«Quelle vacanze di Natale sognando una valanga»

«Quelle vacanze di Natale sognando una valanga» «Quelle vacanze di Natale sognando una valanga» TRAPASSATO E PER noi ragazzi era una valanga benedetta. Ogni anno, immancabilmente, alla vigilia dell'Epifania, un'enorme massa di neve si staccava dal Cramont, sopra Pré-Saint-Didier e, in un sordo boato, scendeva giù, scavalcava la Dora e risaliva fino a ricoprire la vecchia statale. Courmayeur - a quei tempi solo un paese di fondo valle - restava isolato dal resto del mondo. La magia della neve che nascondeva automobili e asfalto, il silenzio assoluto. Romanticismo montanaro? Non esattamente. Per noi tre sorelle, per i cugini e per il gruppone di amici torinesi, genovesi, di Casale e di Biella che, ogni Natale, si ritrovava sulle piste a macinare paletti con grandi allenatori come Gigi Panei («piegati, bestia», urlava Panei e certi giorni sento ancora il dolore delle sue Tacchettate sulle gambe) e Beppe Catellino, quella valanga, era il regalo più bello di fine anno. Strada interrotta significava per noi niente ritorno in città, niente scuola e ore conquistate allo sci, alle folli slittate giù dalla discesa del Pian Gorret, alle serate da passare, tutti insieme rumorosamente, al cinema o, più tardi, a ballare in casa, al suono dei primi mangiadischi. Poi, un inverno all'inizio degli Anni Sessanta, tutto improvvisamente cambiò. Per le vacanze di Natale da Roma arrivò a Courmayeur il Politico: il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, che già d'estate da qualche tempo era uso insediarsi con famiglia e corte al Grand Hotel Royal dei conti Gilberti, proprietari dello slittone di legno che saliva fino alle piste del Col Chécrouit. Sullo stile di vita dei Gronchi, in una località abituata alla discrezione di villeggianti, anche se di opposta fede, come gli Einaudi e i Togliatti, al low-profile dei Passerin d'Entròves, dei Pirelli, dei Bruno, degli Uccelli (il mitico padre alpino tornato a piedi dalla Russia) e dei Costa (ogni Natale un nuovo figlio ma nessun riscaldamento in casa) circolavano leggende e storielle (anche un po' hard, per quei tempi) che a noi giovani interessavano ben poco. Gronchi, chi? Fino a quando, ima maledetta Epifania, la nostra valanga venne giù ma per consentire al presidente il ritorno nella capitale si mosse un esercito di spazzaneve e spalatori che riaprì, in poche ore, la statale. Ricordo la fila di auto stracariche (non era tempo di station wagon e dei gipponi da sbarco in Normandia che si vedono oggi in valle) tra due alte pareti di ghiaccio e neve; il lungo, triste viaggio, anche 8-10 ore per Milano, con la tappa d'obbligo al ristorante Reale di Bard per gli agnolotti; il casello di Santina e via sull'unico pezzo d'autostrada, la Torino-Milano. Allora non lo sapevamo ma, in qualche misura da quel Natale, era iniziata la fine di un'epoca di Courmayeur. Il generale De Gaulle e Saragat che inaugurano il traforo del Mon¬ te Bianco, la superstrada e l'invasione dei Tir, le proteste dei valdostani e, poi la nuova autostrada con relative proteste dei verdi. Così oggi si va da Milano a Courmayeur per il week-end. Niente valanghe (anzi la neve è perlopiù quella sparata dai cannoni), niente strazianti traffici con le catene, niente agnolotti. Tutto più semplice, comodo, veloce, efficiente: nelle gallerie, fanno sapere, funzionano anche i cellulari. Meraviglioso! Tutto è cambiato e non è solo questione di autostrade. Anni e anni, matrimoni e figli. Prima l'ovovia poi funivie sempre più grandi e seggiovie con il tapis roulant al posto del vecchio slittone; i piumini per temperature siberiane della coppia Magenta-Aspesi al posto delle nostre vecchie giacche a vento con la lampo che gelava sempre e non si chiudeva mai; nei rifugi più hot-dog che mocetta; i condomini di lusso sui prati delle nostre prima garette di sci (e Maria Sebregondi, la bionda, indomita romana che riuscì ad arrivare al traguardo dopo aver perso uno sci con tanto di scarpone); la sempre affollatissima messa di Natale ma senza il nostro amato don Cirillo (con fede aveva studiato l'inglese già durante l'occupazione tedesca); i sempre bravissimi maestri e guide ma' nessuno più con il carisma di un Toni Gobbi. E quella maledetta valanga sulla pista del Pavillon che, un giorno di pochi anni fa, ha portato via dei vecchi amici, grandi sciatori. Anche i Gilberti (l'elegante Titta e suo fratello, Franco, che sapevi di trovare ogni giorno al Pian Chécrouit appoggia¬ to ai bastoncini da sci per commentare lo stato delle piste) non ci sono più. Da Piero Savoretti, con la sua grandeur e le sue dacie russe che hanno cambiato aspetto alla Val Veny, a incerte mani, le funivie sono ora passate, leggo, agli odiati francesi (ma già si parla di altri acquirenti canadesi). E la regione Val d'Aosta e tutti i nuovi ricchi che sono sbarcati in valle? Non c'era altra soluzione che vendere un pezzo del nostro patrimonio non solo turistico? E venderlo - va beh che c'è l'Europa - proprio a loro, a quelli con cui litigavi sulle piste del rifugio Torino perché i francesi, in coda agli skilift, sono forse ancor peggio dei romani, figuriamoci adesso che si sentiranno padroni delle piste! Lo sci club Courmayeur è quello di sempre ma ormai, Marco Albarello a parte, i virtuosi sono quelli dello snow-board (per vicecampionesse del mondo come Martina Magenta, il carving è roba da «voglio ma non posso»); nel superclan dei fratelli Bassanini, Alberto, grande star dello sci nelle sfide con Cervinia ha ceduto l'onore del podio al fratello Franco che fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a Roma (e meno male che suo figlio Giovanni è guida di valore, a Courmayeur); Leo Garin con i suoi racconti mirabolanti non è più al ristorante la Maison de Filippo ma ha aperto, lì vicino, im raffinatissimo relais. In paese vicino al tempio dei bignè alla crema Chantilly (Mario il pasticciere) e al regno delle attrezzature da sci nell'era Patagonia (Guichardaz sport) ha ormai le vetrine anche Hermes. Quanto a Lodovico d'Entrèves ha sempre gli stessi baffi di allora ma adesso è talmente assennato da impegnarsi nella fondazione Courmayeur. Imprenditori, grandi avvocati, editori, magistrati si dividono tra le case del Verrand e di Pian Gorret e del Villar (solo Giorgio Bocca ama fare l'eremita dello sci di fondo nella seconda casa in valle, sopra la Salle). Nella nostra frazione, il Pussey (papà partigiano con la Franchi aveva conosciuto a una spensierata serata di fine guerra a villa Tondani mia mamma, una milanese dagli occhi grigi e lì, vicino alla baita dell'abbé Henry, vollero subito dopo il matrimonio costruire la loro casa) quasi tutte le grandi ville sono state divise in razionali miniappartamenti. Claudio Calabi, il ragazzino dagli occhi carbone della baita sulla curva è diventato un manager di successo, anche i Costa - pare hanno messo il riscaldamento. Papà negli ultimi tempi teneva tanto al nuovo garage sottocasa, ma ora non può più muoversi: questo Natale saranno i suoi nipoti con i loro amici a salire, sci e scarponi, per scale ormai per lui impossibili. Chiara Berla di Argentine «Adesso la montagna è cambiata, è tutto più facile ed efficiente Troppi personaggi se ne sono andati» Per le settimane bianche sui 100 chilometri di piste attesi anche diecimila inglesi Sono aumentati i prezzi dello skipass Sabato aprirà la funivia del Bianco QUANTO €OSTA SCIARE skipass giornaliero: TIPO A 53 MILA LIRE DAI 25/12/98 Al 6/1/99, DAlt'1/4/99 Al 6/4/99. INCLUSI SABATO, DOMENICA E FESTIVI. ESCLUSO IL PERIODO DEL TIPO C ?li»0 8 30MIUVURÌ DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ. ESCLUSI I PERIODI DEI TIPI A E C TIPO C 4* MILA LISE DAL 12/4/99 AL 25/4/99 skipass per bui giorm i 140 MI&A LIME TUTTA LA STAGIONE skipass pir sis giorni TIPO A 2A0 MULA LIRE DAL 19/12/98 AL 10/1/99, DAL 6/2/99 AL 14/3/99, DAL 27/3/99 ALL'11/4/99 TIRO 8 230 MILA LIRE DA INIZIO STAGIONE AL-.18/12/98, DALL'11 /1/99 AL 5/2/99, DAL 15/3/99 AL 26/3/99, DAL 12/4/99 AL 25/4/99) skipass stagionale «rosso» 1.190.000 LIRE {VALIDO IN TUTTA LA VALLE D'AOSTA, PIUME PISTE FRANCESI DI LA ROSIERE DI ALAGNA VALSESIA> skipass stagionale «azzurro» 092 MILA LIRE VALIDO A COURMAYEUR PIÙ'21 STAZIONI «MINORI» la settimana bianca (PREZZI A PERSONA CON MEZZA PENSIONE} IN ALBERGO A 4 STELLE DA 840 MILA LIRE {BASSA STAGIONE) A j 2.205.000 URE {ALTA STAGIONE) IN ALBERGO A3 STELLE DA 550 MILA LIRE (BASSA STAGIONE) Al.700.000URE {ALTASTAGIONE) IN ALBERGO A 2 STELLE DA 390 MILA LIRE (BASSA STAG.) A 945 MILA LIRE (ALTA STAG.) II Si preannuncia il tutto esaurito a Courmayeur per le festività natalizie anche se la neve scarseggia