Grande centro, passo indietro di Fabio Martini
Grande centro, passo indietro Incontro Marini-Cossiga, niente liste comuni alle Europee. E Veltroni cerca l'accordo con i sindaci Grande centro, passo indietro EMastella: sulle giunteD'Alema rischia ROMA. All'imbrunire, sulla plancia di Montecitorio si staglia il robusto profilo di Clemente Mastella e subito il segretario dell'Udr si produce in uno dei suoi numeri, un fiammeggiante tric-trac polemico: «Sentite a me: la coalizione di governo non c'è. Vogliono tenere in piedi le giunte del Polo? Facciano pure! Vogliono il ministero delle Poste? Se lo prendano! Vogliono dialogare con il Polo dei picchiatori fascisti Storace e Zaccheo? Facciano pure! Ma così non va, il presidente del Consiglio deve intervenire. E se non lo fa, per quanto mi riguarda non è obbligatorio stare nel governo...». Certo, le sparate di Clemente Mastella fanno parte del gioco delle parti. C'è crii alza il prezzo, punzecchiando e c'è chi lo fa urlando, come Mastella, ma la sortita del segretario dell'Udr è il sintomo del forte disagio che in queste ore attraversa il partito di Cossiga. Un disagio culminato nel riservatissimo faccia a faccia tra Francesco Cossiga e Franco Marini. I due si sono visti nell'appartamento privato dell'ex Capo dello Stato, l'appuntamento era fissato da tempo, ma ha finito per caricarsi di aspettative dopo 1'«armistizio di Persiceto» siglato tra il leader ppi e Prodi. Tra Cossiga e Marini un incontro che si è svolto in clima cordiale, ma alla line i due avrebbero preso atto che se non ci saranno novità nelle prossime setti- mane, Udr e Ppi finiranno per presentarsi separati alle prossime elezioni europee. Troppe difficoltà a presentarsi assieme e qualche convenienza a colpire divisi. Morale della storia: l'ambizioso progetto di presentare un'unica lista Ppi-Udr-Dmi per il momento va in ghiacciaia. Una svolta abbastanza brusca, ma certo se il matrimonio tra Cossiga e Marini non si farà, a quel punto i popolari possono sperare di recuperare il rapporto con Romano Prodi. Al punto che ieri sera un tam-tam insistente raccontava che Prodi e Marini si sarebbero ritrovati, uno a fianco dell'altro, in un ristorante del centro di Roma per fare, assieme, gli auguri ai parlamentari del Ppi. E qualche ora prima un perso¬ naggio come Sergio Mattarella che di solito calibra le parole, si era esposto così: «Per le Europee lavoriamo per un collegamento prioritario con Prodi», ma se poi «l'Udì- accetterà un inserimento stabile nell'Ulivo, non saremo noi a respingerli». Ma potrà mai l'Udr accettare di presentarsi alle Europee sotto il simbolo dell'Ulivo, piccolo o grande che sia? «Per noi - tuona Mastella in serata l'Ulivo non va bene, né in formato naturale né in formato Bonsai...». Dunque, partita definitivamente chiusa tra Udr e Ppi? Marini e Cossiga avrebbero convenuto che per il momento è più conveniente far stemperare le polemiche. Anche perché in queste ore il «furore» dell'Udì- tracima da ogni parte e Marini condivide una parte dell'irritazione mastelliana. Il segretario dell'Udr è fuori di se soprattutto per la questione delle giunte. Con i Ds e con il ppi era stato riservatamente siglato un patto che prevedeva «ribaltoni» in Campania, Calabria e Sicilia, con una «spartizione» delle presidenze che prevedeva una leadership dei Ds in Sicilia, del ppi in Calabria e dell'Udr in Campania. «Dicono che noi siamo quelli attaccati alle poltrone - racconta Mastella - ma i nostri assessori si sono dimessi in quelle tre regioni e guarda caso l'unica nella quale è stata formata una nuova giunta è la Sicilia, dove il presidente è del Pds. E lì, naturalmente, il ribaltone è immacolato. In Campania e in Calabria i miei amici mi chiedono: Clemente che ci hai fatto fare?». E mentre al centro continuano le grandi manovre, in questi giorni anche sul fronte della sinistra il leader Ds Walter Veltroni è impegnatissimo a ricucire i tanti strappi consumati dalle sue parti. Ieri mattina Veltroni ha ricevuto a Botteghe Oscure mia delegazione di «Centocittà», il movimento dei sindaci che in vista delle Europee da diverse settimane sta cercando intese con tutti i soggetti in campo, a cominciare dal «partito» di Di Pietro. Due ore di chiacchierata che, a sentire il sindaco di Roma Francesco Rutelli, sono andate «benissimo». E alla fine della chiacchierata, Ermete Realacci si è rivolto a Veltroni e gli ha detto: «Walter perché oggi pomeriggio non vieni alla nostra manifestazione al teatro Vittoria?». Detto e fatto: Veltroni si è presentato alla prima uscita romana di «Centocittà», ha fatto grandi aperture («Prima o poi le nostre strade si incroceranno»), anche se Rutelli gli ha replicato che «serve una lista unica per le Europee». E intanto oggi Rutelli toma in scena: a fianco di Tonino Di Pietro. Fabio Martini ....... L'ex presidente della Repubblica e leader dell'Udr Francesco Cossiga Il sindaco di Roma Francesco Rutelli
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