Da oggi si vola, ma i treni sono a rischio di Gian Carlo Fossi

Da oggi si vola, ma i treni sono a rischio Slittata l'astensione dal lavoro dei trasporti pubblici a Roma. L'Assoutenti invoca la precettazione Da oggi si vola, ma i treni sono a rischio Treu convince gli steward, il Comu conferma l'agitazione ROMA. Situazione sempre difficile nei trasporti, nonostante ima parziale schiarita sul duplice fronte dei treni e degli aerei. Ieri, accogliendo un pressante invito del ministro dei trasporti Treu, la FisastCisas ha revocato lo sciopero dei ferrovieri già proclamato dalle 21 di ieri alle 21 di oggi, mentre gli assistenti di volo dell'Anpav e il Sulta (che ieri aveva bloccato parzialmente il traffico aereo dello scalo di Malpensa) hanno differito a gennaio l'astensione programmata dalle 11 alle 15 di oggi. Invece, l'appello di Treu è stato seccamente respinto dal potente Comu, il coordinamento unitario dei macchinisti delle ferrovie, e dall'Unione dei capi stazione (Ucs), confermando le agitazioni previste rispettivamente dalle 18 di oggi alle 17 di domani e dalle 18 di oggi alla stessa ora di giovedì. Inoltre, a seguito di un intervento del prefetto di Roma, è slittato lo sciopero che avrebbe paralizzato i trasporti pubblici della capitale per quasi ventiquattro ore dalle 8,30 stamani. L'atmosfera resta, comunque, rovente in attesa dell'esito di iniziative dirette a sbloccare rapidamente aspre vertenze che si protraggono da tempo. Ma, nelle ferrovie la situazione è addirittura esplosiva: il traffico ferroviario e merci resterà quasi completamente paralizzato dalle agitazioni concomitanti dei macchinisti e dei capi stazione. Tanto più che l'Ucs si è rifiutata di aderire a un'ordinanza emessa ieri sera dal ministro Treu per la riduzione della durata della protesta da 48 a 24 ore. Il Comu non ha fatto marcia indietro sulla decisione di sciopero anche perché, precisa il coordinatore nazionale Giulio Moretti, «tra l'altro, dopo il differimento delle azioni del Sulta e deh'Anpav, è venuta meno la fumosa ipotesi della concomitanza di scioperi nel settore dei trasporti». Dal canto suo, l'Ucs rileva che l'astensione dei capi stazione già rinviata una volta «secondo le norme attuali, non può essere revocata o differita nuovamente se non a seguito di elementi concreti finalizzati a sanare la vertenza in atto». E, prima ancora che Treu disponesse la riduzione della durata dell'azione dei capi stazio¬ ne, l'Ucs avvertiva che non avrebbe rispettato «qualsiasi ordinanza finalizzata alla riduzione, revoca o differimento dello sciopero, proprio come garanzia alla tutela del diritto di sciopero». A questo punto, si attende un'eventuale ulteriore reazione del ministro che, forzando un po' la legge a salvaguardia degli interessi degli utenti, potrebbe ricorrere in extremis alla precettazione. E a chiedere al ministro di disporre senz'altro la precettazione c'è l'Assoutenti, ma da ogni parte ormai si insiste sull'urgenza di nuove regole più robuste. La stessa associazione degli utenti sostiene che, in caso di sospensione del lavoro nei trasporti, dovrebbe essere garantito almeno il 50% dei servizi. Il presidente delle Fs, Demattè suggerisce di adottare il metodo della Germania, dove ci vuole un referendum per fare astensioni di così grave incidenza per gli utenti. Il leader della Cisl D'Antoni accusa governo e Fs di «non fare nulla per uscire da questo clima di forte conflittualità» e, nello stesso tempo, insiste sulla sua proposta di consentire la proclamazione di scioperi nei servizi pubblici essenziali solo a quei sindacati che hanno il 51% della rappresentanza, mentre gli altri dovrebbero sottoporre le proprie decisioni a referen¬ dum. «E' mia proposta aberrante replica Boghetta, responsabile trasporti del partito di Rifondazione comunista - una aberrazione della democrazia che costituisce un attacco pesante al diritto di sciopero ancora una volta da parte di un sindacato». Si schiera contro pure il segretario confederale della Cisal, Papa, che osserva lapidario: «Commette un gravissimo errore chi pensa di profittare delle proteste di questi giorni per annullare il diritto di sciopero del singolo lavoratore, consentendo di esercitarlo soltanto ad alcuni sindacati». Gian Carlo Fossi Milano Centrale semideserta per lo sciopero dei ferrovieri in Lombardia

Persone citate: Boghetta, Demattè, Giulio Moretti, Treu

Luoghi citati: Germania, Lombardia, Milano, Roma