Ascesa e caduta di un genio
Ascesa e caduta di un genio Ascesa e caduta di un genio Yves prepara l'addio anche alle sfilate UN MARCHIO AL TRAMONTO OPO 40 anni, le strade di Saint Laurent e di Dior si ricongiungono. Fu proprio per Christian Dior, subito dopo la sua morte, che il ventunenne Yves disegnò, nel 1958, la sua prima collozione. Quella sfilata - in cui spiccavano le innovative linee a trapezio - si rivelò un trionfo. Tanto che un quotidiano francese titolò: «Saint Laurent ha salvato la Francia». Ma la permanenza del giovane couturier - nato a Orano, in Algeria - alla maison Dior dura pochissimo, giusto tre anni. Poi viene chiamato a fare il servizio militare. E' il periodo della guerra d'Algeria e il suo animo sensibile verrà segnato per sempre dalla brutalità eh questa esperienza. Un trauma per lui, timidissimo e omosessuale. A ciò si aggiunge il dispiacere di tornare a Parigi e trovare un altro al suo posto, Marc Boham. In questa occasione Pierre Bergé, conosciuto qualche anno prima, gli viene in soccorso proponendogli di mettersi in società per fondare la maison Saint Laurent. Ardua impresa, che per 15 anni si rivela quasi fallimentare: i primi utili arriveranno soltanto nel 1977. Quando i due, insieme con il marchio Charles of The Ritz, sviluppano una linea di profumi. E finalmente le entrate e il successo professionale corrono paralleli. Mentre Bergé rafforza la produzione e la distribuzione del prct-à-porter, Saint Laurent - è il caso di dirlo - inventa e rivoluziona la moda. Suoi gli abiti a sacco, lo stile androgino, io smoking da donna, le sahariane, gli stampati animalier, il genere cowboy, le tenute alla Robin Hood e quelle folk. E ancora gli indumenti ispirati alla strada, sublimati nel nude look. Capi da sogno, eppure semplici, scevri da ogni ornamento superfluo. E più Saint Laurent miète successi - osannato dal mondo inte¬ ro e adorato dalla sua musa Catherine Deneuve - più la maison Dior perde colpi. Tanto che nell'84 Yves Saint Laurent cerca di acquistarla. Ma a sbarrargli la strada trova un trentacinquenne rampante, Bernard Arnault, che ne diventa il proprietario. E che da allora continua a comprare tutto quello che c'è di comprabile nel mondo della moda e del lusso: Dior, Givenchy, Guerlain, Lacroix, Vuitton, Moèt et Chandon. Solo per citare alcuni dei suoi marchi. Ai quali ora si aggiungono, oltre alla moda e ai cosmetici di Saint Laurent, anche i profumi di Krizia, Fendi, Roger & Gallet, Van Cleef e Arpels. Quello di Arnault è il più grande polo del lusso lusso che può razionalizzare investimenti e strategie sui mercati di tutto il mondo. Mentre in Italia si è ancora lontani da simili concentrazioni (per ora c'è soltanto Hdp che ha acquistato il marchio Valentino). Arnault sul settore cosmetico fattura cifre da capogiro. Tutta la ricaduta d'immagine della moda si traduce infatti nelle cospicue vendite di profumi e affini. Poche dorme possono permettersi i folli abiti di John Galliano (da lui arruolato per rivitalizzare la maison Dior), o le stravaganti toilette disegnate da Alexander Me Queen (scelto per rilanciare Givenchy), ma un rimmel o un profumo di questi marchi sono alla portata eh un pubblico sconfinato. Un pubblico che subisce il fascino di due stilisti genialoidi, sopra le righe, abilissimi nel tra¬ sformare ogni défilé in mi evento di cui tutti parlano. Al di là dei vestiti spesso paragonabili a costumi teatrali. Per l'ultimo defilé Dior, Galliano ha bloccato addirittura la stazione parigina di Austerlitz. Con tanto di locomotiva in funzione, modello Oricnt Express, che sul muso ospitava Naomi Campbell seminuda. In versione Pochaontas, accompagnata da un clone di Toro Seduto. Show per ricreare una fantasmagorica sala d'attesa immaginata in un suk marocchino, colmo di cesti di spezie, tende da campo e valigie abbandonate. In mezzo a cui sfilavano Linda Evangelista vestita da Enrico Vili, ma anche un tot di macchinisti e di barboni. «Galliano è un buffone, potrebbe fare il tapez- ziere, ricoprire le poltrone», sentenzia Pierre Bergè di fronte a simili trovate che per Saint Laurent sono inammissibili. Lui sfila ancora sulla passerella tradizionale, al Grand Hotel Intercontinental. Ogni suo modello è accompagnato da una voce che recita il numero del capo e ne descrive il tessuto. Peccato che dalla prossima stagione il pret-àporter di YSL sarà disegnato da Albert Elbaz, ex stilista di Laroche. Yves è stanco, si riserva di creare soltanto l'alta moda. Ma i pettegolezzi, regolarmente smentiti, dicono che presto abbandonerà anche quella. Si mormora che a sostituirlo sarà Jean Paul Gauitier. Antonella Amapane Al posto del maestro sempre più stanco forse arriva Gauitier 11 prèt-à-porter di Ysl sarà disegnato da Elbaz liliiliiliiPliii: SCWtÉÌ MORGAN STÀNH-VDSAH WITTER RESEARCH CHI VINCE SUL MERCATO QUOTE DEI PRINCIPALI MARCHI DEL SETTORE BENI DI LUSSO (IN %, DATI 1997] BUdSBUBUSfifidSflfiCfifiBBflBUBflBSUBUBffifiABdHdflfiilfiUdCi Lo stilista Yves Saint Laurent durante una sfilata
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