Il ballo in maschera della politica di Filippo Ceccarelli

Il ballo in maschera della politica Nell'era dei media cambia la comunicazione: l'importante è colpire con effetti clamorosi Il ballo in maschera della politica MROMA I travesto, quindi sono (e protesto). Così, ieri mattina, davanti a Montecitorio, un pugno di militanti radicali mascherati da Banda Bassotti ha cercato di squarciare il rassegnato torpore che accompagna i primi passi della nuova legge per il finanziamento pubblico dei partiti. «Partiti soddisfatti e rimborsati - dicevano appunto i cartelli elettori msoddisfatti e borseggiati». Pur nell'auspicata bolgia, e in presenza di un congruo e calcolato numero di telecamere e giornalisti, si distinguevano dieci attivisti-attori con mascherina nera sul volto, caratteristico berretto e maglia a strisce bianche e nere da galeotti. Ancora di più, in quel contesto di folcloristica evocazione carceraria, si faceva notare Rita Bernardini, dirigente di provata e temeraria fantasia pannelliana, che in qualche ripostiglio aveva rinvenuto un incongruo costume da Babbo Natale, color giallo. Proprio Panneila, che è un omone, l'aveva indossato nel 1995. Ma ieri la Bernardini è voluta entrarci lo stesso per segnalare, insieme con i Bassotti, «il furto di Natale» dei partiti che nonostante l'assenteismo si aumentano i miliardi. Ha quindi gettato in aria delle banconote (discutibilmente finite anche nelle tasche di qualche giornalista) e altre ne ha messe in un saccone tipo immondizia che avventurosamente Sergio Stanzani ha condotto e consegnato nel Palazzo. L'altro dirigente, Benedetto Della Vedova, era in borghese, perciò quasi imbarazzato come del resto gli onorevoli Urso e Larussa che hanno presenziato alla riuscitissima mascherata di protesta. Sono lontani i tempi in cui si poteva liquidare queste manifestazioni di travestitismo come semplice folklore, esclusivamente di marca radicale. Certo, dal bavaglio televisivo in poi Panneila (che a suo tempo, insieme con Cicciolina, si è pure vestito da Befana per raccogliere iscrizioni a piazza Navona) e i pannelliani hanno tracciato il solco, senz'altro anticipando il camuffamento contagioso e pervasivo di oggi. La stessa Bernardini, un paio d'anni fa, per reclamare certi soldi promessi da Berlusconi (poi dati, poi tolti, la vicenda si presenta assai confusa) si piazzò sotto la casa del Cavaliere in grazioso costume da coniglio, che in Germania è il simbolo del debitore. E' quindi apparsa anche nuda, per i referendum, unica donna al teatro Flaiano. Ai radicali si riconosce quùidi l'intuizione e l'applicazione di quel principio di cui parla il sociologo Pierre Bourdieu nel suo libro <(Sulla televisione». Per far politica nell'era dei media occorre «montare» qualcosa che li colpisca: «Un travestimento, qualche maschera, e grazie alla tv si otterrà un effetto non troppo diverso da quello che si sarebbe ottenuto con una manifestazione di 50 mila persone». Ecco quindi radicali travestiti da fantasmi, da talebani (contro Arlacchi), da sceriffi (con diligenza in piazza del Quirinale), da gangster (contro il proibizionismo) e da Bassotti. Ma ecco anche verdi che come l'onorevole Cento fanno gli spogliarelli; ecco 0 senatore ex missino Misserville che indossa la maschera anti-gas contro l'inquinamento dei fiumi; ecco «gli invisibili» che al contrario conquistano visibilità scalando i pa¬ lazzi con giacche a vento e pantaloni bianchi; ecco, a Roma, tassisti imbavagliati e cittadini simbolicamente crocilissi contro il rumore. Il punto vero è che questo Carnevale fuori stagione, non più confinato alla truce baldoria della campagna elettorale, si sta estendendo. E definitivamente si moltiplicano i trasformers, i mutanti, le maschere della nuova drammaturgia politica. Così, invano il leghista Balocchi, capo dei tesorieri, se la prendeva ieri con i radicali «a cui piace fare scandalo». A tutti, in realtà, piace attirare le telecamere: anche ai senatori leghisti che lo scorso anno sono intervenuti ni aula con nasi finti e ciprie da clown, ai militanti vestiti da guerrieri medievali a Pontida e agli ospiti in gonnellino del matrimonio celtico. Filippo Ceccarelli

Persone citate: Arlacchi, Banda Bassotti, Benedetto Della Vedova, Berlusconi, Bernardini, Misserville, Pierre Bourdieu, Rita Bernardini, Sergio Stanzani, Urso

Luoghi citati: Germania, Pontida, Roma