Gioco di morte con un pacco di Fabio Albanese

Gioco di morte con un pacco Catania, la testimone: «L'avevano trovato in uno scantinato» Gioco di morte con un pacco Dilaniato un bimbo, ferito l'amico CATANIA . DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'esplosione violentissima, nel silenzio del primo pomeriggio. I corpi di due bambini per terra, uno morto. Una scena terribile che ieri, poco dopo le 15, ha scosso un quartiere di Riposto, un Comune marinaro a Nord di Catania, e ha fatto sprofondare nel dolore due famiglie. Salvatore Vasta, 8 anni, è morto per le gravi ferite; il cuginetto e compagno di giochi, Stefano Bertini, 9 anni, è ricoverato al Centro gravi ustionati dell'ospedale Cannizzaro di Catania in condizioni gravi, anche se i medici sono ottimisti. Che cosa sia accaduto con certezza nessuno sa dirlo. I due bambini stavano giocando con un pacco trovato nello scantinato di un palazzo. Dentro c'era esplosivo. Si ò pensato a petardi, ai botti di fine anno che qualcuno aveva già pronti. Poi, però, i carabinieri del centro investigazioni scientifiche si sono orientati verso una diversa e più grave ipotesi: nel pacco c'era esplosivo nascosto da malviventi, materiale da utilizzare probabilmente per un attentato estorsivo. «E' troppo presto per dire qualcosa di preciso, ma l'esplosione è stata molto potente - dice il sostituto procuratore Sebastiano Mignemi, della Dda di Catania -: dobbiamo capire meglio di che materiale si tratti e come è avvenuta l'esplosione». Il quartiere della tragedia si chiama «Quartiriello», un agglomerato di case popolari dove abitano operai, artigiani, disoccupati, anche qualche esponente della malavita: «Certo, la zona non è immune da infiltrazioni della criminalità organizzata - dice Mignemi -, ma non è ancora ora di dire se con questo episodio ci sia- no delle connessioni». Stando alla ricostruzione degli investigatori, fatta anche grazie al racconto del bambino ferito e di un'altra cuginetta scampata miracolosamente all'esplosione, i due bambini hanno trovato il pacco in uno scantinato di uno dei palazzoni, un luogo accessibile da tutti e dove i condomini spesso depositano vecchie masserizie. «Lì abbiamo trovato ima busta di plastica chiusa con lo scotch, con dentro delle cose - ha raccontato il piccolo Stefano ai medici del Cannizzaro -. Ci stavamo giocando quando è scoppiata. Ho sentito male dappertutto». Il bambino è ricoverato all'ottavo piano del «monoblocco» del Cannizzaro per accertamenti: ha piccole ustioni di primo grado ed escoriazioni; si teme però che possa avere avuto danni all'udito e alla vista e per questo verranno fatti una serie di accertamenti specialistici. «E' sveglio, cosciente, reagisce bene e parla con tutti, anche troppo», dice una dottoressa di turno. La madre racconta di averlo lasciato dai parenti, in compagnia di Salvatore, per andare a fare la spesa: «Con Salvo erano sempre insieme, erano amici per la pelle - racconta commossa -, saranno usciti in strada come al solito, per giocare, e invece quella tragedia». A 30 chilometri di distanza, nella sala mortuaria dell'ospedale «Di Dio» di Giarre, i familiari di Salvo piangono. L'accesso ai locali è riservato. Ma le urla della nonna di Salvo si sentono anche dalla strada: «Voglio Salvo, datemi mio nipote». La nonna abita in uno stabile vicino a quello della tragedia, dove i segni dell'esplosione restano ben visibili: due rimesse e il vano autoclave completamente distrutti, con un gran foro al centro, i muri crollati, un cancello divelto. I vigili del fuoco dicono che la staticità del palazzo non è compromessa, ma ripetono che l'eslosione dev'essere stata molto forte. Gente del quartiere dice che è stata avvertita anche a un chilometro di distanza. Un vicino dei Bertini, che vuole restare anonimo, se la prende con la criminalità organizzata: «Qui abitano tanti "malacarna" dice -: quei due bambini sono vittime della mafia». Le sue parole sono condivise da altre persone del quartiere, assiepate dietro i nastri di plastica rosso-bianchi stesi attorno al luogo dell'esplosione da polizia e carabinieri: «Qui non c'è nulla, non c'è un parco giochi - ripetono con rabbia -. Quei garage sono la bambinopoli, dove potevano esserci anche i nostri figli». Fabio Albanese Gli inquirenti «Forse era esplosivo nascosto da una banda che lo voleva utilizzare per un attentato del racket» Le macerie provocate dall'esplosione del pacco bomba a Catania

Persone citate: Bertini, Cannizzaro, Mignemi, Salvatore Vasta, Sebastiano Mignemi, Stefano Bertini

Luoghi citati: Catania, Giarre, Riposto