L'Antitrust: stop al «visto pesante» di V. Cor.

L'Antitrust: stop al «visto pesante» I commercialisti nuovamente nel mirino dell'authority per la concorrenza L'Antitrust: stop al «visto pesante» «Impone limiti su chi può eseguire le certificazioni» ROMA. Nell'arco di pochi giorni il mirino dell'Antitrust torna ad inquadrare i commercialisti. Dopo il «cartello» delle tariffe questa volta l'autorità per la concorrenza boccia il «visto pesante», uno strumento la cui introduzione è prevista dal decreto legislativo per la riforma dell'assistenza fiscale e che ha come obiettivo la possibilità di monitorare preventivamente la correttezza delle dichiarazioni dei redditi di impresa in regime di contabilità ordinaria. L'authority non è d'accordo su questa misura, perchè finirebbe per diventare una riserva per un ristretto numero di professionisti creando una ingiustificata restrizione della concorrenza. In che modo? Stando alla bozza del decreto i professionisti abilitati ad apporre il «visto pesante» sono i revisori contabili iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali e dei consulenti del lavoro che ab¬ biano esercitato la professione per almeno cinque anni. Inoltre è richiesto che il professionista abbia tenuto le scritture contabili dei contribuenti nel corso del periodo d'imposta cui si riferisce la certificazione. Ora, secondo l'Antitrust «è comprensibile l'esigenza della pubblica amministrazione di selezionare il certificatore secondo sostanziali criteri qualitativi», tuttavia l'introduzione, anche se indiretta, dei limiti citatiavrebbe come effetto quello di ridurre sensibilmente l'offerta di servizi tenuta delle scritture contabili. La domanda delle imprese che desiderano avvalersi del visto pesante, potrebbe, infatti, essere soddisfatta da non più del 40% degli iscritti ai tre ordini. E questa riduzione dell'offerta viene ulteriormente aggravata dal fatto che vengono di fatto abilitati alla certificazione tributaria solo i professionisti con almeno cinque anni di attività, il che, inevitabilmente, fi¬ nisce per penalizzare i più giovani. Da parte sua il ministro delle finanze, Visco, parla di «diversa interpretazione del disegno legge», ma che ne pensano i professionisti in questione? «Vorrei puntualizzare - dice Francesco Serao,presidente dei dottori commercialisti - che lil funzionamento sarebbe questo: attraverso gli studi di settore si verifica la congruità della dichiarazione dei redditi del cliente e, una volta accertatala, il professionista si accolla la responsabilità della denuncia. Noi riteniamo prosegue Serao .- che questo richieda un certo livello d'esperienza. Comunque il parere dell'Antitrust non è in contrasto con il nostro punto di vista, dato che ammette la necessità di selezione su livelli qualitativi. In poche parole - conclude il presidente dei dottori commercialisti - visto il livello di professionalità della nostra categoria, noi siamo a posto». [v. cor.]

Persone citate: Francesco Serao, Serao, Visco

Luoghi citati: Roma