Soldi ai partiti, arriva la legge

Soldi ai partiti, arriva la legge I fondi (600 miliardi per legislatura) divisi sulla base dei risultati elettorali Soldi ai partiti, arriva la legge / radicali protestano vestiti da Banda Bassotti ROMA. La nuova legge sul finanziamento dei partiti prenderà forma oggi. Ma non sarà una passeggiata: la protesta di Antonio Di Pietro, che minaccia un referendum contro i metodi «da prima repubblica» si affianca al «no» secco di Alleanza Nazionale. «Tutta demagogia», taglia corto il leghista Maurizio Balocchi, coordinatore dei tesorieri di partito che ieri hanno definito l'intesa a Montecitorio, mentre Marco Palmella e i suoi - vestiti come i Bassotti di Walt Disney - trascinavano nel Palazzo un sacco nero pieno di banconote. Altro denaro veniva distribuito ai passanti, da una Rita Bernardini agghindata da Babbo Natale. «Ai radicali piace fare scandalo», sorride il cassiere del Carroccio. Un giorno lungo, di polemiche incrociate, senza barriere fisse tra maggioranza e opposizione. Il testo del nuovo provvedimento è quello di cui si è discusso nei giorni scorsi: i fondi saranno divisi tra i partiti sulla base dei risultati elettorali. La torta da spartire supera i 600 miliardi per legislatura, secondo un parametro che assegna a ogni cittadino-elettore una quota di circa quattromila lire. Il 40 per cento verrebbe pagato subito, a copertura delle spese elettorali, il resto in quote annuali, salvo scioglimento anticipato delle Camere. «Rateizzato» anche il rimborso del denaro eventualmente avuto in eccesso dai partiti, nell'anticipo calcolato sulla base della vechia normativa del 4 per mille. «Elaborare proposte per incassare denaro è un compito delicato - attaccano Elio Veltri e Renato Cambursa- no a nome dell'Italia dei Valori, il movimento fondato da Di Pietro -. Affidarlo agli amministratori è un'iniziativa di cattivo gusto». Nessun commento sui contenuti: «Prima è necessario .conoscere quanto gli italiani hanno versato con il 4 per mille, e bloccare qualsiasi altro anticipo, salvo la restituzione dei soldi che i cittadini non hanno versato. Combatteremo questa battaglia con tutti gli strumenti che servono, referendum compreso...». Più o meno la stessa posizione di Alleanza Nazionale, finita ieri nel mirino della Lega: «Quella di Fini non è altro che demagogia - attaccava il tesoriere Balocchi - Gli serviva per vincere le elezioni a Roma. Adesso decida: se la legge non gli piace, abbia almeno la coerenza di non venire a chiedere i soldi del finanziamento...». Sferzante la replica di An, affidata a Franco Pontone, il segretario amministrativo che ieri ha disertato per protesta il summit dei colleghi: «Che alla maggioranza piaccia il gioco delle tre carte si può anche capire, ma la prosopopea del senatore Balocchi, che in teoria dovrebbe far parte dell'opposizione, è difficile da sopportare. La nostra posizione - insiste Pontone - è nota: ove risultasse in eccesso l'anticipo di 110 miliardi, tutti i partiti dovranno restituire il di più. Tutti, e non solo An, come finge di non sapere il furbetto della Lega...». Il disegno di legge nasce con la benedizione di Fausto Bertinotti e Armando Cossutta. «Non mi piace ma è necessario - dice il leader di Rifondazione - Una volta pensavo che il denaro per i partiti dovesse arrivare soltanto dai militanti. Mi sbagliavo: oggi i costi della politica sono tali che non si può più fare a meno del finanziamento pubblico». Angelo Muzio, tesoriere del pdci, ribadendo che i finanziamenti in eccesso saranno restituiti, accusa di «ipocrisia» le forse politiche che si oppongono al finanziamento: «Lo dicano chiaro, se pensano che la politica della essere appannaggio esclusivo di chi possiede mezzi, strumenti e risorse - spiega - Bisogna difendere la pari opportuinità di accesso, sia per chi difende gli interessi forti, sia per chi decide di sostenere gli interessi dei lavoratori e dei disoccupati». Nella maggioranza, oltre al no di Di Pietro, si registra anche la posizione interlocutoria dei Verdi: «Se ci saranno chiarezza, trasparenza e volontarietà sosterremo la proposta - dice jl capogruppo al Senato Maurizio Pieroni - altrimenti no». I dettagli tecnici del provvedimento saranno definiti oggi: sono previste anche agevolazioni tariffarie e fiscali, nonché la possibilità per i privati di contribuire con versamenti da 100 mila lire a 100 milioni, fino a un tetto complessivo di 50 miliardi. [g. tib.] A sinistra: Marco Panneila travestito durante una manifestazione per la liberalizzazione delle droghe leggere Sopra: il leader radicale nei panni d'un fantasma nel '97 A destra: un militante leghista in costume medioevale stile Alberto da Giussano

Luoghi citati: Giussano, Roma