Fatima strangolala dal padre di Francesco Manacorda

Fatima strangolala dal padre Ritrovato il corpo della bimba nera di 5 anni scomparsa dal 22 novembre Fatima strangolala dal padre Belgio, l'assassino: volevo punire la madre BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'altra bambina uccisa, un'altra pagina di orrore nel libro delle violenze in Belgio. Fatima, cinque anni appena, è stata trovata cadavere lunedì sera in un capannone abbandonato alla periferia di Bruxelles. Questa volta dietro la morte non c'è l'ombra della pedofilia, ma qualcosa di altrettanto atroce. A ucciderla, strangolandola, è stato suo padre: Ali Panyebame, arrivato in Belgio dalla Costa d'Avorio nel 1990. Dopo tre settimane di ricerche senza esito ed interrogatori sempre più stringenti, lunedì pomeriggio Ali ha ceduto. Ha portato a colpo sicuro i poliziotti nel capannone dove il corpo di Fatima giaceva ormai da giorni, chiuso in un sacco di plastica e con addosso gli stessi vestiti che indossava quando era uscita l'ultima volta con lui: pantaloni beige e un gilet verde decorato a fiorellini. E assieme alla scoperta, la confessione di quello che ormai era evidente: è stato lui a strangolare sua figlia, dopo averla presa a casa della sua ex moglie. «L'ho uccisa per far del male a sua madre», è stata la sua spiegazione. Non era una famiglia felice, quella dove viveva Fatima. Ali e sua moglie Vasa erano separati da tempo e l'accordo era che il padre potesse vedere la bambina ogni domenica. E' appunto una domenica, il 22 novembre, quando Ali va a prendere la bambina a casa della madre, nel centralissimo quartiere bruxellese di Ixelles. Passa la giornata e la sera padre e figlia non si ripresentano. La mamma di Fatima, che già in passato aveva avuto di che lamentarsi per i ritardi dell'ex marito, avverte la polizia. Ma Ali e Fatima sono scomparsi. Qualche giorno dopo quando l'uomo riappare, da solo, viene arrestato con l'accusa di sequestro di persona. La sua difesa non è credibile: sostiene di aver dato 200 mila franchi (circa dieci milioni di lire) a un fantomatico intermediario per riportare Fatima in Africa. La polizia per scrupolo controlla anche le liste dei passeggeri negli aeroporti di Bruxelles e Parigi, ma nessuna bambina che potesse essere Fatima è partita domenica per l'Africa. In carcere, Ali mantiene la sua versione fino a quando lunedì, dopo un'interrogatorio di nove ore, crolla. Prima parla di uno sconosciuto che avrebbe ucciso sua figlia, poi di averla dovuta strangolare lui stesso perché costretto dallo stesso misterioso personaggio. Infine la confessione piena: l'ha uccisa lui, a sangue freddo, per vendicarsi della ex moglie, il corpo della bambina è in un capannone abbandonato nella zona. E' là che alle quattro del pomeriggio porta gli inquirenti e senza esitazioni indica il punto esatto dove è il cadavere di sua figlia. Ora si aspetta l'autopsia per capire se la bambina è stata strangolata a mani nude o con l'aiuto di una corda. Ali, con un barlume di pietà nella sua follia, avrebbe narcotizzato sua figlia prima di spezzarle la vita a cinque anni. Francesco Manacorda

Persone citate: Ali Panyebame, Vasa

Luoghi citati: Africa, Belgio, Bruxelles, Costa D'avorio, Parigi