Mosca: fermate i bombardieri

Mosca: fermate i bombardieri Mosca: fermate i bombardieri Giornata frenetica al Palazzo di Vetro NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Per le Nazioni Unite l'inizio ufficiale di questa nuova crisi irachena si è avuto con l'annuncio che gli ispettori incaricati di controllare il possibile riarmo di Baghdad hanno ricevuto l'ordine dal loro responsabile, l'australiano Richard Butler, di andarsene al più presto. Alcuni di loro ieri mattina avevano già raggiunto Bahrein in aereo, altri erano in viaggio via terra: tre autobus e quattro automobili piene di ruote di scorta per via del terreno accidentato. Formalmente quell'ordine è stato impartito perché, vista la scarsa cooper&zione degli iracheni che Butler- aveva già denunciato nel suo rapporto dell'altro ieri, gli ispettori «non erano in grado di compiere come si deve il loro lavoro». Ma quella versione è stata di fatto smentita dallo stesso Segretario generale, Kofi Annan. Bloccato dai giornalisti proprio al momento di arrivare al Palazzo di Vetro di New York, Annan ha detto di avere appena ricevuto una telefonata con cui l'ambasciatore americano Peter Burleigh lo aveva avvertito che il suo governo aveva deciso di ordinare lo sgombero di tutti i cittadini americani presenti in Iraq, e che aveva anche «consigliato» a Butler di far partire gli ispettori. In sostanza, Annan era stato scavalcato da quel «filo diretto» fra Butler e gli americani che Baghdad denuncia da sempre. Se era arrabbiato, Annan (uno che si vanta di non avere mai perso le staffe in vita sua) non lo ha dato a vedere, ma quando gli è stato chiesto cosa pensasse del commento russo secondo cui Butler era stato eccessivamente aggressivo nel suo rapporto e che il suo ordine agli ispettori di abbandonare l'Iraq era stato troppo «precipitoso», ha risposto che «certamente questa è una cosa di cui discutere nel Consiglio». Infatti, dopo l'evidente «segnale» che Stati Uniti e Inghilterra intendevano passare all'azione, il programma del Consiglio di Sicurezza è stato immediatamente cambiato. Non più la riunione «ordinaria» prevista, ma una riunione d'emergenza, chiesta dai russi (con l'appoggio francese) per «fermare le bombe». Ma la sensazione che fosse troppo tardi era molto forte. I membri del Consiglio, infatti, erano già stati contattati uno per uno da Madeleine Albright, il Segretario di Stato americano. Durante l'ultima crisi (quella di novembre, in cui il bombardamento di Baghdad era stato scongiurato all'ultimo minu- to), aveva spiegato la signora agli ambasciatori, eravamo stati chiarissimi: alla prima rottura dell'ennesima promessa irachena di lasciar lavorare in pace gli ispettori, la rappresaglia militare sarebbe scattata senza preavviso, senza ulteriori discussioni. La rottura della promessa irachena è avvenuta la settimana scorsa, quando agli ispettori è stato impedito di entrare nella sede del Baath, il Partito al potere. Ma in quel momento ogni decisione era stata rimandata a quando Richard Butler avrebbe presentato il suo rapporto sul comportamento complessivo dell'Iraq. Martedì quel rapporto è arrivato e il capo degli ispettori è stato durissimo, confermando l'episodio della sede del Baath e aggiungendo altri esempi di «non cooperazione» irachena, [f. p.] Direttamente dagli Usa l'ordine agli ispettori delle Nazioni Unite di rientrare dall'Iraq Irritazione del Segretario generale ÉSIs&.i.. La contraerea in azione ieri notte nella capitale irachena