Ocalan libero, espulsione più vicina di Maurizio Molinari

Ocalan libero, espulsione più vicina Ma il nodo resta il Paese disposto a ospitarlo: Svezia, Olanda, Baltico, Ucraina o Caucaso? Ocalan libero, espulsione più vicina La Germania rinuncia all'estradizione, Usa «infastiditi» ROMA. La decisione della Corte d'Appello di Roma di rimettere in libertà il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, ha impresso una brusca accelerazione alla ricerca della soluzione del caso. Il presidente del Consigli, D'Alema, intervenendo a porte chiuse davanti alle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato ha detto che «sono imminenti delle decisioni per ragioni di sicurezza ed ordine pubblico» e che l'ipotesi più concreta è quella di un «allontanamento consensuale» di «Apo» dal territorio italiano «in tempi brevi». E' una questione di giorni, se non di ore. «L'allontanamento è l'ipotesi preferita ma non ancora scelta», precisa la Farnesina. Prima infatti bisogna raggiungere un «consenso» fra governo e Ocalan necessario perché il leader curdo ha presentato domanda di asilo e quindi potrebbe opporsi ad una espulsione decisa senza il suo assenso. E' stato lo stesso D'Alema a spiegare il nocciolo della trattativa fra Italia e Ocalan per arrivare all'allontanamento concordato: «Verso dove è una condizione chiave dell'accordo». Il vertice convocato ieri sera da D'Alema a Palazzo Cliigi con i mini¬ stri Diliberto, Dini e Russo Jervolino ha affrontato proprio il nodo del «dove», che deve essere sciolto con il via libera di Ocalan e senza l'opposizione della Turchia, con la quale i rapporti sono tornati incandescenti. Ognuno ha le proprie preferenze geografiche sebbene Ocalan ed Ankara concordano sulla soluzione trovata, che riporta giuridicamente la situazione alle 22 del 12 novembre quando Ocalan si presentò alla polizia di frontiera a Fiumicino proveniente da Mosca. Ankara vorrebbe spedirlo in un paese lontano dall'area del Mediterraneo, Ocalan preferisce restare in Europa e lascia trapelare un'indicazione per la Svezia. L'Italia sta in mezzo, cercando o un paese europeo disposto ad acco¬ gliere Ocalan in attesa del processo o uno extraeuropeo pronto a dargli asilo. «E' ima delle trattative più difficili da costruire», ammette una blasonata feluca. Anche Rifondazione - il partito che ha accompagnato Ocalan in Italia - ha voce in capitolo. «Di sicuro - sottolinea Russo Spena dovrà essere un paese amico e capace di garantire la sua sicurezza». «Gli deve essere consentito di,continuare la sua battaglia politica» aggiunge Ramon Mantovani. Durante tutta la notte ha tenuto banco il toto-destinazione: Svezia o Olanda? Baltico, Ucraina o Caucaso? La soluzione del rebus è vicina. «Secondo noi l'intesa fra Roma e Pkk c'è già» dice una fonte diplomatica turca. «Bisogna accelerare i tempi», incal¬ za D'Alema; nel frattempo, «il dispositivo di sorveglianza sarà mantenuto» allorno alla villetta dell'Infemetto. La svolta è giunta con la decisione della Corte d'Appello, che ha colto di sprovvista sia Palazzo Chigi che la Farnesina. D'Alema ha detto al Senato di «averlo saputo dalle agenzie» ma l'analisi dei fatti è stata immediata. Così la riporta Gian Guido Folloni, ministro dei Rapporti con il Parlamento: «Se la Germania revoca l'ordine di cattura internazionale significa che non ci sono le carte per fare il processo ma anche per l'espulsione ci sono difficoltà giuridiche, perchè potrebbe fare ricorso». D'Alema è stato più ancora preciso: «L'espulsione è un provvedimento amministrativo appellabile in sede giurisdizionale». L'accelerazione dei tempi per l'allontanamento non impedisce alla diplomazia italiana di continuare gli sforzi per arrivare al processo europeo. Il Consiglio Europeo di Strasburgo ha approvato ieri la proposta di Roma di affidare al comitato penale l'incarico di suggerire una soluzione. Il «sì» è stato possibile grazie alla mancata opposizione turca - già preannunciata ad un processo ordinario in un paese terzo. «Lunedì o martedì avremo la risposta del comitato penale del Consiglio d'Europa» ha assicurato D'Alema. La prospettiva del processo non è tramontata e prescinde da dove si troverà Ocalan al momento del verdetto del Consiglio d'Europa. «Restano possibili il processo e l'espulsione» conferma Dini. D'Alema ha confermato alla Camera anche la volontà di affrontare la complessiva questione dei diritti del popolo curdo in una sede internazionale, l'Onu o il Consiglio d'Europa. Il Polo si dice soddisfatto per la piega presa dagli eventi. «1 fatti ci stanno dando ragione o Ocalan sarà allontanato come chiediamo o presenteremo la nostra mozione sull'espulsione», preannuncia Giuseppe Pisanu (Forza Italia) scommettendo su «qualche novità entro 48 ore». Nella maggioranza intanto di asilo politico non si parla più. «Ipotesi improbabile», taglia corto Folloni. Maurizio Molinari