La Cassazione boccia «Tangentopoli 2»
La Cassazione boccia «Tangentopoli 2» Il pg avrebbe definito le indagini «un delirio di onnipotenza della procura milanese» La Cassazione boccia «Tangentopoli 2» Annullato l'arresto di imprenditori accusati di corruzione MILANO. «Un delirio di onnipotenza della procura milanese». E' con queste parole che il procuratore generale di Cassazione, Vincenzo Geraci, nel corso di un'udienza davanti ai giudici di terzo grado, avrebbe definito le indagini condotte dai pm milanesi sulle presunte tangenti versati a ex assessori e funzionari della Regione per la costruzione di un complesso residenziale nel centro di Bresso. Un parere condiviso evidentemente anche dai giudici della sesta sezione di Cassazione che, al termine della requisitoria del pg, hanno annullato senza rinvio (ordinandone la scarcerazione) il provvedimento di custodia cautelare con il quale, il 13 ottobre scorso, erano finiti in carcere per concorso in corruzione i fratelli Igino, Walter e Angelo Bottani. Tre costruttori accusati di aver versato una presunta tangente di 250 milioni a Giovanni Terzi, ex assessore all'urbanistica di Bresso e, fino al momento del suo arresto, due mesi fa, presidente della com- missione urbanistica del Comune di Milano per Forza Italia. Una vittoria delle difese, certo. Ma per l'avvocato Ennio Amodio, legale dei tre costruttori, anche qualcosa di più: «Con questa sentenza, l'inchiesta di Bresso è stata rasa al suolo». Secondo il legale, pur non essendoci ancora le motivazioni, la sentenza della Cassazione si può interpretare, dato il dispositivo, come un'indicazione per «ritenere l'insussistenza del reato di corruzione e regolare l'intervento urbanistico» finito invece nel mirino della procura. La Cassazione infatti ha accolto anche il ricorso degli avvocati contro il sequestro preventivo con il quale il gip aveva bloccato l'iter amministrativo in Regione per il progetto di Bresso. I pm interessati preferiscono evitare commenti: «aspettiamo le motivazioni». Mentre il professor Amodio gongola. E si capisce: il procuratore generale di Cassazione Geraci, dopo aver letto le carte dell'inchiesta e il ricorso degli avvocati anziché prendere le parti dell'accusa ha preso quelle della difesa. Giungendo, pare, a muovere pesanti critiche all'operato dei pm Fabio Napoleone e Claudio Gittardi, titolari delle inchieste sulla corruzione nell'hinterland che vanno sotto il nome di "Tangentopoli due". Il legale riferisce infatti che «il pg Geraci ha detto testualmente: si tratta di una manifestazione di delirio di onnipotenza della procura milanese che pretende non solo di esercitare la funzione giudiziaria ma di interferire nell'attività amministrativa della Regione, sconvol¬ gendo i principi del sistema». Cantano vittoria anche i legali di Giovanni Terzi, che ieri, sulla base della sentenza di Cassazione, hanno presentato immediatamente un'istanza di scarcerazione al gip Luisa Savoia, che ora avrà cinque giorni di tempo per decidere. «La sentenza dice che non ci sono corruttori - ha spiegato l'avvocato Jacopo Pensa - e quindi: dove sta il corrotto?». Ma sia nei confronti dei fratelli Bottani che di Terzi le accuse sono pesanti: la procura ha ritrovato tra le carte degli imprenditori un foglietto che rappresenterebbe la "nota spese" per le tangenti, circa 2 miliardi, da suddividere tra "amici" e architetti, tra cui Michele Ugliola, che, una volta arrestato, avrebbe confessate di aver agito come mediatore per Terzi. Circostanze che però la sesta sezione della Cassazione, la stessa che ultimamente ha "cassato" diverse sentenze di Tangentopoli, ha ritenuto evidentemente poco importanti, tp. col.] Giovanni Terzi
Luoghi citati: Bresso, Comune Di Milano, Milano
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