Saint Laurent alla corte del re del lusso di Enrico Benedetto
Saint Laurent alla corte del re del lusso La multinazionale Lvhm - già proprietaria dei marchi Dior, Vuitton e Kenzo - ha battuto l'Oréal Saint Laurent alla corte del re del lusso Arnault si compra la casa di moda e profumi per 1800 miliardi PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per 1800 miliardi, Bernard Arnault l'azzimatissimo «papa» del lusso francese e planetario - si regala Yves Saint Laurent. La sua multinazionale Lvhm rastrellerà couture e cosmetici Ysl, più i profumi Krizia, Van Cleef & Arpels, Roger Gallet, Fendi, Oscar de la Renta... La Borsa parigina reagisce senza entusiasmo. I titoli Lvhm hanno conosciuto ieri un significativo ribasso. Ma è semplice cautela: dopo l'annuncio, si attendono le nozze Bernard-Yves. Malgrado la transazione sia pressoché finalizzata, manca ancora la firma in calce all'intesa. E tuttavia lo scoop di «Le Figaro» - il solo me- dium, ieri, con l'appetibile notizia - non dovrebbe rischiare sorprese negative. Sì, Yves Saint Laurent entra nella galassia Arnault, monopolio tentacolare che la crisi asiatica scalfisce ma non piega. Per consolarsi, il fondatore ed il suo vulcanico pigmalione Pierre Bergé, rivendicheranno la «francesità» dell'operazione. Ma anche il rivale N° 1 di Lvhm nella lunga corsa alla leggenda Yves Saint Laurent - L'Oréal - era francese. I motivi delia scelta bisognerebbe quindi cercarli semmai nel complesso meccanismo tinanziario-istituzionale che Bernard Arnault offre, battendo sul filo la concorrenza. In primis, ima valutazione abbastanza generosa. Monsieur Arnault, il cui portafoglio comprende già Dior, Kenzo, Christian Lacroix, Louis Vuitton, Loewe, Givenchy, Guerlain... (nel campo moda, per tacere dunque gli alcolici di prestigio) cercava sinergie che riducano le spese e nel cont'impo forze supplementari su un mercato chiave stabile come quello Usa ove la Ysl si difende as¬ sai bene. Crisi asiatica oblige, è imperativo accorpare aziende, marchi, stili, ottimizzando la resa. Beninteso, il rischio di «cannibalizzazione», ovvero selvaggia concorrenza fra prodotti troppo simili è una variabile da tenere sott'occhio. Se L'Oréal finisce per defilarsi, la reticenza poggia proprio sul timore che una «guerra civile» indebolisca le sue grandi «firme». Tra Dior e Ysl il rischio sembra invece compatibile. Sono, beninteso, concorrenziali ma la loro clientela rispettiva - abitudinaria - e i prezzi diversi non incentivano fenomeni di indebolimento reciproco. Fino al Duemilauno, Bergé e Saint Laurent disporrebbero inoltre di supercontrollo e «direzione operativa». Se Bernard Arnault snaturasse ad esempio per interessi commerciali la loro linea di essenze ed aromi, potranno opporre veto. La trattativa, complessa, era in corso da tempo. Ma l'ha precipitata il matrimonio, a inizio dicembre, tra Sanofi che deteneva Ysl - e Synthélabo, holding farmaceutica del gruppo L'Oréal. Pesce fuor d'acqua nel nuovo consorzio, la Yves Saint Laurent emigra verso l'ex amico (ma da vari decenni fiero avversario Christian Dior). Non si può dire, comunque, la dote sia all'altezza: Sanofi-Beauté era in rosso per un 400 miliardi. Enrico Benedetto Il nuovo proprietario si accollerà anche i debiti: un rosso da 400 miliardi
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