«Abbiamo clonalo l'embrione umano»

«Abbiamo clonalo l'embrione umano» Il direttore dell'equipe: «Questa tecnica porterà in futuro alla produzione di organi per trapianti» «Abbiamo clonalo l'embrione umano» Annuncio dalla Corea del Sud: ma non siamo andati oltre SEUL. Dopo pecore, mucche e topi, l'uomo. Un'equipe medica sudcoreana ha annunciato di avere prodotto un embrione clonato, che poi ha distrutto impedendogli di svilupparsi oltre la quarta cellula. Tuttavia, hanno precisato i responsabili dell'esperimento, è quanto bastava por impiantarlo nell'utero e attendere che si sviluppasse in feto. L'operazione è avvenuta venerdì scorso nell'ospedale dell'università Kyunghee, nel nord di Seul. Ad effettuarla è stato un gruppo di medici guidato dai professori Kiin Sung Bo e Lee Bo Yon. I responsabili dell'equipe hanno detto di avere interrotto lo sviluppo dell'embrione nel rispetto di un regolamento adottato nel 1993 dall'ordine dei medici sudcoreani - ma che non ha valore di legge - contrario alle sperimentazioni genetiche «che possano violare la dignità umana». Ma hanno fatto sapere che continueranno gli esperimenti con l'obiettivo di arrivare in futuro alla produzione di organi per i trapianti. Immediate le reazioni critiche all'annuncio, con la Federazione coreana pei' l'ambiente e gruppi di cattolici che hanno inscenato una manifestazione davanti all'ospedale universitario chiedendo di porre l'ine alla sperimentazione perchè, hanno affermato in un comunicato, «minaccia il futuro dell'umanità». L'equipe ha utilizzato un ovulo di una donna di età fra i 30 e i 40 anni che si era sottoposta senza successo a un tentativo di fecondazione in vitro. Il nucleo è stato sostituito con quello di una cellula somatica prelevata dalla stessa paziente. La nuova cellula così ottenuta è stata fatta suddividere in due e poi in quattro, ma a quel punto il processo è stato interrotto. «Personalmente - ha detto il prof. Lee - sono anch'io contrario alla creazione di esseri umani clonati, ma credo che questa tecnologia porterà in futuro alla produzione di organi per i trapianti sicuri al cento per cento». Ma la notizia ha riacceso l'allarme in tutto il mondo. A cominciare dal Giappone, dove l'estate scorsa un gruppo di ricercatori dell'università Kinki ha prodotto otto vitelli clonati. «L'esperimento di Seul ha detto il prof. Yukiyo Tsunoda, responsabile di quel progetto - è in contrasto con il rifiuto della clona- zione umana su cui esiste un consenso a livello intemazionale. Bisognerà tenere attentamente sotto controllo quanto sta avvenendo». «Che la clonazione umana sia tecnicamente realizzabile - dice Pier Carlo Marchisio, biologo cellulare, responsabile di ricerca al Dibit di Milano - è ormai clùaro da molto tempo. Per me il confine è chiaro: è illecito e assurdo clonare un individuo. Ma perché non salvare la vita di una persona clonando l'organo di cui ha bisogno?». E dall'Inghilterra Patrick Dixon, una delle massime autorità britanniche nel campo della bioetica, chiede un'immediata moratoria mondiale contro la clonazione umana. [r. cri.] Dall'Inghilterra Dixon chiede un'immediata moratoria mondiale CELLULA DI PARTENZA VIENE ESTRATTA DA UN TESSUTO DELL'INDIVIDUO DA CLONARE. NEL CASO DELLA PECORA CLONATA, ERA LA GHIANDOLA MAMMARIA. sd*1»

Persone citate: Dixon, Patrick Dixon, Pier Carlo Marchisio, Sung Bo

Luoghi citati: Corea Del Sud, Giappone, Inghilterra, Milano