliardario rifugiato in Afghanistan che ha «dichiarato guerra» agli Stati Uniti, dalle quali era apparsa evidente la preparazione di un nuovo attentato. Da quella conversazione non si era riuscito a capire se l'obiettivo fosse un'ambasciata o una delle basi militari americane nella zona del Golfo e così si è deciso di lanciare l'allarme «Charlie» alle une e alle altre. Charlie è il ter¬ zo livello di pericolo su quattro e significa «attacco imminente». La prima mossa è stata quella di «cambiare i programmi» delle basi militari (spostando l'orario delle esercitazioni, variando la durata dei turni di guardia, eccetera) in modo da rendere più complicato un eventuale «piano» terroristico. La seconda mossa è stata quella di compiere una rapida «revisione» delle condizioni di sicurezza nelle ambasciate. Ma proprio mentre quella revisione si stava svolgendo, ecco il precipitare delle cose con l'ordine di attaccare l'Iraq. Non c'era più tempo per concludere il lavoro e così si è deciso di chiudere le 40 ambasciate africane, perfino scavalcando, a quanto pare, l'ufficio della «sicurezza diplomatica» del dipartimento di Stato, che infatti non ha controfirmato il provvedimento. Per quanto riguarda la possibilità che i terroristi possano colpire in qualche altra zona del mondo, al dipartimento di Stato la considerano «remota» ma non impossibile, per cui un po' dovunque le misure di sicurezza sono state comunque intensificate. Anche in Italia, da quanto si è saputo, è stata organizzata una vigilanza più stretta del solito delle ambasciate e consolati americani e inglesi, delle varie istituzioni in qualche modo legate ai due Paesi, scuole, istituti di cultura, eccetera, nonché dell'aeroporto di Roma, con una speciale atten¬ zione agli imbarchi dei voli diretti in America, in Israele e negli altri Paesi del Medio Oriente. Per le basi militari di Aviano e Sigonella, il grado di allarme non è «Charlie» ma «Bravo», cioè il secondo dei quattro livelli, che ha costituito una novità solo per Sigonella perché ad Aviano esisteva già dal tempo della tragedia di Cavalese. La maggiore attenzione, lì, pare che sia stata decisa solo dalle autorità italiane che hanno intensificato i controlli «esterni» della base, affidati ai carabinieri. Franco Pantarelli E' scattato il segnale di massimo pericolo Rafforzati i controlli esterni anche attorno alle basi militari americane di Sigonella e di Aviano Misure di sicurezza all'ambasciata Usa in Tanzania dopo l'attentato di agosto

Persone citate: Bill Clinton, Bin Laden, Franco Pantarelli, Osama Bin Laden, Saddam Hussein