Rischio golpe in Montenegro e il premier abolisce il Natale

Rischio golpe in Montenegro e il premier abolisce il Natale JUGOSLAVIA «L'opposizione fìlo-Milosevic vuole approfittare delle feste» Rischio golpe in Montenegro e il premier abolisce il Natale ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Niente festeggiamenti in piazza del Natale ortodosso. Quest'anno tutte le celebrazioni pubbliche delle feste natalizie in Montenegro potrebbero essere sospese per via del rischio di un colpo di Stato. E' stato il primo ministro montenegrino, Filip Vujanovic, a denunciare le intenzioni putchiste dell'ex presidente Moniir Bulatovic e del suo partito socialista. «Dietro i presunti festeggiamenti del Natale e del capodanno ortodossi, il 6 e il 13 gennaio, Bulatovic e i suoi seguaci vogliono far scoppiare la guerra civile», afferma Vujanovic, spiegando che esattamente un anno fa l'ex capo di Stato aveva tentato di rovesciare il suo successore, l'allora eletto Milo Djukanovic. «In quell'occasione la nostra polizia è riuscita a impedire le violenze, ma sarebbe molto meglio dimenticare ogni celebrazione di quelle ricorrenze», dice il premier della piccola Repubblica che insieme alla Serbia costituisce la Federazione Jugoslava. Appoggiato da Belgrado, l'ex presidente Bulatovic aveva contestato la vittoria elettorale del riformista Djukanovic. Il passaggio di potere è stato accompagnato da violenti scontri in piazza tra i sostenitori dei due uomini politici. E' stato allora che il presidente jugoslavo Milosevic ha voluto proclamare lo stato di emergenza nel Montenegro e fare intervenire l'esercito federale per «ristabilire» la calma e far ritornare il suo uomo al pote¬ re. Ma il capo dello Stato Maggiore, generale Momcilo Perisic, si è rifiutato. Il no gli è costato la carriera. Un mese fa il generale, di origine montenegrina, è stato silurato. Nel frattempo l'ex presidente montenegrino è diventato premier federale. In realtà il suo potere è fin dall'inizio dimezzato perché le attuali autorità montenegrine non hanno mai riconosciuto la sua nomina, imposta dal presidente jugoslavo. «Bulatovic è un burattino in mano a Milosevic», affermano a Podgorica, aggiungendo che non permetteranno neanche questa volta di creare il caos in Montenegro. Contano inoltre sull'appoggio della comunità internazionale che non nasconde le sue simpatie per il giovane presidente Djukanovic e la sua sempre più aperta opposizione al regime di Belgrado. «Le accuse nei nostri confronti sono del tutto infondate», risponde il presidente del partito socialista di Bulatovic. «Noi vogliamo partecipare nelle celebrazioni delle festività soltanto come manifestazioni culturali e artistiche», dice l'omonimo Predrag Bulatovic. «Non ci sarà nessuna guerra civile nel Montenegro. Gli scontri potrebbero scoppiare soltanto se le autorità decidessero di cambiare lo status giuridico-statale del Paese in seno alla Federazione Jugoslava». Secondo Bulatovic le autorità hanno paura del popolo e per questo hanno paura delle manifestazioni in piazza. Intanto la tensione cresce. Ingrid Badurina