«Mai più adozioni fai-da-te»

«Mai più adozioni fai-da-te» Le famiglie che vogliono bimbi stranieri devono rivolgersi ai centri riconosciuti «Mai più adozioni fai-da-te» Un coro di «sì» alla nuova legge ROMA. Una ventina di anni fa sono arrivati gli indiani. Poi brasiliani, peruviani ed ecuadoriani. Infine, la migrazione dall'Est: Romania e Russia. Sono questi i principali Paesi «esportatori» di bambini. A mano a mano che le leggi negli Stati d'origine diventavano più rigide, i flussi cambiavano. Così ora, dopo il «boom» dei 1.971 piccoli romeni senza famiglia accolti in Italia dal '94 al '97 , il '98 è l'anno della Russia, con centinaia di Ivan arrivati in Italia nei primi mesi. Per molto tempo hanno agito mediatori più o meno loschi, avvocati in combutta con giudici compiacenti, associazioni non serie che facevano pagare a caro prezzo le loro prestazioni: il costo globale era di alcune decine di milioni, contro i 20 milioni necessari per una procedura regolare (sono alte le spese di permanenza per almeno 30-40 giorni nella nazione d'origme del bimbo). Era l'adozione internazionale «fai-da-te». Ora tutto questo è finito, si cambia. La Camera, l'altra sera, ha ratificato con il voto definitivo la Convenzione dell'Aia, che pure risale al 29 maggio 1993. I bambini dovranno essere dichiarati adottabili da una autorità del loro Paese: in pratica non potranno essere «scelti» dai genitori direttamente negli istituti, pratica che in Italia è vietata. Inoltre l'adozione potrà passare soltanto attraverso i centri autorizzati, che sono 21. E' anche saltato il punto introdotto soltanto dal Senato che aveva creato molte polemiche, soprattutto da parte dell'Anfaa, l'Associazione delle famiglie affidatane e adottive: quindi, il minore non potrà conoscere, una volta diventato maggiorenne, i genitori naturali. Commenti tutti positivi da chi si occupa di infanzia. Primo tra tutti quello del ministro alla Solidarietà sociale Livia Turco, anche se c'è un po' di amarezza nel constatare che ci sono voluti due anni, da quando è stato presentato il disegno di legge del governo: «Italiani e stranieri hanno gli stessi diritti, in questo modo. E si rispettano davvero i bambini». In effetti, andare a cercare un bimbo all'estero era diventato per molti una scorciatoia per soddisfare il desiderio di diventare genitori. Lo dimostrano anche i dati raccolti dall'Istituto degli Innocenti di Fi¬ renze, il più importante centro di documentazione sull'infanzia: nel periodo 1994-1997, soltanto una domanda su 10 di adozione nazionale è stata esaudita, contro una su tre per quelle internazionali. E l'anno scorso sono stati adottati 926 italiani, contro 2019 stranieri. «Era ora che si approvasse la legge - commenta Melita Cavallo, vice presidente nazionale dei giudici minorili -, eravamo uno degli ultùni Paesi che doveva ratificarla. Così finirà la ricerca del "neonatino" in Sudamerica o all'Est. Quel tipo di coppie rifiutava il bimbo in difficoltà più grande, magari con problemi di salute: lo voleva di pochi mesi e scelto in base al colore dei capelli, degli occhi o della pelle». Del resto, i bam¬ bini non riconosciuti dalla madre in Italia non sono più di 400 all'anno, mentre le domande di aspiranti genitori sono più di 8 mila. I tempi della dichiarazione di idoneità concesse dai tribunali per i minorenni rimangono lunghi, le procedure complesse. Ecco spiegata quella «scorciatoia» nelle nazioni dove l'infanzia è meno protetta. La presidente nazionale dell'Anfaa, Donata Micucci Nova, sottolinea però che la fase più difficile incomincia adesso, nella effettiva appbcazione delle norme: «Dovranno nascere anche i centri pubblici delle Regioni, oltre alle associazioni private che pure operano bene da molti anni. E' comunque importante che sia passato questo principio generale: l'adozione deve essere T'ultima ratio", quando non vi è altro modo di aiutare un bambino». Valeria Rossi Dragone, insegnante a Lecco, ha quattro figli adottivi: due italiani, ormai grandi, di 25 e 26 anni, e due ragazze indiane di 17 e 21. «Un'ottima esperienza», dice. Ma la signora Rossi Dragone, oltre che mamma, è anche presidente del Ciai, il Centro italiano per l'adozione internazionale, che è la prima associazione nata a Milano nel 1968, che ha finora trovato una famiglia per 1466 minori stranieri. Il suo commento è lapidario: «Un atto di civiltà. Ma adesso attendiamo anche leggi più precise nei Paesi d'origme, primo tra tutti la Russia». Gigi Padovani I piccoli dovranno essere dichiarati adottabili da un ente del loro Paese La Cavallo: così finirà la ricerca all'Est o in Sudamerica del neonato su misura E CENTRI AUTORIZZATI Ora l'adozione è possibile soltanto rivolgendosi ai centri autorizzati: ecco l'elenco dei 17 censiti irv?base a un'indagine svolta dall'Istituto degli Innocenti di Firenze. In realtà ì centri sono 21, questo è l'elenco di quelli che hanno risposto al questionario. f I primi nove, che operano da; molti anni, sono riuniti in uni coordinamento nazionale. Clai. Centro italiano per l'aaoxiane internazionale. Sede a Milano, via Oltrocchi 11 (tel. 02/5510407). Altre sedi a Firenze, Napoli e Cagliari Servizio sociale internazionale. Via Vittorio Veneto 96, Roma (tel. 06/4884640) Ai.6:. - Associazione Amici dei Bambini. Sede a Melegnano (Milano), in via Grassi 19 (tel. 02/9823188). Uffici a San Giuliano Milanese, Roma, Reggio Calabria. Istituto «La casa». Via Lattuada 15, Milano (tel. 02/55187310) International Ado0tiopi. Via Pretura Vècchia ó, POrfioX 58; Tarcento (Udihe) (tel. 0432/ 791938) Amici trentini. Via Ponte Brenta 12, Tezze Valsugana (TN)i(tel, 0461/779595)j Spai - Servizio polifunzionale per l'adozione intemazionale. Via Maratta 3, Ancona (tel. 071/203938) Il conventino. Via Gavazzeni 9, Bergamo (tel. 035/4598300) Aipa ■ Associazione italiana prò adozioni. Via Francesco Duodo 10, Roma (tel. 06/39749770). Altre sedi a Morate (Como) e Martina Franca (Taranto) Eccole altre associazioni. Nova. Nuovi orizzonti per vivere l'adozione.; Via Antonio Bonfo, Torino (tei 011/2487656). Altre sedi a Pistoia, Bologna, Genova, Modena. I cinnue pani. Piazza del Mercato 24, Sesto Fiorentino (Firenze) (tel.055/444057); Congregazione Suore Missionarie dcBIei Carità. Salita S. Gregorio al Celio, Roma (tel. 06/7008435) Associazione Amici Don Bosco. Via Maria Ausilidtrice 32, Torino (tei 011/5224207) La Primogenita - International Adoption. Via La Promogenita 8, Piacenze (tel. 0523/ 328373) Gruppo di Volontariato Solidarietà; Viòle Dante 104, Potenza (tel. 0971/21517) \ Missionarie ' Figlle di San Girolamo Emiliani. Via Don Minzoni 6, Lecco (tel. 0341/ 493251)-: Cifa. Centro: internazionale famiglie prò adozione. C Francia 175, Torino (tel. 011/ 751048)