Al rogo le bandiere sventolate per Clinton di Fiamma Nirenstein

Al rogo le bandiere sventolate per Clinton Al rogo le bandiere sventolate per Clinton Una giornata di rabbia nella Palestina diArafat TÌT7TT T7HJTH(ri? TI ,] — 1 * ~ C BETLEMME. Presidente Clinton, benvenuto in Palestina. Uno striscione rimasto appeso dalla visita a Betlemme di tre giorni fa, sembra un accento sarcastico sulla manifestazione di protesta che avanza verso il posto di blocco al limite dell'Autonomia Palestinese. Sono soprattutto giovani del campo profughi di Dehejshe. Sono furiosi, gridano con vera passione: maledicono l'America e Israele, e bruciano le bandiere americane che pochi giorni prima Arafat aveva fatto distribuire per sventolarle in segno di accoglienza all'illustre ospite. Vanno in cenere insieme con le bandiere d'Israele, e ristabiliscono quel nesso malefico che raffigura tutto l'Occidente come un'unica emanazione del Male. Arafat e i suoi uomini sono cauti, dai loro uffici condannano l'attacco americano, chiedono la sua immediata cessazione. Ma sanno che la piazza, a Ramallah come intorno a Betlemme, come del resto in Giordania o in Siria, ribolle di ammirazione per Saddam e ha dimenticato l'abbraccio di Clinton, di Hillary e di Chelsea. A El Bireh ci sono stati scontri, un ragazzo è stato ucciso dai soldati. Il cielo risplende azzurro su Dehejshe, lo sciopero di sohdarietà con Saddam sparge i bambini per le strade. Si arrampicano sul monumento di cemento alla Palestina, alto tre metri, che comprende anche Israele. Avanti e indietro dal posto di blocco, l'ondata del campo profughi marcia davanti ai negozi di mandarmi e arance ammucchiati, sfiora le camionette della polizia palestinese, volano le pietre verso i soldati israeliani, si scappa indietro e si ricomincia. I più arrabbiati per l'attacco a Saddam sono dei vecchi con la kefia: uno di loro scambia la cronista con un'americana, e la maledice agitando il bastone: «Spero che Dio adesso distrugga l'America e tutto l'Occidente, proprio come Clinton uccide i bambini di Saddam». Un uomo appena più giovane, che fa parte del Consiglio Nazionale Palestinese, spiega perché tanta rabbia: «Siamo dalla parte di Saddam, perché è l'unico grande leader che osa mettersi contro l'America, un Paese che non ha coscienza e che ci odia in quanto arabi». Lo dice calmo, offre anche un bicchiere di tè nell'ufficio della sua organizzazione, se per caso facesse freddo. Ma perché l'America non ha coscienza? E che cos'era allora l'abbraccio di Clinton a Arafat, che cosa il suo evidente sostegno ad un prossimo Stato palestinese? Come la si mette col fatto che Arafat era tanto entusiasta di riceverlo? «Due bastardi! Due bugiardi!» ruggisce una piccola folla di ragazzi un blue jeans e giubbotto striminzito. I politici cercano di calare un velo su tanta irriverenza verso il Raiss.. «Abbiamo accolto Clinton con gentilezza e speranza»: T-L. ... ,V] T? •, >-i i i .... *mni*\nnr* A.nmnnn Abed Hamid Faraji, un trentenne funzionario della struttura della nuova Autonomia, dice: «Gli abbiamo detto welcome con tutto il cuore. E non ha ottenuto niente per noi, niente per la pace, niente che ci aiuti...». E l'aeroporto internazionale, e i milioni di dollari, e le pressioni su Netanyahu? Di nuovo un ruggito dai giovani: «Tutte balle da politici. Arafat può dire quel che vuole... Chiunque ha il coraggio di mettersi contro l'America e contro Israele, che è la stessa cosa, è nostro amico». Fra i ragazzi ce n'ò uno che si chiama Mohammed, ha 15 anni, è alto con gli occhi brillanti e dolci e una piccola barbetta curata sul mento: «Speriamo che Saddam spinga tutto il mondo arabo a svegliarsi...». Svegliarsi per che cosa? «Per combattere! Non c'è che combattere contro gli americani e Israele». Ma cos'è per te Saddam Hussein? Non è tanto migliore Arafat? Non sarebbe meglio che i palestinesi facessero uno Stato democratico, non pensi che a Betlemme la vita potrebbe essere migliore di quella dei sudditi di un dittatore crudele come Saddam? «Dittatore...» Mohammed ripete con un sorriso sarcastico: «Quando è venuto Clinton anche da noi i poliziotti palestinesi hanno portato via tanta gente... Le elezioni, favole per bambini». La piccola folla dei suoi compagni ruggisce di nuovo: «Saddam è il migliore... Gli americani uccisero tutti gli indiani». Fiamma Nirenstein Nel campo profughi di Dehejshe la gente grida: morte agli Usa