Lotteria Termini

Lotteria Termini Lotteria Termini Prendere il treno? E' un terno MROMA ENTRE invoce, fra la pazienza del parco buoi-utenti (che però, in quanto elettori, sono più renitenti di una congrega di macchinisti autonomi) e i veloci rattoppi delle ferrovie dello Stato che hanno messo in piedi una rete alternativa di convogli fantasma, la catastrofe per ora è stata evitata. Ma la disperazione si trasforma in tossica rassegnazione e il sistema-trasporto vive il suo proprio collasso come un malato terminale. E poi ci è sembrata, nella stazione della.capitale, veramente impressionante la corte.deiwendicanti, veggenti, borsaioli, disperati, prestigiatori del luogo comune {«Scusi, posso farle una domanda? Lei ci crede nel volontariato? Allora, che me compra sta penna?»), tutti residenti nella stazione Termini che grazie a loro, alle loro bave, barbe, odori ferrigni, petulanze aggressive o lagnose, ha ormai un rango letterario e onirico che poggia sui due estremi: la rassegnazione e la disperazione, da cui sono contagiati i viaggiatori tutti. Arrivo alla stazione Termini provenendo in aereo da Milano Linate, taxi a Fiumicino e poi di lì ai treni. E ho lasciato una Milano allo sfascio, intasata, congestionata, infartata come neanche Napoli al suo peggio. Lì, l'effetto Malpensa colpisce ancora duramente, ma il risultato è quello di una città in ginocchio, i cittadini esasperati e aggressivi che si feriscono come i capponi di Renzo lungo le file interminabili, i tamponamenti a catena, le strade intasate, le corsie preferenziali invase. Si potrà in seguito sostenere con ampi margini di ragione che Linate e Termini sono due nomi dello stesso luogo virtuale infernale, due gironi dello stesso inferno in cui la nebbia e la paralisi dei cartelloni si equivalgono (la gente credeva in massa di aspettare aerei che invece erano già partiti dopo essere atterrati con ritardi terrificanti). A Termini chiedo notizie dei ferrovieri precettati: «Dottò, pe' precettalli l'hanno precettati. Ma quelli se so' dati lo stesso. Ovvio che poi ce saranno le inevitabbili conzeguenze», dice un carabiniere che segue a distanza l'andamento della situazione. Eppure, si legge su un comunicato, la precettazione firmata da Tiziano Treu «è avvenuta su delega del presidente del Consiglio Massimo D'Alema», cosa che peraltro ha sortito alcuni buoni risultati, fra cui lo sciopero nazionale di quattro ore degli assistenti di volo proclamato da Anpav e Sulta e un assottigliamento della ventiquattr'ore ferroviaria firmato dalla Fisat, ma nulla ha potuto contro i Camu-macchinisti i quali hanno risposto al ministro che il loro sciopero Gli utinsultafreganonell enti si no e si il posto a fila non si sovrappone con gli altri e quindi non c'è da preoccuparsi. Insomma, Stato e Ferrovie del medesimo si inseguono su una scacchiera complicata, connessa con quell'altra dei voli, non escludendo in via di principio allargamenti sul fronte marittimo e dei traghetti. E le cronache sindacali danno doverosamente conto di questo scenario e delle sue turbolenze, speranze, tracotanze e insonnie. Ma questo materiale intrecciato e intersecato nulla ha che spartire con la condizione umana degli utenti, che vivono il trasporto pubblico - e ieri l'abbiamo visto in almeno due città - così come si vive la catastrofe della guerra, o di una pestilenza _senza fine, adattandosi, facendosi piccoli nelle caverne delle sale d'attesa, dormendo a pronto comando con la testa sulle valigie quando si apprende che il volo, il treno, il traghetto, la coincidenza, il bus che ti deve portare in città, il taxi, la metro, sono stati sospesi, soppressi, alternati, alterati, travestiti, accorpati. Il popolo utente è mogio senza per questo essere disciplinato: la disciplina nasce infatti (quando c e) da un atteggiamento di fiducia nel meccanismo del servizio, diventa fila ordinata, attesa paziente, certezza degli orari e del biglietto. ; Qui no, nessuna certezza, nessuna disciplina, ritorno dal futuro allo stato primitivo, con i milanesi che ringhiano, si insultano, si fregano il posto nella fila; e i romani (o i passeggeri da Roma e per Ronu; che si calpestano con metodo, che cadono in letarghi momentanei per risparmiare lipidi e proteine, in attesa del balzo finale sull'intercity a medio e lungo raggio, quando fiutano la preda, quando riescono a scaraventare le loro valigie nel vagone. Secondo un'opinione diffusa, il meglio deve ancora venire. Sarà oggi, 16 dicembre del penultimo anno del millennio, il giorno più lungo e infame: gli scacchisti delle Ferrovie dello Stato hanno preparato una specie di Nasa con rientro di tratte e treni soppressi e aboliti, navette di soccorso sulla lunga percorrenza che è garantita dall'altissima Commissione di Garanzia, sicché i convogli dovrebbero reggere sulle lunghe distanze, ma logorare i nervi ai pendolari nelle ore di massima utenza, vale a dire fra le sei e le nove del mattino e le sei e le nove di sera. E' previsto anche un sorteggio ai passaggi a livello: si estrae dalle lamiere qualche superfortunato automobilista che ignorava la relazione fra sciopero e sbarre alzate mentre passa il treno. Le Fs, con rapidità e cipiglio avvisano, mettono in guardia, ricordano e si rammaricano. Ma non è detta l'ultima parola, l'avventura continua, l'odissea è soltanto alla prima puntata. Paolo Guzzanti Gli utenti si insultano e si fregano il posto nella fila Assediati da barboni e mendicanti la rassegnazione e la disperazione contagiano tutti i viaggiatori Alla centrale radiotaxi: il traffico è impazzito e noi non riusciamo a rispondere a tutte le chiamate Caos nelle stazioni di tutta Italia. Nella foto la Centrale di Milano

Persone citate: D'alema, Paolo Guzzanti, Tiziano Treu

Luoghi citati: Italia, Milano, Napoli, Roma