Condannati i carnefici del piccolo Silvestro

Condannati i carnefici del piccolo Silvestro Un ergastolo e 25 anni per i pedofìli assassini Condannati i carnefici del piccolo Silvestro NAPOLI. Un silenzio carico di angoscia è calato nell'aula quando il presidente della corte, Amedeo Glùonni, ha pronunciato la sentenza giunta nella notte dopo sei ore di camera di consiglio. Colpevoli, entrambi gli imputati. Uno di avere violentato e ammazzato un bimbo che aveva solo nove anni. L'altro di avere partecipato all'omicidio aiutando poi il complice a bruciare il corpo e a sbriciolare le ossa per cancellare ogni traccia. Tutti e due di avere avere trasformato in realtà, con la morte del piccolo Silvestro Delle Cave, l'incubo di padri e madri che vivono nella paura di vedere i figli cadere nelle mani dei pedofili. A poco più di un anno dal delitto che ha fatto rabbrividire perfino gli investigatori, dopo un processo a porte chiuse durato sette mesi e due giorni, i giudici della quarta sezione penale della Corte d'assise hanno preso la loro decisione: Pio Trocchia e Gregorio Sonnnese, gli imputati, sono stati condannati rispettivamente all'ergastolo e a 25 anni di reclusione. «La pena non cancellerà certo tutto l'orrore e il dolore per quello che è stato fatto a Silvestro», ha commentato il pubblico ministero Carmine Esposito, che aveva chiesto due condanne a vita. Ieri in aula era presente soltanto Sommese, rinchiuso in una gabbia. Tremava per la tensione accumulata, e a tratti non riusciva a frenare il pianto. «Ha ammesso le sue responsabilità fin dall'inizio, ha solo aiutato gli altri a lare sparire il corpo - ha spiegato il suo avvocato, Framcamaria Tripaldi - non merita assolutamente una condanna per omicidio». Un terzo imputato, sicuramente un protagonista di questa storia dell'orrore, non sconterà mai la pena. Andrea Allocca, l'uomo che abbattè il bambino a colpi di bastone dopo averlo violentato e che confessò la sua colpa, morì in carcere un mese dopo il delitto. Fuori dall'aula c'era anche Giuseppe Delle ("ave, il padre di Silvestro, che ha pianto in silenzio dopo la lettura della sentenza. «Finalmente è stata l'atta giustizia, questo dirò quando tornerò da mia moglie - ha mormorato - non li perdonerò mai per quello che hanno l'atto, non ci hanno neanche lasciato un corpo su cui piangere». E la memoria torna all'8 novembre '97. Quel sabato, come ogni giorno, Giuseppe accompagnò il suo bambino a scuola. Fu l'ultima volta che vide il figlio, e fu l'inizio di un incubo che ha sconvolto l'Italia intera. I compagni di classe dissero ai carabinieri che Silvestro quella mattina non era entrato in aula, ma si era allontanalo verso il rione Gescal, una lunga teoria di casermoni grigi alla periferia di Cicciano. Una conferma ai sospetti più inquietanti la diede un cane poliziotto al quale era stato fatto fiutare un indumento del bambino: condusse gli agenti proprio davanti alla casa di Andrea Allocca, un agricoltore in pensione, che appena vide il cane e gli uomini in divisa lasciò cadere a tetra una damigiana piena di vitto. «Un tentativo evidente di cancellare l'odore del bambino», dicono oggi i carabinieri che quello stesso giorno misero sotto controllo il telefono del vecchio contadino. Registrarono più d'una conversazione fra Alocca e Gregorio Sommese, suo genero. T due furono arrestati 6 giorni dono la scomparsa di Silvestro. Il primo a cedere fu Sommese. Davanti a un magistrato allibito raccontò le viole:..-: sessuali compiute sul bambino ir. casa dell'agricoltore, e ';iurò di non aver partecipato al delitto' «Quando sono arrivato nell'appartamento ii piccolo era già a terra con la testa spaccata: non era ancora morto, rantolava». Dopo 48 ore anche Allocca confessò. Ammise di avere ucciso a bastonate Silvestro che si eva presentato a ';asa per chiedergli mille lire. <:L'ho violentato - raccontò - con me c'era Pio Trocchia: anche lui voleva farlo, ma il bambino ha minacciato di dire tutto ai genitori». Allocca disse che Sonmtese aiutò lui e Trocchia a fare sparire il cadavere in un terreno abbandonato: bruciarono il corpo e sminuzzarono le ossa con una vanga. Il resto lo lece la pioggia, che cadde in abbondanza in quei giorni e cancello la più piccola traccia del delitto. Del contadino sono rimasti solo un cupo ricordo e i verbali con la sua lunga confessione: è morto in carcere il 7 dicembre, ma suscita odio e paura anche ora che non può più fare del male. E' stato sepolto in un luogo sconosciuto, sotto una lapide senza nome, perchè la gente eh Cicciano non lo ha voluto nel cimitero e ha minacciato di profanare la tomba. Fulvio M'itone Silvestro Delle Cave bambino scomparve lo scorso novembre

Luoghi citati: Cicciano, Italia, Napoli