Miracolata dall'amore

Miracolata dall'amore LA STORIA Miracolata dall'amore Aveva deciso di trascorrere la notte con il fidanzato ROMA. Quando ieri mattina è tornata in via Vigna Jacobini, dopo la notte trascorsa fuori in compagnia dell'amico, invece della sua casa ha trovato i mezzi della Protezione civile e gli uomini che stavano scavando tra le macerie: ogni segno della vita familiare azzerato dove prima c'era un palazzo. A. B., 30 anni, deve la salvezza a quella sua relazione con un uomo. A quella notte passata lontano dal proprio letto. E' sotto choc, non riesce a parlare. Mormora soltanto poche parole smozzicate: «Sì, ero fuori casa la scorsa notte. Sì, sì, abitavo in quel palazzo. Che cosa dovrei dire... Che mi dispiace per quanto è avvenuto?». Poi parla al telefono, forse proprio con il suo compagno. Solo un filo di voce per dirgli, tra l'amarezza e lo stupore: «Si vede che non era scattata la mia ora». La voce dell'uomo risponde forte e decisa e minaccia querele per i media che faranno il nome della donna. Poi, lei interrompe la comunicazione. La sua storia di scampata per caso non è l'unica. Per altre quattro persone il destino ha bruscamente deviato l'appuntamento con la morte. Massimiliano Menconi, 30 anni, fa di professione il camionista. Alle 2 della notte tra martedì e mercoledì si è preparato per uscire, poi ha lasciato la sua abitazione dove dormiva, tranquilla, la mamma, Fernanda De Angelis, per andare al lavoro. Aveva il turno di notte. La donna non è soprav- vissuta al crollo. Claudio La Trofa, 41 anni, la moglie Patrizia e il loro bambino di pochi anni devono la vita al fatto di essere andati fuori Roma, a Viterbo, per una breve vacanza. «Lui - ha raccontato un vicino - nei giorni scorsi aveva la febbre. Forse avrà pensato che cambiare aria gli avrebbe fatto bene...». Tra gli scampati ci sono anche i quattro soci della tipografia che occupava il seminterrato e il pianterreno dello stabile crollato. «A volte - racconta una donna -, la tipografia lavorava anche di notte. Andavano avanti per parecchie ore. E' una fortuna che ieri non ci fosse nessuno, altrimenti adesso là sotto ci sarebbero anche i corpi di tutti gli quegli operai». [r. r.)

Persone citate: Fernanda De Angelis, Massimiliano Menconi

Luoghi citati: Roma, Viterbo