Sì alle Fondazioni senza banche

Sì alle Fondazioni senza banche Approvata la legge. Il Tesoro vigilerà sugli enti che dovrebbero occuparsi solo di attività non profit Sì alle Fondazioni senza banche Ma il dubbio resta: possibili accordi di controllo ROMA. Tante precisazioni. Ma nessun emendamento. E così diventano legge le nuove regole per le fondazioni, gli 88 enti che hanno finora retto le sorti di banche importanti come Cariplo, Banca di Roma 0 Monte dei Paschi. Il provvedimento approvato ieri dalla Camera con lo stesso testo varato dal Senato incentiva la vendita delle partecipazioni negli istituti di credito. E con le privatizzazioni si chiarisce il ruolo delle fondazioni che devono operare in tutto il campo del non profit, cioè le attività senza lini di lucro per l'assistenza, la sanità, l'istruzione, la ricerca scientifica, l'arte e la cultura. Le modifiche apportate dal Senato alle norme definite in un primo tempo dalla Camera avevano provocato forti polemiche e alimentato 1 dubbi sulla possibilità per le fondazioni (che hanno un patrimonio di 54 mila miliardi) di mantenere una presenza rilevante in imprese anche con fini di lucro. In pratica c'è chi ha temuto da un lato privatizzazioni stimolate e dall'altro «statalizzazioni» cioè nuovi inter- venti in economia. Il governo ha chiesto alla maggioranza di centrosinistra di non presentare emendamenti. Si è preferito puntualizzare con un ordine del giorno la filosofia della nuova legge, approvata dal centrosinistra (tranne i Verdi astenuti) e dal Polo (tranne Marco Taradash) con il voto contrario della Lega. L'ordine del giorno fa riferimento ai decreti delegati di attuazione della legge che do- vranno essere predisposti: il fatto che le fondazioni (come stabilito dal Senato) possono avere come scopo anche la «promozione dello sviluppo economico» non deve trarre in inganno sulla loro natura di organismi non profit. L'ordine del giorno evidenzia il fatto che nella legge si dice esplicitamente che gli enti possono perseguire i loro scopi attraverso l'esercizio di impresa «esclusivamente» nei settori della ricerca, dell'istruzione, dei beni culturali e ambientali e dell'assistenza. Quindi nessun equivoco, stando all'ordine del giorno: le fondazioni sono enti non profit, sono incentivate a vendere le azioni delle ban¬ che, non devono lanciarsi in qualsiasi attività economica. Al documento della Camera è stato dato il massimo valore politico perché accanto alla firma del relatore, il ds Agostini, ci sono quelle del responsabile economico dei ds Turci, del capogruppo Mussi e del presidente della commissione Finanze. Chiarezza è stata davvero fatta? Solo i comportamenti futuri consentiranno una risposta sull'evoluzione delle fondazioni. La legge stabilisce la perdita della qualifica di ente non commerciale se entro quattro anni non avviene la rinuncia a partecipazioni di controllo nelle banche. Nell'ordine del giorno viene affermato che per la valutazione dell'esistenza del controllo si deve tener conto anche di eventuali accordi fra fondazioni. L'obiettivo è la privatizzazione delle banche; per la riorganizzazione del sistema creditizio le integrazioni, le fusioni o le scissioni avverranno senza ostacoli fiscali. L'ordine del giorno interpreta la norma sui finanziamenti a favore di imprese, sostenendo che questi devono essere destinati solo ai servizi strumentali allo sviluppo. E si affida all'autorità di vigilanza il compito di fissare «idonei parametri» per calcolare le spese di funzionamento da detrarre dal reddito minimo da devolvere ai fini statutari. Sarà il Tesoro a vigilare sulle fondazioni. E il ministro Ciampi non ha nascosto ieri la soddisfazione per aver condotto in porto la legge, dopo due anni di attesa. Secondo Ciampi il provvedimento costituisce «un elemento di chiarezza per l'intero sistema». Il ministro assicura che «quanto prima» arriveranno i decreti delegati e difende il testo del provvedimento: «Non c'era motivo di cambiare, il governo ha tenuto una posizione lineare». Sulle critiche avanzate dall'Antitrust, il ministro pensa che queste «abbiano trovato una risposta dal dibattito parlamentare e dall'esito della discussione». Il presidente dell'Associazione bancaria Maurizio Sella giudica positivamente «la parte fiscale» della legge. Roberto Ippolito Ciampi soddisfatto «S'è fatta chiarezza» Sella (Abi) plaude agli sconti fiscali L'IDENTIKIT DEGLI ENTI QUANTI SONO. Le Fondazioni in Italia sono 88, con patrimonio di olire 54.000 miliardi di lire. COSA SONO. Enti .non proto, la cui origine è slata sancito con l'attuazione della Legge Amato (218/90) che prevedeva lo scorporo dell'attività bancario dall'originario en'e Cassa di Risparmio e il suo conferimento in una Spa. In base alla nuova legge, le Fondazioni perdono ai (ini fiscali la qualifica di ente non commerciale se entro quattro anni dall'entrata in vigore della slessa legge mantengono ancora una posizione di controllo nella Spa. COSA FANNO. Interventi in settori istituzionali stabiliti dalla legge e possono promuovere lo sviluppo economico. CHI LE CONTROLLA. Il Tesoro vigila su: economicità della gestione, perseguimento degli scopi e redditività del patrimonio.

Persone citate: Agostini, Ciampi, Marco Taradash, Maurizio Sella, Roberto Ippolito, Sella

Luoghi citati: Italia, Roma