La Guerra Civil sul tavolo eli Garzón di Gian Antonio Orighi

La Guerra Civil sul tavolo eli Garzón Un gruppo di destra denuncia l'ex leader del pc Cardilo per l'eccidio di Paracuellos, nel '36 La Guerra Civil sul tavolo eli Garzón Per «genocidio, terrorismo e tortura»-, le stesse accuse rivolte dal magistrato spagnolo a Pinocbet MADRID NOSTRO SERVIZIO Per la prima volta nei 21 anni di storia della giovane democrazia spagnola post-franchista, ' la «Guerra civil» '36-'39 finisce in tribunale. Non in uno qualsiasi, ma proprio nella 5° Sezione penale del madrileno Tribunale Nazionale di Baltasar Garzón, il gip che ha fatto arrestare e vuole processare l'ex dittatore cileno Pinochet. L'indagato, se Garzón riterrà di dar corso alla denuncia, è uno dei leader comunisti vivi più famosi del mondo, Santiago Carrillo, il padre, con Berlinguer e Marchais, dell'«Eurocomunismo». L'accusa (come quella di Pinochet): «Genocidio, terrorismo e tortura» di 10 mila vittime (ma il numero esatto dei morti non è mai stato accertato) uccise a fucilate dall'I al 7 novembre '36, a tre mesi dal golpe di Franco, nel cimitero di Paracuellos, nella «Sierra» madrilena, a trenta chilometri dalla capitale. «La Asociacion de familiares y Amigos de victimas de Genocidio en Paracuellos del Jarama ha sporto denuncia - recita un comunicato dell'organizzazione franchista - per conoscere la verità siri fatti accaduti. Chiediamo che Carrillo, nonostante la sua età, (con più di 70 anni, in Spagna, non si finisce in carcere e Carrillo, segretario generale del pce dal '60 all'82, ne ha 83, come Pinochet) sia condannato per i delitti commessi a pene che superano i mille anni, sommando le pene previste per ognuna delle vittime». «Nonostante amnistie e indulti o qualsiasi altro tentativo di sotterrare i delitti di genocidio - conclude il comunicato - la giurisprudenza che sta "scrivendo" il caso Pinochet permette di smascherare "delinquenti" come Santiago Carrillo». Carrillo, uno degli artefici della transizione alla democrazia, stimato commentatore politico vicino adesso ài socialisti, da sempre accusato dai franchisti del crimine che avvenne quando ricopriva la carica di «Consejero de Orden Publico» (prefetto) di Madrid, ha subito risposto alle accuse: «E' una reazione prò Pinochet. Tirar fuori questa storia significa voler difendere l'ex dittatore cileno». Il massacro di Paracuellos avvenne quando il generale franchisca Mola, che stava assediando Madrid, lanciò appelli alla «Quinta Colonna», i golpisti clandestini che agivano da sabotatori nella capitale. In quei giorni di panico in cui Madrid stava per cadere, il comunista «Quinto Reggimento», che difendeva il legittimo governo repubblicano, lanciò un appello su Mundo Obrero, il giornale del Pce: «Bisogna farla finita subito e sterminare senza pietà gli amici di Franco e Mola a Madrid». Kolstoff, corrispondente della Pravda, e uomo di fiducia di Stalin inviato in Spagna spiega nel suo «Diario della guerra di Spagna», le ragioni dell'eccidio: «Nelle carceri di Madrid, come la Modelo, c'erano 8 mila franchisti detenuti, di cui tremila ufficiali e 5 mila civili. Se il nemico l'osse entrato in città, liberando il carcere avrebbe aggiunto alle sue forze una colonna già pronta di ufficiali». «Serrano Ponsela, braccio destro di Carrillo, mi ha confessato che gli ordini di fucilazione, che firmò lui, glieli passava proprio 0 prefetto Carrillo - scrive il combattente antifranchista Jesus Galindez in "I baschi nella Madrid assediata" -. I morti di Paracuellos, tutti franchisti convinti, furono mille». Per lo storico Xavier Cervera furono 2 mila. Di ordini di fucilazione, però, non è mai stata trovata alcuna traccia. Gian Antonio Orighi Migliaia di detenuti franchisti vennero fucilati. 11 leader (83 anni): non c'entro Santiago Carrillo fu esiliato da Franco nel 1939. Nel 1976, su intervento di Juan Carlos, tornò in Spagna e il partito comunista fu legalizzato