«Ora si può lavorare» di Zeni

«Ora si può lavorare» «Ora si può lavorare» Guzzetti: presto lo statuto Cariplo L'AVVOCATO DI CA' DE' SASS SODDISFATTO, molto soddisfatto», ripete con una voce che da sola esprime lo stato d'animo dell'uomo dopo l'approvazione della legge sulle fondazioni. Ci sperava, Giuseppe Guzzetti. professione avvocato, presidente della fondazione Cariplo, la più grande d'Italia, ma - si sa - un conto sono le speranze, un conto le certezze. E adesso, a legge fatta, ecco la soddisfazione: «Finalmente». Ciampi l'aveva promesso. «Dobbiamo tutti essergli riconoscenti: è merito suo, del suo prestigio, se questa importante legge è andata in porto. Ora finalmente c'è un punto fermo che elimina incertezze e carenze normative, una legge che disciplina nuovi soggetti istituzionali sulla cui natura - diciamoci la verità - c'è stata finora una totale incertezza: nessuno sapeva che animale fossero». Verità per verità, avvocato, nelle ultime settimane ci sono state molte polemiche: lei è sempre stato silenzioso. «Non ho mai pensato che la sfida stesse nel mettere o togliere un aggettivo dal testo. Preferisco essere giudicato dale cose che faremo, per esempio da come riformeremo lo statuto». Come lo riformerete? «Ci stiamo lavorando. Entro metà gennaio sarà pronta una prima bozza». C'è chi chiede garanzie sui campi di attività delle fondazioni e chi, come Nesi, chiede limiti ai mandati degli amministratori nelle fondazioni? «E allora le anticiperò che la commissione di beneficenza ha deciso all'unanimità di fissare nel nuovo statuto il limite a due mandati per gli amministratori della fondazione». Complimenti, avvocato, ma ammetterà che non tutti sono così solerti... «Sono certo che le fondazioni faranno la loro parte e, a partire dalla riforma degli statuti, sapranno guadagnarsi sul campo il consenso dei cittadini rispondendo con i fatti alle polemiche di chi ha messo in dubbio l'avvenuta privatizzazione delle banche più grandi del Nord». Banche, ecco il famoso quesito del contendere: possibilità o no per le fondazioni di possederne una quota? Chi dice sì, importanti parti politiche contrarie, rischio rottura nel governo, il ministro Ciampi che impegna il suo prestigio... «Ma alla fine, mi pare, un ampio consenso tra maggioranza e opposizione, consenso importante trattandosi di una riforma istituzionale di grande portata, un buon viatico». Risolto il nodo delle banche? «11 testo è preciso: il controllo è quello definito nell'articolo 2359 del codice civile». In sintesi? «Una fondazione controlla una banca - e dovrà dismetterla pena la perdita, dopo quattro anni, di ogni beneficio fiscale - se possiede la maggioranza delle azioni direttamente, se la possiede indirettamente attraverso una o più società, se esercita una posizione dominante nel patto di sindacato». E se possiede una quota di minoranza in un patto di sindacato? «Non controlla nessuna banca». Voi avete il 22% di Intesa... ((Abbiamo il 22% in un patto di sindacato che assomma il 70% del capitale. Non si può dire che controlliamo Banca Intesa». Molti parlamentari diessini volevamo comunque rendere obbligata l'uscita delle fondazioni anche dai patti di sindacato in cui sono minoranza. «Tra i ds c'è stato anche chi, come D'Alema, ha detto cose diverse: io mi riconosco in ciò che ha sostenuto D'Alema». Fine delle polemiche? «Mai fatto polemiche, preferisco i fatti. E i fatti dicono che grandi fondazioni, Compagnia San Paolo di Torino, Cassa Verona, Crt Torino, Cassamarche, Cariplo, senza attendere la legge hanno fatto qualcosa di più di una semplice alienazione delle loro partecipazioni bancarie, hanno avviato processi di aggregazione del sistema bancario italiano fermo da cento anni». Orgoglioso? «Sicuramente, anche perché il successo riservato dal mercato a queste operazioni ha dimostrato che le scelte fatte dalle fondazioni andavano nella direzione giusta». Armando Zeni Giuseppe Guzzetti presidente della Fondazione Cariplo

Persone citate: Ciampi, D'alema, Giuseppe Guzzetti, Guzzetti, Intesa, Nesi

Luoghi citati: Italia, San Paolo, Torino, Verona