«Per 12 ore, respirando terra»

«Per 12 ore, respirando terra» ►UTI «Per 12 ore, respirando terra» Marito e moglie erano abbracciati «Salvati da una trave e dalle grida» ROMA. «Mio padre è pensionato, mia madre fa la cuoca in una scuola materna... Non avrei mai pensato di voler loro così bene». Andrea Viola, 24 anni, racconta il miracolo che, dopo ore passate nella più nera angoscia, l'ha riportato a quella che definisce «una gioia immensa». Là sotto erano sepolti i suoi genitori, pensava che non avrebbe più parlato con loro, che non avrebbe più sentito la loro voce, che non lo avrebbero più abbracciato. Ma «oggi si è verificato un miracolo». E loro sono ancora vivi. Ammaccati, feriti, terrorizzati. Ma vivi. Fa il barista Andrea e soltanto da qualche mese aveva deciso di andare a vivere per conto proprio. Quando ieri mattina ha saputo del crollo dalla tv, non si è precipitato subito sul posto. Qualcosa nella sua mente si rifiutava di credere che si trattasse della casa dove aveva trascorso infanzia e adolescenza. La casa dei suoi genitori. Invece a quell'ora Alberto Viola e sua moglie Luciana Pompei erano già sotto le macerie, in quella prodigiosa sacca di aria che ha permesso loro di sopravvivere per più di dodici ore. Uno zio di Andrea, però, telefona e dà la notizia: la casa è proprio quella. E per Andrea s'inizia il calvario. Quando poi, alle 15, 40, seguendo l'abbaiare dei cani, i soccorritori sentono le grida d'aiuto dell'uomo e riescono a riportare alla luce lui e la moglie, Alberto Viola, con un filo di voce, mormora: «Grazie». E Andrea sente sciogliere dolore e paura all'istante. Suo padre riuscirà a parlare più a lungo in ospedale, alla caposala del reparto di chirurgia d'urgenza del San Camillo, do- ve a poco a poco si e ripreso. Ma nelle parole continua a ripercorrere, come in una cantilena, l'incubo di quelle terribili ore: «Quanta terra c'era... Avevo tutta la terra in bocca. E' stato come se mi avessero sepolto vivo. Avevo tutto il corpo schiacciato dai peso e la polvere mi entrava nelle narici e in bocca. E mi fanno tanto male le gambe». La caposala, Michela Sansoni, lascia il paziente soltanto un attimo per rispondere alle domande dei giornalisti. Dice che l'uomo è ancora sotto choc, ma è lucido. Si rende perfettametne conto di quello che ha vissuto. Sorride continuamente a suo figlio, gli stringe la mano, risponde a tono ai medici. Sia lui, sia la moglie, hanno traumi «da schiacciamento». Appare un po' più grave la donna che ricoverata con prognosi riservata ed è stata operata per sospette lesioni interne, agli organi addominali, alla vescica e al fegato. «Ma mi hanno detto che guarirà anche lei», dice Andrea che ormai si rifiuta di pensare al peggio. In serata, il dirigente del pronto soccorso, Angelo Longo, ha fatto sapere che l'uomo, che ha riportato fratture alle gambe, guarirà in 40 giorni. Bisognerà, in seguito, provvedere alla ricostruzione di un polpaccio. Come ha potuto salvarsi la coppia? I soccorritori ipotizzano che una lastra o una trave abbia protetto i due dal crollo, creando, nel contempo, quella nicchia nella quale hanno potuto respirare. Nella quale sono rimasti abbracciati a lungo, facendosi coraggio a vicenda, ascoltanto gli ovattati rumori della superficie. E pensando al figlio che avrebbero riabbracciato, [d. dan.] Nella foto grande i vigili del fuoco al lavoro tra le macerie del palazzo crollato A lato Alberto Viola, uno dei sopravvissuti, viene caricato in ambulanza

Persone citate: Alberto Viola, Andrea Viola, Angelo Longo, Luciana Pompei, Michela Sansoni

Luoghi citati: Roma